di Roberto Ganganelli | Lo speravamo, davvero, che la petizione online lanciata da una cordata di soggetti di punta del settore filatelico, con capofila l’Unione Stampa Filatelica Italiana avrebbe risvegliato l’interesse di migliaia di appassionati ad esprimere una loro opinione in merito alla possibile approvazione definitiva del DDL n. 882 Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale presso il Senato della Repubblica.
Pochi giorni fa, nell’informare i nostri lettori della petizione, ci chiedevamo “Numismatici, dove siete?” e la risposta non si è fatta attendere con l’annuncio, da parte della più rappresentativa associazione di categoria (i Numismatici Italiani Professionisti, che fanno parte del CoLAP e sono riconosciuti ufficialmente dal Ministero per lo Sviluppo Economico) del lancio di una ulteriore petizione online (clicca qui per sottoscriverla) e della comunicazione di una serie di attività svolte in collaborazione con le Istituzioni, al massimo livello, per tutelare la plurisecolare tradizione del collezionismo e del commercio di monete che esiste in Italia (e che tanti contributi ha fornito anche alla formazione del patrimonio pubblico.
Di seguito, la nota integrale inviataci dal gruppo dirigente della NIP:
“Il disegno di legge d’iniziativa dei deputati Orlando e Franceschini è stato approvato dalla Camera dei deputati il 18 ottobre 2018. Il testo è stato trasmesso dal Presidente della Camera dei deputati alla Presidenza del Senato il 22 ottobre 2018.
La NIP ha costantemente seguito i lavori parlamentari fin dal precedente disegno di legge del Governo Gentiloni, provvedimento che aveva terminato il suo iter alla Camera ma non al Senato.
Come ha dichiarato l’on. Mario Perantoni, in sede di dichiarazioni di voto finale alla Camera, ‘il provvedimento proposto dai ministri Franceschini e Orlando, che ringrazio e ringraziamo per l’impegno profuso, è stato ripreso e apprezzato dal Movimento5Stelle, che ha fatto della cultura uno dei propri punti fondanti’.
La NIP concorda, senza riserve, sul principio che ‘la tutela penale è una tutela necessaria in questo settore, in quanto ricordo – secondo la dichiarazione di voto dell’on.Perantoni – che il traffico illecito di opere d’arte è un traffico che non solo finanzia la malavita organizzata e la mafia, ma segue gli stessi canali e gli stessi percorsi dei traffici di droga e dei traffici seguiti dal terrorismo internazionale’.
Ciò ha portato all’elaborazione, da parte della NIP, di alcune osservazioni della DDL n. 882. Le parole usate dall’on. Perantoni, innanzi tutto, collocano il provvedimento che dovrà essere approvato dal Senato in un chiaro contesto di lotta alla delinquenza organizzata dedita al commercio clandestino di beni culturali.
L’obiettivo è chiaro e condivisibile. La NIP è attivamente impegnata – anche su web – su questo fronte culturale e giuridico per debellare il commercio abusivo di beni numismatici svolto da persone prive dei requisiti di legge e del tracciamento dei beni trattati o banditi in asta, in aperto contrasto con il Codice dei beni culturali e con il TULPS.
Oltre al fronte culturale e giuridico la NIP è interessata, quale rappresentante di piccole imprese dedite al commercio legittimo numismatico, anche agli effetti economici devastanti che l’illegale commercio di beni numismatici riverbera sulle stesse.
Gli associati NIP operano in rapporto continuo con le Soprintendenze, con l’Amministrazione dei beni culturali, con i Carqabinieri del Nucleo di Tutela del patrimonio culturale, con le Università, le accademie e le società numismatiche ed i suoi associati iscritti nelle liste dei consulenti e periti dei Tribunali italiano vengono frequentemente chiamati in aiuto dei Magistrati.
Si comprenderà quindi come lo scopo di combattere ‘il traffico illecito delle opere d’arte’ sia condiviso nelle finalità e già nei fatti e non possa vedere, per principio, gli associati NIP destinatari passivi delle nuove previsioni penali che il DDL 882 introduce.
Ciò non toglie che vi siano punti del DDL che richiedano un più attenta valutazione per un riesame delle previsioni normative e del severo inasprimento sanzionatorio.
Manca una definizione chiara e non interpretabile di ‘bene culturale’. Nel DDL ‘bene culturale’ funge impropriamente da sinonimo di bene antico o di bene archeologico. Ma così non può essere. Tutto quanto è antico non è di per sé stesso ‘bene culturale’. Il Codice dei beni culturali prevede che un bene antico sia bene culturale quando manifesta un interesse qualificato e tale interesse deve essere verificato per i beni di proprietà pubblica e deve essere dichiarato per i beni di proprietà privata. La generica definizione usata dal DDL apre all’arbitrio d’interpretazioni discrezionali e, quindi, a vertenze giudiziarie.
L’impianto normativo pare non tener conto di un dato storico incontrovertibile, ovvero di un diffuso legittimo possesso privato di beni antichi e d’arte e, per quanto ci riguarda, di beni numismatici. Da secoli il collezionismo numismatico è coltivato nel nostro paese. La sua diffusione è ampia, gli studi privati di numismatica hanno reso famosa la scuola italiana, le collezioni pubbliche non solo si sono formate sulla base di quelle private ma quest’ultime continuano ad incrementare le prime. Il solo possesso privato di ‘beni culturali’, nell’accezione indefinita e generica utilizzata dal DDL, non è presupposto di possesso illecito. La previsione normativa, allo stato, può consentire un’apertura sconfinata e non garantita di processi penali. Tra l’altro il tema dell’illecito possesso è stato sottoposto recentemente a severa critica da autorevole dottrina che intravede elementi d’incostituzionalità sia nella sua interpretazione logica storica e giuridica, sia nella sua applicazione giurisprudenziale.
