Una raccolta d’eccellenza di oltre sessanta esemplari del Rinascimento e coniazioni di zecche italiane, del Meridione, dei papi oltre a interessanti monete e medaglie saranno esitate da Cambi&Crippa il 24-25 maggio a Milano
informazione pubblicitaria | Il 24-25 maggio è in programma a Milano il nuovo incanto numismatico di Cambi&Crippa, un appuntamento che si svolgerà in sala nella sede di Cambi Aste in Via San Marco 22 a Milano e live su internet e per il quale le offerte online pre asta sono già aperte. La prima tornata si aprirà alle 10.30 di mercoledì 24 maggio (lotti 1-221), la seconda alle ore 14.30 (lotti 222-570). L’incanto Cambi&Crippa (cataloghi 809-I e 809-II) si concluderà giovedì 25 maggio con la terza tornata dalle ore 10.00 (lotti 571-843) e la quarta dalle ore 16.00 (lotti 844-905). I lotti dell’asta Cambi&Crippa del 24-25 maggio sono visionabili solo su appuntamento, fino al 23 maggio, presso la sede di Cambi Aste di Via San Marco 22 a Milano. Per informazioni potete scrivere una mail a numismatica@cambiaste.com.
Il primo catalogo (809-I) è un’asta per tutti, che spazia da monete italiane medioevali e moderne a medaglie, monete estere, cartamoneta e libri di numismatica. La vendita ospita raccolte di grande interesse, come una relativa al Regno di Napoli e delle Due Sicilie, una dello Stato Pontificio e un’altra composta di medaglie di argomento artistico e teatrale.
Il secondo catalogo (809-II), invece, contiene una bellissima selezione di monete del Rinascimento italiano raccolte da un eccellente collezionista, il “Dott. M.O.” che è riuscito, in un trentennio, a scegliere sul mercato – con gusto e competenza non comuni – 62 esemplari di qualità e di particolare raffinatezza, specchio di un’epoca irripetibile per il mondo intero. E proprio da questa wunderkammer numismatica iniziamo la nostra anteprima.
Splendori del Rinascimento in asta Cambi&Crippa
Ritratti di principi, re e signori, patine gradevoli, dettagli perfetti: tutto questo caratterizza la gran parte delle monete della collezione “Dott. M.O.” a partire dal lotto 844, il rarissimo testone astigiano a nome di Ludovico duca d’Orleans e signore di Asti, 1465-1498. In conservazione Spl, la moneta ha una stima di 12.000/15.000 euro. Nutrita la selezione di monete ferraresi, dai dritti caratterizzati da fini ritratti e dai rovesci spesso ispirati a soggetti della cultura classica come l’idra, Ercole in lotta con il leone, Sansone.
Ci piace tuttavia mostrarvi qui, fra le monete estensi del catalogo Cambi&Crippa, il lotto 855, un testone del 1534 a nome di Ercole II (stima 18.000/22.000 euro). Questo testone fu fatto coniare da Ercole II per celebrare la nomina a duca di Ferrara, avvenuta il giorno di Ognissanti del 1534. Tra le figure al R/ intorno alla Vergine si possono distinguere santa Caterina, san Pietro e san Paolo. Secondo Ravegnani Morosini (della cui raccolta questa moneta ha fatto parte), l’autore di questa coniazione potrebbe essere Bartolomeo Nigrisoli.
Ha una stima di 15.000/20.000 euro, invece, il lotto 858, un altro testone del Rinascimento ferrarese ma a nome di Alfonso II, coniato nel 1565 e appartenuto in passato alla celebre raccolta del conte Alessandro Magnaguti. La lettera P sotto il busto indica Pastorino da Siena (1508-1592), insigne medaglista e il numero 18 sta a indicare il peso della moneta in decine di grani, la quarta parte del carato. Il R/ con la legenda ANIMI SVPER OMNIA (“I sentimenti al di sopra di tutto”), allude alle nozze di Alfonsocon la figlia di Ferdinando I d’Austria, Barbara: il duca, nei panni di Marte, incorona duchessa la sposa, che offre una cornucopia simbolo di abbondanza e fecondità. Purtroppo, però Alfonso II non riuscì ad avere eredi e con Clemente VIII Ferrara ritorno sotto il dominio pontificio.
