Orgogliosamente la British Royal Mint ricorda, nel suo sito, di essere in attività ininterrottamente dal lontano 886. Risale invece al 1325 la prima “commessa estera” della zecca di sua maestà, quando Oltremanica furono coniate monete per re Edoardo II da far circolare nella città francese di Bordeaux.
Al suo apice, la British Royal Mint ha prodotto monete e tondelli per ben 80 paesi sia nei suoi stabilimenti in Gran Bretagna che nella filiale indiana di Bombay e in quelle di Ottawa (Canada), Pretoria (Sudafrica) e negli impianti australiani situati nelle città di Melbourne, Perth e Sydney.
Filiali oggi chiuse, oppure passate sotto la diretta gestione dei rispettivi paesi, in un processo di ridimensionamento produttivo della British Royal Mint che ha visto – dati del rapporto annuale 2022-2023 alla mano – la zecca britannica ottenere commesse per “appena” 22 autorità emittenti estere tra le quali si ipotizza vi siano ancora Australia, Giamaica, Islanda, Nuova Zelanda, Sud Africa e Thailandia.
La zecca britannica si lancia nel mercato asiatico dei metalli preziosi da investimento, a iniziare dalle once Britannia e dalle celeberrime sovrane
Il 31 dicembre 2024, tuttavia, ogni attività produttiva per conto terzi da parte della British Royal Mint terminerà definitivamente e, come ha sottolineato l’amministratore delegato Anne Jessop, la zecca si rivolgerà ad altri settori di offerta tralasciando un ambito di produzione storico ma ormai non più redditizio.
Secondo un portavoce dell’officina monetaria d’Oltremanica, “il declino dell’utilizzo del contante a livello globale è alla base del cambiamento, e tuttavia è di stimolo per l’innovazione e per la creazione di portafoglio di nuove attività. Rimaniamo pienamente impegnati nella produzione di monete del Regno Unito, che è il core business e la missione istituzionale della Royal Mint da 1100 anni”.
La British Royal Mint, in questi ultimi anni, ha del resto visto una robusta crescita in settori come gli investimenti in metalli preziosi e i gioielli di lusso. Vi è stato ad esempio un investimento significativo di oltre 17 milioni di sterline in attività all’avanguardia tra cui l’apertura, quest’anno, del primo impianto al mondo per il recupero dei metalli preziosi dai rifiuti elettronici. Si stima infatti che circa il 7% di tutto l’oro estratto possa essere recuperato dai rifiuti di apparecchiature elettroniche.
Presto attivo un innovativo stabilimento che permetterà di recuperare oro e altri metalli pregiati dai rifiuti elettronici, che rappresentano una vera e propria “miniera”
In tale innovativo ambito la British Royal Mint ha stipulato una convenzione per la vendita di attrezzature elettroniche appartenenti al Ministero della Difesa per realizzarne uno smaltimento sostenibile e recuperarne i materiali preziosi.
La British Royal Mint, nel 2024, è inoltre diventata membro della Singapore Bullion Market Association, cercando di espandere l’offerta di metalli preziosi della zecca nel sud-est asiatico. Del resto, la zecca britannica ha registrato un +537% delle once d’oro vendute a Singapore tra il 2021/2022 e il 2022/2023, con un ulteriore +187% annuo di once d’argento totali vendute nello stesso periodo.