Questo interessante articolo sulle prime banconote della Banca di Genova e èstratto dalla pubblicazione di Alessandro Fiamingo pubblicata integralmente sulla rivista AIC Magazine (anno VII, n.14, dicembre 2024) rivista dell’Associazione Italiana Cartamoneta, diretta da Stefano Poddi, che ringraziamo unitamente all’autore.

La Banca di Genova, istituita durante il regno di Carlo Alberto di Savoia (1831-1849), può essere considerata il primo istituto bancario italiano “moderno” autorizzato a emettere cartamoneta. L’idea di creare un ente simile fu concepita già nella primavera del 1836 da Camillo Benso di Cavour con il coinvolgimento diretto della famiglia di imprenditori finanziari De La Rue. Tuttavia, le condizioni non erano ancora favorevoli e l’iniziativa naufragò. Qualche anno più tardi, nel 1843, Luigi Raffaele de Ferrari, duca di Galliera, rilanciò l’impresa che stavolta trovò pieno supporto, prendendo vita con la promulgazione delle Regie Patenti n. 437 del 16 marzo 1844.

Con un capitale iniziale di quattro milioni, la Banca di Genova ottenne l’autorizzazione per operazioni di anticipazione, sconto, conto deposito e, soprattutto, come già previsto nello statuto, la facoltà di emettere cartamoneta. Di conseguenza, i biglietti messi a punto dall’istituto tra il 1845 e il 1848 rappresentarono il prototipo su cui si sviluppò successivamente la cartamoneta del Regno di Sardegna e del Regno d’Italia.

Mancando le maestranze in loco, ci si rivolse alla Francia e in particolare ai suoi tecnici che all’epoca erano altamente qualificati. Per la progettazione si guardò dunque alla nuova banconota da 1000 franchi emessa a partire dal 1842 (Fig. 1).

Fig. 1 | Un esemplare della banconota francese da 1000 franchi che fu la base per la progettazione delle banconote della Banca di Genova

Ad esempio, nel 1851, quando la neonata Banca Nazionale negli Stati Sardi emise la propria cartamoneta, ne riprese i motivi principali come lo stemma in alto al centro affiancato da due figure, i due putti al centro in basso, e renderà omaggio all’illustre cittadino Cristoforo Colombo, presente fin dall’inizio sulla prima serie del biglietto del 1845 (Fig. 2).

Il processo che portò all’emissione a nome della Banca di Genova fu lungo e cominciò il 10 agosto 1844. Il 18 dicembre 1844 fu stipulato un contratto con Durieux per acquistare strumenti come la pressa per stampa, piastre in acciaio, bauli di sicurezza e timbri. Durieux sistemò i punzoni degli elementi tipografici e aveva competenze in anticontraffazione e preparazione dell’inchiostro speciale. Entro il 24 dicembre 1844, le bozze dei biglietti ricevettero l’approvazione iniziale da Tommaso Spinola, presidente del Consiglio di Reggenza, con una seconda approvazione il 27 febbraio 1845.

Il 29 aprile si procedette alla creazione definitiva dei biglietti. Di questa serie è conosciuto un unico esemplare da 1000 Lire, custodito nelle collezioni della Banca d’Italia. La banconota, datata 1 aprile 1845, presenta uno stile fortemente francese e le seguenti caratteristiche: carta sottile con testo in filigrana “Mille Lire nuove – BANCA DI GENOVA“, e stampa tipografica recto/verso ad impressione “identica” 25 o “a registro”. Quando il banco aprì ufficialmente gli sportelli al pubblico il 17 maggio 1846, poteva già consegnare le nuovissime emissioni.

Fig. 2 | L’unico esemplare conosciuto del I Tipo del biglietto da 1000 lire nuove della Banca di Genova del 1845, custodito in Banca d’Italia

Dalla prima creazione, la circolazione di biglietti della Banca di Genova crebbe rapidamente. Diciotto mesi dopo la sua istituzione, cioè il 31 dicembre 1846, i biglietti in circolazione ammontavano a 4.216.750 lire nuove; il 30 giugno 1847 raggiungevano un totale di 5.072.500 lire nuove, mentre il 31 dicembre 1847 arrivarono a un subtotale di 8.644.000 lire nuove in circolazione e 2.356.000 in cassa, per un totale di 11 milioni di lire in cartamoneta.