Passando a Firenze, molto rara è la lira proposta al lotto 861 (stima 3500/4500 euro), battuta a nome di Cosimo I de’ Medici e risalente a dopo il 1539. Al R/ la scena del Giudizio universale con legenda IN VIRTVTE TVA IVDICA ME per una moneta importante nel Rinascimento dal momento che con questa emissione a Firenze fu materializzata la lira di conto. Autore dei coni Pietro Paolo Galeotti, detto anche Paolo Romano, allievo del Cellini e “intagliatore dei ferri” della zecca fiorentina sotto Cosimo I.
Per Mantova, ci piace invece mostrarvi il testone a nome di Francesco II Gonzaga, 1484-1519 al lotto 866 (stima 7000/8000 euro): finissimo ritratto sul D/, al R/ l’impresa del crogiolo tra le fiamme, divisa di Francesco II Gonzaga ideata dal letterato Paolo Giovio. L’impresa allude alla correttezza di Francesco che, avrebbe sempre dimostrato la sua virtù, così come l’oro nel crogiolo evidenzia la sua purezza.
Tra i pezzi top del Rinascimento nell’asta Cambi&Crippa c’è poi il lotto 868, con una stima di 25.000/30.000 euro: del resto si tratta del superbo testone di Federico II Gonzaga con ritratto a collo nudo al D/ e al R/ il monte Olimpo sormontato da FIDES. Estremamente rara, di gran prestigio e fascino, la moneta è opera di Gian Battista Cavalli, incisore a Mantova dal 1523 al 1540 circa e poiché nella legenda compare solo il titolo di marchese, la datazione è precedente al 1530, anno della nomina a duca da parte di Carlo V. Si ritiene che il monte Olimpo, come cima inaccessibile, simboleggi la grandezza raggiunta dai Gonzaga attraverso vie impervie grazie all’aiuto della FIDES, che forse non è solo la fede religiosa, ma anche la fedeltà all’imperatore.
Seguono in catalogo importanti monete milanesi fra cui il testone (o grosso da 20 soldi) di Gian Galeazzo Maria Sforza sotto la reggenza di Bona di Savoia (1476-1480) che troviamo ritratta sul D/, velata. Uno dei pochi profili femminili su monete rinascimentali italiane, questo, per un rarissimo tipo con al R/ l’araba fenice simbolo di immortalità e auspicio di prosecuzione del casato. La stima del lotto 874 è fissata a 6500/7500 euro. Ci soffermiamo quindi sul lotto 888, un carlino napoletano di Federico III d’Aragona del periodo 1496-1501. Al R/ l’impresa del libro in fiamme con legenda RECEDANT VETERA per una moneta rara e in alta conservazione che merita una stima di 1100/1500 euro.
Altre zecche del Rinascimento italiano presenti in catalogo sono Parma e Reggio Emilia, Siena e Roveredo, quella papale di Roma ma è una coniazione dell’officina di Torino a meritare una segnalazione particolare, per i 25.000/30.000 euro di stima dovuti alla sua conservazione e rarità. Si tratta del lotto 897, un testone di Francesco I d’Angouleme, 1515-1547 noto in pochissimi esemplari. Francesco I si impadronì del Ducato di Savoia e del Piemonte all’inizio del 1536 e Torino rimase sotto l’egemonia francese fino al trattato di Cateau-Cambrésis del 1559.
Concludiamo la selezione di rarità del Rinascimento in asta Cambi&Crippa con il lotto 903, stima 8000/12.000 euro: si tratta di un giulio per Parma, estremamente raro, di papa Adriano VI Florensz (1522-1523) ed ex collezione Francesco Muntoni: ennesima moneta dal pedigree importante in questo incanto, è uno dei nominali più belli del pontefice olandese che occupò il trono di Pietro per appena un anno e mezzo.