Perché distruggere un collezionismo numismatico legittimo? Il mercato legale, controllato dall’autorità di pubblica sicurezza, controllato preventivamente nelle sue vendite in asta dai CC del Nucleo di tutela del patrimonio culturale, costituisce un baluardo al mercato clandestino ed al traffico illegale. I collezionisti, e prima ancora i periti numismatici, sono bene a conoscenza di dover trattare solo beni tracciabili, acquistabili e vendibili con fatturazione. L’impoverimento del mercato legale ed ufficiale, la sua eventuale depressione di fiducia ed economica lascia spazio all’illegalità. Più volte i CC hanno espresso apprezzamento al lavoro della NIP e dei suoi associati dichiarando che sono ottimi alleati contro il mercato clandestino. L’inasprimento gravoso delle sanzioni penali demotiva, per timore e per precauzione, coloro che vogliono collezionare legalmente e non spaventa coloro che invece sono dediti al delitto.
I professionisti del settore, come sono gli associati della NIP, vedono che il DDL dedica a loro inasprimenti particolari e particolarmente gravi. Non sfugge alla valutazione l’intento del legislatore di punire più severamente chi commercia nel mercato dell’arte. Ma l’affronto del testo normativo consegna un pregiudizio non meritato verso la categoria. Se i professionisti sono i primi a temere un mercato parallelo ed illegale perché prevedere di punirli in modo così definitivo e drastico? Anche in questo caso se qualche giovane studioso pensasse d’introdursi al legittimo commercio di beni numismatici, non valuterà il rischio come eccessivo e sproporzionato? Si tenga conto che l’esistenza di eventuali lestofanti dediti ad un’attività professionale correlata ai beni antichi, comporta che essi facciano parte di un’attività organizzata per il traffico illecito per il cui delitto esiste nel DDL l’esplicita previsione. Mentre per l’uscita o l’esportazione illecite di ‘beni culturali’ occorrerà tener conto delle previsioni contenute nella L. 4 agosto 2017, n. 124, Legge annuale per il mercato della concorrenza, che ha introdotto nuovi criteri in relazione alla richiesta di attestazione di libera circolazione; il conflitto che potrebbe generarsi sulle valutazioni discrezionali in materia di valore di un bene potrebbe condurre all’interdizione dell’attività (art. 30 CP) ed alla pubblicazione della sentenza (art. 36 CP). Francamente esiste una sbilanciamento gravissimo tra la discrezionalità di un parere vincolistico o di un valore economico e le pene previste per tale fatto!
La preoccupazione degli associati della NIP, in conclusione, è che la ratio del DDL, che è quella di colpire i trafficanti e ladri d’arte, finisca invece per incidere negativamente sul mercato legale ed ufficiale. Professionisti, periti numismatici, accademici, temono fortemente che il provvedimento venga letto come un’aggressione vera e propria alle decine di migliaia di collezionisti italiani ed alla vendita legittima dei beni numismatici. Questa valutazione tende ad incrinare la fiducia generale ed a scoraggiare gli sia gli studi numismatici, sia il collezionismo etico con la conclusione che le piccole imprese professionali del settore correranno il rischio di chiudere. Si badi che molte sono le persone coinvolte a livello professionale; dai titolari delle ditte o aziende numismatiche, ai curatori delle aste legali italiane, ai collaboratori o dipendenti specialmente giovani che si sono formati negli studi della storia e dell’archeologia.
La questione presenta anche non trascurabili aspetti di natura economica. Le stime maggiormente accreditate indicano, infatti, un valore di circa 900 milioni di euro anno per il mercato delle aste, cui va aggiunto l’ammontare delle transazioni curate dai singoli commercianti professionali. Il mercato numismatico da solo rappresenta un terzo di questo totale. Garantire il funzionamento delle imprese numismatiche e, ancor più, del collezionismo di qualità contribuisce pertanto alla ripresa economica del Paese e contrasta fenomeni di elusione ed evasione fiscale, obiettivi chiaramente esplicitati dal Contratto di Governo sottovalutati, invece, dagli estensori del DDL, tanto che non se ne fa cenno neanche nella relazione. Lo stesso collezionismo, infine, è un’importante diversificazione delle opportunità di risparmio, in una congiuntura in cui appare indispensabile offrire alternative all’offerta degli istituti di credito e alla speculazione finanziaria.
E’ utile a tal proposito ricordare la moltitudine di personale impiegato nelle aziende del commercio numismatico, che andrebbe seriamente a rischiare la propria occupazione.
Il mondo del collezionismo in Italia abbraccia una fetta particolarmente importante di cittadini, seconde alcune stime, pari al 20% della popolazione”.
Per sostenere la petizione NIP Il collezionismo è in pericolo! e sostenerla, eventualmente, anche dal punto di vista economico clicca qui e condividi via social. La sottoscrizione di altre petizioni sul tema non esclude la firma di questo ulteriore strumento, anzi rafforza quel fronte comune che da queste pagine auspicavamo e che, se non formalmente, in sostanza si è creato come era auspicabile.
Per documentarsi e leggere il testo integrale del DDL n. 882 Orlando-Franceschini clicca qui.
Per accedere al sito ufficiale dei Numismatici Italiani Professionisti clicca qui.
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