Per la ditta sammarinese, il 2022 si avvia a conclusione con la vendita Inasta 104, un ricco appuntamento tutto online con materiali molto vari e interessanti per i collezionisti numismatici di lungo corso e i neofiti
informazione pubblicitaria | Inasta si avvia a chiudere il 2022 con un incanto ricchissimo e con materiali davvero per tutti i collezionisti: l’asta 104 e-live si svolgerà infatti nelle giornate di lunedì 5 e martedì 6 dicembre 2022 con i seguenti orari: lunedì 5 dicembre dalle ore 10.00 lotti 1-810, dalle ore 16.00 lotti 811-1932; e ancora, martedì 6 dicembre dalle ore 10.00 lotti 1933-2832 e dalle ore 16.00 lotti 2833-3838.
Le offerte online pre asta potranno essere effettuate anche durante lo svolgimento del live bidding e chiuderanno circa cinque lotti prima dell’aggiudicazione definitiva che avverrà tramite live. Al prezzo d’aggiudicazione andranno aggiunti i diritti d’asta del 20% e lo 0,60% come Imposta sui servizi.
Per il catalogo completo della vendita Inasta 104, per registrarsi come nuovi clienti, accedere alla propria area personale e sottoporre le offerte, nonchè per informazioni basta accedere al sito di Inasta a questo indirizzo.
Monete antiche: celtiche, greche, romane, bizantine e barbariche
Questa prima parte della vendita Inasta 104 è ricca di ben 655 lotti che partono da forme premonetali come gli anelli in bronzo provenienti dalla Gallia e proseguono con alcune coniazioni etrusche, magno greche e siciliane. La bellezza dei nummi di quest’epoca è testimoniata ad esempio dall’AE20 di Suessa Aurunca al n. 11 (base € 65), dalle monete di Taranto o dal bel tetras di Camarina al n. 22 (base € 30).
Dalla Grecia continentale arrivano poi altre monete, ad esempio di Alessandro Magno come la dracma al n. 62 (base € 100), piacevoli piccoli bronzi dalla Tessaglia, civette di Atene e, da Cartagine, un bel decimo di statere in oro con palma e protome equina (n. 104, base € 380).
Roma “risponde” alla Grecia, nel catalogo Inasta 104, innanzi tutto con un’ampia scelta di denari repubblicani di media e buona conservazione fra i quali, piacevolissimo, al n. 127 segnaliamo un esemplare di Man. Acilius Glabrio (49 a.C.) alla base di € 70. Notevole anche il denario al n. 200 (base € 140) a nome di L. Postumius Albinus (131 a.C.).
Tra le monete imperiali, un affascinante aureo neroniano al n. 252 (€ 1000 la base) che, pur proveniente da montatura, conserva tutta la sua bellezza; sesterzi e denari scandiscono poi i secoli del dominio dell’Urbe sul mondo, come conferma ad esempio il denario di Vespasiano al tipo della Giudea al n. 260 (base € 150).
Segnaliamo quindi per la loro bellezza, rarità e conservazione due sesterzi di Traiano ai nn. 278 e 279, il primo con base di € 1100 e il secondo di € 550: da notare su entrambi la raffinatezza e complessità allegorica delle raffigurazioni. E si tratta solo di due esempi delle tante, belle monete imperiali in bronzo disponibili in catalogo.
Passando ai secoli seguenti ecco un denario di Settimio Severo con ritratto quasi “caricaturale” (n. 338, base € 75) e uno elegante, tutto al femminile, per Octacilia Severa, moglie di Filippo I (n. 434, base € 65). Ai lettori il piacere di approfondire le altre monete di questa sezione e quella delle provinciali. Per quanto riguarda le bizantine, alcuni bei solidi sono proposti da Inasta 104 assieme a follis, nummi e altri nominali; seguono alcune monete barbariche.