Tra il 1847 e il 1849, ulteriori sviluppi consolidarono l’attività della Banca di Genova. Il 26 agosto 1847 venne acquistata ulteriore carta filigranata a Parigi. Il 21 settembre 1848 la banca concesse un’anticipazione di 20 milioni di lire al governo sabaudo, impegnato nelle operazioni militari nel Regno Lombardo-Veneto contro l’impero Asburgico, mentre in Italia e in Europa erano frequenti i disordini dovuti ai moti del 1848, noti come “primavera dei popoli”. Per sostenere l’economia, la banca autorizzò la circolazione di ulteriori biglietti.

A ottobre, il Consiglio della banca informa il regio commissario dell’intenzione di accelerare l’emissione del nuovo biglietto da 100 lire. Si era cercato di garantire che il nuovo taglio non potesse essere falsificato o confuso con altri. Tuttavia, la carta rosellina, nel tempo, avrebbe potuto presentare problemi.

Il biglietto da 100 lire poteva sbiancarsi, permettendo potenzialmente di alterare la scritta “CENTO” in “MILLE”. Per risolvere tale problematica, il Consiglio incaricò il duca di Galliera di procurare da Parigi un nuovo modello di biglietto, differente da quelli già in circolazione per i nominali da 250, 500 e 1000 lire nuove (Fig. 3), oltre a un modello esclusivo per il nominale da 100 lire. Per quest’ultimo, venne scelto un design con cornice ovale, ideato per distinguere chiaramente il valore inferiore da quello massimo emesso.

Fig. 3 | Uno dei due esemplari conosciuti del II Tipo del biglietto da 1.000 Lire nuove della Banca di Genova del 1849, custodito in Banca d’Italia

Volendo riassumere quanto finora descritto:

  • nella creazione del 1° aprile 1845 furono impiegati i tre nominali superiori con il design del I Tipo, che presenta, nel medaglione in basso al centro, Cristoforo Colombo con un mappamondo, affiancato dai geni della Giustizia e della Legge. Ai margini laterali, le allegorie in coppia di Industria e Abbondanza, Commercio e Scienza, sostengono le effigi di Giano bifronte. In alto, al centro, sono raffigurate le Armi della città di Genova, abbracciate da grifoni su cornucopie. L’insieme è impreziosito da caducei, racemi, nature morte, drapperie e altri elementi ornamentali.
  • I biglietti del II Tipo introducono un design rinnovato, con al centro san Giorgio che trafigge il drago, affiancato da due putti alati. L’effigie di Colombo compare in uno dei due medaglioni ai margini del biglietto sorretto dalle allegorie, mentre nell’altro medaglione continua a essere raffigurato il dio Giano, questa volta rappresentato sia come un vecchio barbuto che come un giovane imberbe. In alto, al centro, svettano le Armi della città, arricchite da raffinati rostri con figure zoomorfe che spuntano da dietro i grifoni. Gli elementi secondari a contorno sono stati rinvigoriti nello stile e realizzati con tratti più sottili.

Il 14 dicembre 1849, la Banca di Genova si fuse con la nuova Banca di Torino, terminando un’era per l’istituto genovese e aprendo nuove prospettive.

Dal punto di vista collezionistico, le banconote da 1000 lire descritte sono estremamente rare. Due esemplari del I Tipo datati 1° aprile 1845 e II Tipo datati 20 luglio 1848 sono conservati nelle collezioni della Banca d’Italia. Un secondo esemplare del II Tipo, datato 23 novembre 1849 (quello presentato nell’asta e-live 3 dell’11 aprile 2025 della casa d’aste DaVinci) potrebbe essere una prova di stampa o un biglietto difettoso conservato per testare diverse lastre (Fig. 4).

Fig. 4 | Fronte e retro di uno dei due esemplari conosciuti del II Tipo del biglietto da 1.000 Lire nuove della Banca di Genova del 1849, custodito in collezione privata e presentato in Asta Da Vinci e-Live 3 dell’11 aprile 2025

Questo biglietto, con i seriali B e F, è eccezionalmente raro e non ci risultano altri esemplari in collezioni private. Rappresenta uno dei pezzi più significativi della storia della cartamoneta italiana, influenzando modelli iconici come il 1000 lire della Banca Nazionale e il 1000 lire Barbetti, ed è pertanto da custodire nelle più importanti collezioni.