Doppio catalogo per l’asta Cambi&Crippa dell’8-9 novembre prossimi: al centro una bella collezione di zecche italiane formata seguendo il Corpus e una di monete di Savoia di alta qualità dal XV al XX secolo
informazione pubblicitaria | Mercoledì 8 e giovedì 9 novembre 2023 è in programma a Milano il nuovo incanto numismatico di Cambi&Crippa, un appuntamento che si svolgerà in sala nella sede di Cambi Aste in Via San Marco 22 a Milano e live su internet e per il quale le offerte online pre asta sono già aperte. La prima tornata si aprirà alle 10.00 di mercoledì 8 (lotti 1-286), la seconda alle ore 14.00 (lotti 287-703). L’incanto Cambi&Crippa (cataloghi 881-I e 881-II) si concluderà giovedì 9 novembre con la terza tornata dalle ore 10.00 (lotti 704-980) e la quarta dalle ore 14.00 (lotti 981-1083).
I lotti dell’asta Cambi&Crippa dell’8-9 novembre 2023 sono visionabili solo su appuntamento, dal 16 ottobre al 9 novembre, presso la sede di Cambi Aste di Via San Marco 22 a Milano. Le offerte preliminari si accettando anche su Biddr.com. Per informazioni potete scrivere una mail a numismatica@cambiaste.com.
In particolare, nel primo catalogo si distingue una ricercata e preziosa raccolta di circa tremila monete, cominciata agli inizi del ‘900 che riunisce tutte le zecche d’Italia, ripercorrendo la storia dell’Italia dal Nord al Sud, e organizzata seguendo la catalogazione e il tracciato del Corpus Nummorum Italicorum. Un’impostazione che è stata seguita anche nel catalogo dell’asta Cambi&Crippa per evidenziare come l’opera di Vittorio Emanuele III abbia letteralmente formato almeno due generazioni di grandi e piccoli collezionisti.
La seconda parte dell’asta è invece dedicata ad una prestigiosa collezione di monete di Casa Savoia, raccolte da un raffinato collezionista a partire da gli anni ’50 del secolo scorso, che spazia da esemplari rinascimentali del 1400, con Ludovico di Savoia, fino alla fine del Regno d’Italia nel 1946 con Vittorio Emanuele III. Anche questa raccolta contiene monete di pregio e dall’importante pedigree che dopo decenni tornano sul mercato e si completa con la monetazione vaticana in oro post 1929, una bella serie di pezzi da 100 lire dal Pio XI a Giovanni XXIII.
Catalogo asta Cambi&Crippa 881-I: un viaggio numismatico sulle orme del Corpus
Da Arquata a Siracusa, ecco le officine monetarie della Penisola che scandiscono idealmente l’alfabeto numismatico della collezione fulcro del primo catalogo dell’asta Cambi&Crippa. Monete “piccole” e “grosse”, senza distinzione ma accomunate da un pregio storico o dalla bellezza si susseguono in questa raccolta dalla quale, per aprire la nostra selezione, vi presentiamo il lotto 12 (CASALE. GUGLIELMO II PALEOLOGO, 1494-1518. Scudo d’oro) proposto in Bb/Spl a 900/1200 euro di stima. Al lotto 81, invece, a 200/2500 è offerta un’ossidionale di pregio (MANTOVA. ASSEDIO AUSTRO SPAGNOLO, 1629-1630. Scudo primo s.d.) con una elegante raffigurazione di sant’Andrea e al rovescio l’impresa del crogiolo in fiamme con motto DOMINE PROBASTI ME ET COGNOVISTI ME.
Per Milano, a seguire, l’asta offre numerose monete dal medioevo in poi: per il periodo spagnolo spicca il lotto 119 (MILANO. CARLO V D’ASBURGO, 1535-1556. Mezzo scudo s.d.), moneta molto rara e che, qSpl, merita 2500/3000 euro di stima. Non mancano esemplari particolari per la loro storia, come quello al lotto 182 (ZARA. NAPOLEONE I – ASSEDIO AUSTRIACO 1813. 4 once o 18 franchi e 40 Centesimi 1813): Bb e molto rara, merita una stima di 3500/4500 euro.
