Ha suscitato un notevole interesse il nostro approfondimento del 20 febbraio 2025 dal titolo Un unicum in asta a San Marino: le 20 lire 1908 Aquila sabauda dal momento che il ritorno sul mercato di una simile moneta – un esemplare praticamente unico – risveglia la curiosità di tanti collezionisti e appassionati numismatici.20 lire 1908 aquila sabauda asta rarità collezione reale furto indagini guardia di finanza procura di roma domenico luppino numismatica stato collezionismo

La 20 lire 1908 Aquila sabauda (oro 900/.., mm 21, g 6,45, bordo rigato fitto) che sarà in asta a San Marino il prossimo 18 marzo da Aurora Auctions all’astronomica base di 150.000 euro

Su quanti siano infatti gli esemplari originali di questa eccezionale moneta (con fondi a specchio e rigatura fitta, come quello in asta Aurora Auctions 33 al lotto 254) e quanti siano, invece, i “riconi” battuti in Regia Zecca (presumibilmente negli anni Venti) non c’è chiarezza. Come del resto, andando a sfogliare articoli e volumi pubblicati anni fa, emergono domande anche su uno degli originali custoditi dallo Stato, nella fattispecie quello della ex Collezione Reale conservata nei caveau di Palazzo Massimo alle Terme a Roma.

Ci rifacciamo, per provare a chiarire qualche passaggio nella storia delle 20 lire 1908 Aquila sabauda, al volume Stato e collezionismo. Indagine sulla numismatica di Domenico Luppino, edito da Eupremio Montenegro nel 2009 e nel quale un’ampia parte è dedicata all’indagine svolta dal 2000 dalla Procura della Repubblica di Roma sulle attività della Zecca dello Stato. Indagine affidata alla Guardia di Finanza che iniziò da una presunta fuoriuscita dall’officina monetaria di alcune euro monete, all’epoca già in produzione in vista del 2002.

Il volume di Domenico Luppino ricostruisce le indagini condotte da Procura di Roma e Guardia di Finanza a partire dal 2000 che hanno interessato anche la ex Collezione Reale depositata al Museo Nazionale Romano

“Fin dall’avvio dell’indagine – scrive Luppino a p. VIII – erano emersi molti spunti investigativi che hanno costretto la polizia giudiziaria […] ad ampliare il campo degli accertamenti. […] le attività investigative avevano infatti interessato il Museo Nazionale Romano […], il Museo della Zecca, il Poligrafico dello Stato e l’Officina della Banca d’Italia”. E più avanti si legge: “L’esame diretto della ex Collezione Reale […] inizialmente richiesto per effettuare alcuni necessari riscontri sulla presunta legittimità di alcune coniazioni in materia di prove e progetti faceva emergere, come purtroppo si temeva, la scoperta di furti mirati avvenuti negli anni […]”.

Ebbene, tra le monete risultate mancanti dalla ricognizione della Guardia di Finanza troviamo scritto che vi erano anche le 20 lire 1908 Aquila sabauda sulle quali Luppino sviluppa, alle pp. 406-412 del suo libro, un’ampia disamina storica, bibliografica e sulle indagini che ci permette di integrare quanto già scritto, soprattutto in merito a un’affermazione da noi pubblicata ossia che, oltre alla moneta posta nelle fondazioni della Regia Zecca nel 1908, “un secondo esemplare andò in omaggio al re, appassionato collezionista, e si trova nei caveau del Museo Nazionale Romano a Palazzo Massimo mentre il terzo, come prassi, finì al Museo della Zecca dove tuttora è conservato”.

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Dal volume di Domenico Luppino, ecco il cartellino manoscritto di Vittorio Emanuele III in cui il re  afferma l’esistenza di tre soli esemplari della 20 lire 1908 Aquila sabauda

Iniziamo dal Museo della Zecca: a proposito delle 20 lire 1908 Aquila sabauda, Luppino sottolinea: “Fortunatamente, presso questo museo vi erano ben tre esemplari” di cui uno con fondi a specchio e rigatura fitta, schedato su una scheda rossa con intestazione Monete nazionali e due con fondi opachi e rigatura larga, registrati su schede gialle intestate Prove e progetti di monete nazionali con l’annotazione: “Non è una prova ma una moneta. Riconiazione postuma (1926?)”.

Sorte diversa avrebbe avuto, invece, l’esemplare appartenuto a Vittorio Emanuele III, il “re numismatico” e che doveva far parte di quelle monete di Casa Savoia riconsegnate all’Italia nel 1983 per volere di Umberto II. A proposito di questa Domenico Luppino scrive infatti: “Il pezzo da lire 20 in questione è stato sostituito con una moneta analoga ma con millesimo 1905” e, a p. 408, pubblica il cartellino manoscritto dal sovrano che qui riproduciamo e che recita: “Da lire 20-1908 / gr. 6,440 / Dono Min. del Tesoro 1908. / Ne vennero battuti tre pezzi: / 1) questo / uno al Museo della Zecca / uno messo il 27 Giugno / 1908 nella fondazione / della nuova Zecca”.

Erano originali del 1908 o riconiazioni successive dal taglio a rigatura larga, le monete appartenute alle collezioni di Philip Ferrari de la Renotière e di re Farouk d’Egitto?

Tre pezzi, dunque, soltanto tre pezzi, il tutto messo nero su bianco dal “re numismatico”. Noi, tuttavia, ne abbiamo citata un’altra, di monete da 20 lire 1908 Aquila sabauda, quella dell’asta Florange-Ciani del 1922 appartenuta a Philip Ferrari de la Renotière. Come sottolinea Fabio Gigante nel suo catalogo prezziario, parlando del 1926 come data presunta delle riconiazioni, infatti, Ferrari de la Renotière morì nel 1917 e, dunque, la sua moneta da 20 lire 1908 Aquila sabauda doveva per forza essere stata coniata prima (ma in che anno? nel 1908 oppure in seguito?).

Lo studio di Domenico Luppino, inoltre, ci ricorda un esemplare apparso nel 1954 con provenienza accertata dalla collezione di re Farouk d’Egitto (che fosse lo stesso dell’asta Florange-Ciani? e che tipo di rigatura aveva?). Sempre in merito alle riconiazioni, infine, c’è chi si limita a parlare di “pochi esemplari”, chi li quantifica in dieci, chi sostiene che non siano più di due o quattro; sta di fatto che la loro apparizione sul mercato è del tutto sporadica (si veda l’esemplare, con rigatura larga, al lotto 60 dell’asta Varesi 50 del 2000, base 80 milioni di lire, realizzo 130 milioni).

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La 20 lire Aquila sabauda millesimata 1908, ma con taglio a rigatura larga, andata all’asta da Varesi nel 2000 e aggiudicata all’epoca per l’astronomica cifra di 130 milioni di lire

La verità su quante monete da 20 lire 1908 Aquila sabauda furono coniate in quell’anno e quante in seguito rimarrà probabilmente un mistero; è d’altra parte ben noto che, in epoca sabauda, presso la Regia Zecca vennero effettuate coniazioni “non ufficiali”, specie di monete altrimenti quasi uniche e, talvolta, per stessa volontà del re che desiderava omaggiare illustri personaggi italiani e internazionali.

Luppino conclude la sua disamina, nel 2009, ricordando che “la moneta da 20 lire del 1908 in oro [sequestrata dalle Fiamme Gialle nel corso delle indagini, NdA] custodita momentaneamente dalla Guardia di Finanza era quella conservata nella ex Collezione Reale, poi trafugata, successivamente sequestrata presso l’abitazione di un privato, sul conto del quale venne aperto un procedumento penale per ricettazione”.