Monete di zecche italiane e dei secoli d’oro di Casa Savoia
Lasciando ai collezionisti il piacere di analizzare la nutrita parte del catalogo Inasta 104 di monete estere, passiamo alle zecche della Penisola e della dinastia che ha unificato l’Italia. Anche in questa sezione ampia scelta di nummi, dagli “spiccioli” dei secoli passati a monete in argento e oro di maggior pregio. Al n. 1185, ad esempio, un raro quattrino di Ancona per papa Gregorio XIII (base € 150) mentre per Benevento ecco al n. 1234 un bel solido beneventano di Arichis II alla base di € 950 con cartellino di autenticità firmato niente meno che dal numismatico Cesare Gamberini di Scarféa.
Per la zecca marchigiana di Camerino, invece, al n. 1269 troviamo un rarissimo e importante ducato d’oro del XVI secolo per Giulia Varano con base di € 900 mentre dalla Messina medievale, a nome di Guglielmo II (1166-1189) al n. 1371 è offerto un “classico”, il trifollaro con protome leonina e palma (base € 25).
Ben rappresentate anche le zecche di Milano e di Napoli e, per quest’ultima, tra le altre monete in argento del XVIII-XIX secolo ecco un godibilissimo mezzo carlino del 1758 (n. 1441, € 30) con al rovescio l’Abbondanza che semina monete mentre risale al 1814, assedio austriaco di Palmanova, la moneta al n. 1493, i rarissimi 50 centesimi con la corona napoleonica e l’iniziale del Bonaparte (base € 320).
Chiudiamo questo sguardo veloce sulle monete di zecche italiane segnalando un bell’insieme di monete di Parma e di papali per Roma, oltre a monete vaticane moderne e alle immancabili sammarinesi; per Venezia, invece, al n. 1745 è in catalogo un bellissimo ducato di Pasquale Malipiero (doge dal 1457 al 1462) con base fissata ad € 580.
Passando alle monete di Casa Savoia, dopo alcune decine di esemplari più antichi è la monetazione decimale del casato a mostrare i pezzi più interessanti, fra cui molti in oro. Al n. 1810 è tuttavia il rame a “scintillare” sotto forma di un 3 centesimi del re eletto, anno 1859, in condizione zecca e con riflessi rossi (base € 500). Stesso stato e rame rosso anche per alcuni spiccioli di fine XIX secolo fra i quali i 10 centesimi Birmingham 1893 al n. 1914 (base € 20).
Impossibile dettagliare tutte le monete a nome di Vittorio Emanuele III nel catalogo Inasta 104: citiamo le 50 lire Aratrice 1912 al n. 1935 (base € 1400) per la loro bellezza e la lira 1901 Aquila araldica al n. 2041, in fior di conio e con patina iridescente su fondi lucenti (base € 100).
Repubblica Italiana, quando gli errori diventano da collezione
Nella sezione del catalogo Inasta 104 del 5-6 dicembre prossimi è come tradizione molto ricca l’offerta di monete italiane dal 1946 in poi. Esemplari rari e comuni in conservazioni ottimali, serie complete e una scelta di “svarioni di conio” di grande interesse. Fra questi dei tondelli non coniati, come quello bimetallico da 500 lire al n. 2213 (base € 1), o veri e propri “scarti” usciti chissà come dalla Zecca di Roma (tipo le 200 lire 1988 fuori centro al n. 2231, base € 60).
Vasta anche la proposta di monete in confezioni ufficiali sia del periodo delle lire che di quello dell’euro, dal 2002 in poi. Gli amanti delle commemorative in argento e delle serie divisionali annuali non avranno che da scegliere.
Medaglie, cartamoneta, bibliografia: sfoglia il catalogo Inasta 104
Solo un cenno, in conclusione, agli altri settori dell’incanto Inasta 104: invitiamo i lettori ad esplorare le sezioni del catalogo digitale dedicate alle banconote, sia italiane che estere, alle coniazioni commemorative – sempre ricche di curiosità, specie a livello locale – e quella dei libri in cui si possono trovare testi ormai datati dal punto di vista anagrafico, ma ancora attuali e utilissimi per ogni collezionista numismatico che si rispetti.