Era un gigante, alto due metri. E da gigante è passato alla storia. Ma tra le tante imprese che ne celebrano il lungo governo, anche da primo imperatore della Russia, lo zar Pietro I detto “il Grande” è ricordato anche per aver fondato, tradizionalmente il 27 maggio 1703, la città di San Pietroburgo, alla foce del fiume Neva sul mar Baltico.
E, a difesa della città che ben presto sarebbe diventata la capitale della Russia (dal 1712 al 1918, prendendo il titolo e poi ricedendolo a Mosca), Pietro volle fondare anche una fortezza proprio nelle acque del Baltico, di fronte al nuovo insediamento urbano, sull’isola di Kotlin, da poco sottratta alla Svezia. Quella fortezza, che sarebbe diventata presto la base navale russa nel baltico, è la città fortezza di Kronstadt.
Uno dei bastioni fortificati sulla costa dell’isola di Kotlin, parte della città russa di Kronstadt
Un nome che alla storia consegna fatti e accadimenti di un certo rilievo perché se San Pietroburgo diviene rapidamente il centro culturale dell’impero, allo stesso modo la “Città corona” (questo il significato del suo nome) fondata nel 1704 sviluppa ben presto la propria struttura e vocazione.
Tra i passaggi cardini dello sviluppo della città fortezza di Kronstadt c’è senza dubbio la fondazione dei cantieri navali, datata 1752. A mettere la firma su questa iniziativa è la figlia di Pietro il Grande, Elisabetta (nata da secondogenita dal matrimonio dello zar con Caterina I) che, diventata imperatrice nel 1741 dopo la rivoluzione al Palazzo d’inverno con la quale aveva spodestato la reggente di Ivan IV, Anna, passa a sua volta alla storia come una delle più grandi sovrane di Russia.
Rarissimo esemplare in oro della medaglia di fondazione dei cantieri navali, anno 1752
A celebrare l’apertura dei cantieri navali della città di Kronstadt c’è una sontuosa e particolarmente ricca medaglia nella quale al dritto compare proprio la quarantunenne Elisabetta, rivolta a destra e sul rovescio si scorgono le officine marittime con in primo piano lo scafo di una nave in costruzione. Coniata in oro, argento e bronzo, opera dell’incisore Timoteo Ivanov, la medaglia ha un diametro di 63 millimetri per un peso (nella versione bronzea) di circa 88 grammi (in oro è di estrema rarità e pesa circa 174 grammi): le iscrizioni, come per gran parte dei coni dell’epoca, sono in latino.
Dettaglio del rovescio di un esemplare in bronzo di perfetta conservazione
La città fortezza di Kronstadt segue lo sviluppo di San Pietroburgo nel corso dei primi due secoli dalla sua fondazione diventando presto una roccaforte militare della marina a guardia della capitale. Il suo nome torna su metallo nel 1891 quando Francia e Russia sottoscrivono l’accordo che, di fatto, rappresenta la risposta alla Triplice Alleanza che Germania, Austria ed Italia avevano sottoscritto qualche anno prima.
La medaglia che immortala l’alleanza franco-russa presenta su un lato lo zar Alessandro III e il presidente della Repubblica francese Sadi Carnot faccia a faccia e sul retro l’iscrizione CRONSTADT 1891 – TOULON 1893. La stessa circostanza è immortalata in un’altra medaglia su una faccia della quale due figure allegoriche rappresentanti i due Paesi alleati si stringono una mano.
Una delle medaglie celebrative dell’alleanza franco-russa di fine XIX secolo
Ma la città di Kronstadt balza alle cronache mondiali anche in epoca più recente. Da centro militare di assoluto rilievo, la roccaforte nel 1905 aveva visto i suoi soldati ribellarsi contro le pessime condizioni di vita e di disciplina dell’esercito dello zar Nicola II: i marinai di San Pietroburgo avevano infatti seguito l’esempio di quelli della corazzata Potëmkin ad Odessa, resa famosa da celebre film del 1925. Quelle ribellioni erano state poi soffocate nel sangue.
Anno 1904: Pietro I il Grande e Nicola II, due zar assieme sulla medaglia che nel 1904 celebra i due secoli dalla fondazione di Kronstadt
Nel corso delle rivoluzioni del 1917 la città fortezza di Kronstadt assume un ruolo di rilievo, partecipando con vigore ad entrambe le fasi del rovesciamento dell’Impero zarista: la prima, a febbraio, che aveva portato all’abdicazione di Nicola II ed all’avvento della Repubblica, la seconda – decisiva – che aveva portato al potere i soviet.
Pochi anni dopo, nel marzo 1921, con la Russia già prematuramente uscita dalla Prima guerra mondiale (trattato di Brest-Litovsk con la Germania), con la capitale ritronata a Mosca (1918) e con la città che aveva assunto il nome di Pietrogrado e con un regime bolscevico che aveva imposto il durissimo “comunismo di guerra” liberticida, marinai ed operai del soviet dei cantieri navali della città di Kronstadt si erano ribellati provocando la durissima reazione dell’Armata rossa che aveva costretto alla morte, alla resa o alla fuga ottomila uomini.
Marinai ribelli nella base navale di Kronstadt nel 1921
Fatti che avrebbero convinto Lenin (che avrebbe ceduto il ruolo di segretario a Stalin l’anno successivo, passando a miglior vita nel 1924) a varare la NEP, la Nuova politica economica capace di garantire – pur tra le catene del regime comunista – alla neonata URSS un notevole balzo in avanti.