Parliamo ora del lotto 241 (MIRANDOLA. GIAN FRANCESCO PICO, 1499-1533. Mezzo testone, B/Mb, 3000/3500 euro): ex asta Santamaria, 1954, Collezione Magnaguti, si tratta di moneta R5, è solo una delle tante rarità in catalogo provenienti da raccolte importanti del passato. Bello anche il lotto 266 (PARMA. OTTAVIO FARNESE, 1547-1586. Scudo d’oro 1553. Buon Bb, 1500/2000 euro): anche questa è infatti moneta estremamente rara, essendo la variante di conio senza l’ara accesa davanti alla Sicurezza al rovescio.
Le monete si susseguono nel catalogo dell’asta Cambi&Crippa seguendo l’ordine di pubblicazione dei volumi del Corpus; così, per la Bologna sotto potere papale troviamo monete di rarissima apparizione come il lotto 324 (BOLOGNA. SEDE VACANTE 1667. Lira) che, pur Mb e con piccole falle di conio, merita 800/1000 euro di stima, ed è solo una delle tante monete del capoluogo emiliano disponibili. Al lotto 418, invece, un grande classico del Rinascimento (FERRARA. ERCOLE I D’ESTE, 1471-1505. Testone): non è solo la bellezza (qSpl) a fargli meritare 5000/6000 euro di stima, ma anche il pedigree d’eccezione, dato che la moneta al tipo dell’idra è appartenuta al conte Magnaguti e, prima di allora, alla collezione Gnecchi.
Passando al Centro Italia, e invitandovi a visionare tutti i lotti di zecche toscane, ecco invece dalle Marche il lotto 536 (CAMERINO. GOVERNO POPOLARE, 1434-1444. Grosso) con sant’Ansovino, molto raro e in buon Bb: moneta godibile, è stimata 300/350 euro. È invece in Mb/qBb ma ricercata e affascinante e stimata 1200/1500 euro la moneta al lotto 572 (URBINO. FRANCESCO II MARIA DELLA ROVERE, 1574-1624. Testone) con al rovescio la sfera armillare.
Roma, come è naturale, nell’asta Cambi&Crippa come nella collezione che vi stiamo presentando occupa un posto d’onore: dall’Urbe dei pontefici arrivano tanti esemplari, tra cui il lotto 649 (ROMA. BENEDETTO XIII, 1724-1730. Zecchino 1729) che per la sua rarità, nonostante in Bb e con probabile traccia di montatura, merita 600/800 euro di stima. Spostandoci verso le zecche del Meridione, anche queste ricchissime di monete di pregio, al lotto 792 (NAPOLI. FERDINANDO IV DI BORBONE, 1759-1816. 4 cavalli 1788) uno “spicciolo” d’eccezione per conservazione e assoluta rarità, tanto da essere stimato 2500/3500 euro.
Altrettanto introvabile il lotto 793 (NAPOLI. FERDINANDO IV DI BORBONE, 1759-1816. Mezzo tornese o da 3 (?) cavalli 1788: senza l’indicazione del valore tra i bracci della croce, è l’esemplare di migliore conservazione e, inoltre, risulta di peso esattamente equivalente al 4 cavalli (gr 2,08), per cui potrebbe essere anche un’inedita emissione del 4 cavalli, forse di prova. Stima 1500/2500 euro. E concludiamo il nostro viaggio numismatico nello Stivale con il lotto 886 (PALERMO. FERDINANDO III DI BORBONE, 1759-1816. Oncia da 30 Tarì 1791, 3500/4500 euro). Di straordinaria bellezza, l’oncia d’argento è la più grande moneta coniata dai Borbone in Italia. Secondo una testimonianza del maestro di zecca Gabriele Lancillotto Castello, la raffigurazione del rovescio celebra la stessa battitura dell’oncia d’argento, che era rimasta per molto tempo moneta ideale e che come la mitologica fenice ora prendeva vita “risorgendo dalle ceneri”.
A conclusione, vi invitiamo a visionare i tanti lotti multipli presenti in questo catalogo d’asta, dal momento che in essi sono state raggruppate per zecca monete interessanti e ottime per un inizio di collezione o per acquisire, a partire da stime contenute, insiemi di validi esemplari per studio e approfondimento.