Cambi&Crippa 24-25 maggio: una scelta di monete italiane
Il catalogo 899-I dell’asta Cambi&Crippa, come detto, si caratterizza per la varietà dei materiali che comprendono sia lotti singoli che multipli, da attenzionare in modo particolare. Iniziamo con una belle serie di monete fiorentine fra cui un classico, il fiorino al lotto 11, IV serie (1252-1421), simbolo del fiore a sei petali con stelo, che ha una stima di 450/550 euro. Altrettanto iconico, nel medioevo italiano, il genovino di primo tipo al lotto 44 (1139-1339) proposto con stima di 1200/1400 euro.
Anche tra le milanesi in catalogo spicca una coniazione aurea del Rinascimento, il ducato del 1450-1456 al lotto 57 a nome di Francesco I Sforza, una delle prime rinascimentali con ritratto offerta con stima di 2500/2800 euro mentre al lotto 102 fa bella mostra di sé il marengo per eccellenza, quello della Repubblica Subalpina A.9 che vede una stima pari a 600/800 euro. E come non citare Venezia col suo ducato, offerto da Cambi&Crippa al lotto 104 nella versione a nome di Andrea Dandolo (1343-1354) e stimato 300/350 euro?
Ai lettori il piacere di sfogliare i lotti di monete e cartamoneta del Regno di Sardegna e d’Italia, che comprendono anche massimali da 100 lire in oro fra cui il Fascione del 1923 e la Vetta d’Italia del 1925, le 50 lire Aratrice del 1912 e altre coniazioni in oro, argento e metalli non preziosi. Ampia anche la scelta di monete per l’Eritrea e la Somalia mentre, proseguendo in ordine alfabetico, ecco un bellissimo scudo napoletano del 1582 per Filippo II d’Asburgo: al lotto 228 è offerto con stima di 1100/1300 euro. Tante anche le monete in argento della zecca partenopea fra cui una magnifica 12 carlini A.VII (1799) della Repubblica Napoletana: al lotto 252, quasi fior di conio, merita una stima di 2500/3000 euro.
Monete estere, coniazioni papali, libri e lotti multipli
Tra le monete mondiali in catalogo, al lotto 422 ecco una coniazione in oro di Maria e Pedro III per la zecca di Rio de Janeiro coniata nel 1783: si tratta di una raffinata 6400 reis con ritratti accollati al dritto e stemma del Regno di Portogallo al rovescio (stima600/800 euro). Numerose anche le coniazioni auree di Francia, fra cui molte in lotti multipli; tra quelli singoli, invece, ecco il lotto 466, 100 franchi al tipo del Genio alato con data 1912, Spl/qFdc alla stima di 1300/1500 euro. Più “esotica” e certamente affascinante, quindi, la moneta al lotto 484, un mohur indiano di Hyderabad del 1914 con al dritto la moschea del Charminar offerto alla stima di 850/950 euro.
Passando alle papali, altro nucleo importante dell’asta, questo comprende svariate decine di monete soprattutto in argento – piastre e mezze piastre, testoni e giuli – in gradevole conservazione e con notevole varietà di soggetti. Elegantissima, ad esempio, la piastra d’Anno santo 1700 a nome di Innocenzo XII Pignatelli al lotto 619 con stima di 1100/1200 euro. Straordinario per freschezza anche il lotto 627, testone per Clemente XI con tavolo traboccante di sacchetti di monete e legenda IMPERAT AVT SERVIT: coniato nel 1703, è stimato 1200/1800 euro.
Pressoché perfetto il doppio giulio di Pio VI, anno 1780-VI, al lotto 660: raro e con preziosa patina di medagliere, è stimato 550/750 euro. È di 300/400 euro, invece, la stima per un’altra bella moneta papale, il raro scudo del 1803-I a nome di Pio VIII coniato dalla zecca di Roma al lotto 683. Seguono moltissimi altri esemplari a nome di Gregorio XIV e Pio IX con conservazioni eccellenti o caratteristiche di rarità. Vasta, infine, l’offerta di libri, cataloghi e listini di numismatica e medaglistica, sempre essenziali al vero collezionista per poter coniugare passione e cultura.