Un saggio su assegni a taglio fisso, miniassegni, scripofilia e progetti di emissione: evidenze cartacee e cartamoneta mai nata che hanno fatto la storia del Titano
a cura della redazione | Come i numismatici sanno, la prima moneta di San Marino risale al 1864: si tratta dei 5 centesimi battuti a Milano con le stesse caratteristiche dell’analoga moneta italiana, così come stabilito dalla Convenzione stipulata fra i due stati nel 1862. A quella seguiranno monete da 10 centesimi, a fine secolo le pezzature in argento da 50 centesimi, una, due e cinque lire e, quindi, le prime monete in oro da 10 e 20 lire datate 1925 e le serie degli anni 1931-1938.
La monetazione metallica riprende nel 1972 (leggi qui) a seguito di una nuova convenzione bilaterale con l’Italia e, da allora, lire, scudi ed euro sammarinesi (questi ultimi, emessi in accordo con l’Unione Europea) vengono emessi con continuità.
Diverso, invece, il discorso per quanto riguarda la moneta cartacea. Come noto, infatti, San Marino non annovera banconote in senso compiuto; tuttavia, della possibilità di affiancare del circolante cartaceo alla massa metallica – in prevalenza formata da monete italiane – si inizia a discutere già negli anni ‘70 del XIX secolo.
Venendo all’oggetto di quest’approfondita ricerca compiuta da Claudio Bugani, va sottolineato come l’autore abbia scelto opportunamente il titolo La Cartamoneta mai nata di San Marino.
Una ricerca in cui, in apertura, i lettori apprezzeranno il quadro storico economico a partire dal quale si sviluppano le condizioni per la prima “evidenza cartacea” della storia sammarinese, il Prestito a Premi a vantaggio degli Istituti di Beneficenza del 1907 che viene emesso sotto forma di obbligazioni gestite da istituti bancari italiani riscuotendo notevole interesse.
Una incursione nel mondo della scripofilia che rende onore alle capacità di approfondimento dell’autore e amplia le conoscenze sul tema, finora frammentarie o generiche.
Un po’ come accade per la monetazione metallica anche per le forme di denaro cartaceo la Repubblica vive una pausa fino agli anni ‘60 che, in Italia come sul Titano, si identificano con quelli del boom economico. Nel 1966, in particolare, la penuria di moneta spicciola porta all’emissione di assegni a taglio fisso da parte della locale Cassa di Risparmio, oggi rarissimi in quanto la necessità della loro circolazione si risolse in breve tempo con l’introduzione del biglietto di Stato da 500 lire italiano tipo Aretusa.
Un decennio dopo, causa una nuova rarefazione degli spiccioli, scoppia il fenomeno dei miniassegni e Bugani, nei capitoli dedicati a questo periodo, censisce e illustra tutti i tagli a nome della Banca Agricola Commerciale e della Cassa di Risparmio. Questi ultimi, in particolare, ci appaiono importanti in quanto veri e propri “surrogati” di biglietti di Stato
L’autore ci stupisce con esemplari poco o affatto noti – caratterizzati da sovrastampe relative a realtà associative e commerciali sammarinesi – e di ogni tipologia fornisce un inquadramento dal punto di vista commerciale e del valore collezionistico.
Segue la parte dei buoni di acquisto e buoni sconto, altro fenomeno para monetario in forma cartacea legato alla vivacità commerciale e turistica di San Marino nel secondo dopoguerra: quelli emessi a nome, ad esempio, di realtà come My Hobby o l’Albergo Ristorante Bar 3 Penne riportano “citazioni numismatiche” di monete sammarinesi; altri appaiono più semplici, con elementi grafici e testuali.
Ampliando, da appassionato e autentico ricercatore, il raggio d’indagine sui biglietti cartacei legati a San Marino, l’autore ci presenta infine alcuni reperti “attinenti” alla Repubblica, dai miniassegni emessi da banche italiane dei territori limitrofi e “dedicati”, nelle impronte, a monete del Titano ai dollari stampati oltreoceano dalla San Marino National Bank, istituto bancario californiano dotato di prerogative di emissione che, fra il 1931 e il 1935, realizza biglietti da 5, 10 e 20 dollari in due serie con caratteristiche differenti.
Certo, la cartamoneta a San Marino non è “mai nata”, come sottolinea il titolo di questo studio; eppure, dalla tenacia e dalla curiosità di un numismatico come Claudio Bugani emergono storie di “denaro di carta” che, sebbene riferite ad una nazione piccola dal punto di vista territoriale, svelano di un popolo, del suo governo, della sua evoluzione economica e del suo rapporto col mondo aspetti inediti, intriganti, talvolta stupefacenti.
Il volume La cartamoneta mai nata di San Marino è in versione bilingue italiano/inglese, è edito da Nomisma (ISBN 978-88-943356-6-6) e ha un prezzo di copertina di 50 euro. Per lo shop online di Nomisma clicca qui.