Catalogo asta Cambi&Crippa 881-II: monete dei Savoia dal Rinascimento al XX secolo
Non si può iniziare questo excursus nella ricca collezione di monete sabaude all’incanto l’8-9 novembre se non con il lotto 1085 (DUCATO DI SAVOIA. CARLO I DI SAVOIA. IL GUERRIERO, 1482-1490. Ducato d’oro di IV tipo), la prima moneta su cui sia effigiato il volto di un duca della dinastia che secoli dopo avrebbe unificato l’Italia. Rarissima e qSpl, acquistata da Ratto nel 1972, merita una stima di 25.000/30.0000 euro. Ne merita invece 6000/7000 il lotto 1097 (DUCATO DI SAVOIA. CARLO EMANUELE II DI SAVOIA “L’ADRIANO DEL PIEMONTE”, 1638-1675. REGGENZA DELLA MADRE CRISTINA DI BORBONE “LA MADAMA REALE”. Da 4 scudi d’oro 1641 di I tipo. Torino): molto rara, più di Spl, anche questa quadrupla fu acquistata dalla ditta Ratto nel 1972.
Pedigree d’eccezione, fra gli altri, per il lotto 1103 (REGNO DI SARDEGNA. CARLO EMANUELE III DI SAVOIA, 1730-1755, I PERIODO. Mezza doppia vecchia 1742 di II tipo. Torino): l’esemplare è infatti proveniente dall’asta Mario Ratto, collezione Curatolo 1972, lotto 1103, definito “della più grande rarità” e aggiudicato a 3.900.000 lire. Oggi la stima in asta Cambi&Crippa è 6500/7500 euro. Ne merita ben 35.000/40.000, invece, il lotto 1106 (REGNO DI SARDEGNA. CARLO EMANUELE III DI SAVOIA, 1755-1773, II PERIODO. Carlino da 5 doppie 1758. Torino): la data più rara dei carlini, la conservazione qSpl e un indubbia bellezza compositiva ne fanno uno dei nominali in oro di Savoia più impressionanti.
La moneta appena presentata gareggia per importanza col lotto 1118 (REGNO DI SARDEGNA. VITTORIO AMEDEO III DI SAVOIA, 1773-1796. Carlino da 5 dDoppie 1786. Torino): molto rara, più di Spl, viene dallo stock del numismatico Gino Marchesi, dal quale venne acquistata nel 1972. Stima 30.000/35.000 euro. Segnaliamo a seguire la vasta scelta di monete sabaude a sistema decimale, con preziosi tagli in oro – marenghi e multipli – e monete in argento di elevata conservazione, scelte con cura decenni or sono sul mercato e di notevole appeal ancora oggi. Che dire ad esempio del lotto 1184 (REGNO DI SARDEGNA. VITTORIO EMANUELE II DI SAVOIA, 1849-1861. 5 lire 1850. Torino) che è in qFdc, con cartellino Clelio Varesi, e stima 1500/2000 euro?
Passando al Regno d’Italia, e avviandoci alla conclusione di quest’anteprima dell’asta Cambi&Crippa dell’8-9 novembre 2023 a Milano, segnaliamo in catalogo i massimali in oro di Vittorio Emanuele II e di Umberto I oltre a quelli a nome del “re numismatico” comprese monete rarissime come il lotto 1720 (REGNO D’ITALIA. VITTORIO EMANUELE III DI SAVOIA, 1900-1946. 100 lire 1937-XVI. Littore) presentate in Spl/qFdc a 23.000/28.000 euro di stima oppure il lotto 1285 (REGNO D’ITALIA. VITTORIO EMANUELE III DI SAVOIA, 1900-1946. 5 lire 1901). Prima moneta col ritratto del nuovo re, estremamente rara, qFdc con fondi speculari, questo sogno per tanti collezionisti merita una stima di 38.000/42.000 euro. Solo un centinaio di pezzi di questa moneta sopravvissero alla fusione e il sovrano ne fece donativi personali, scrivendo così l’ennesima pagina di storia della monetazione italiana.