di Roberto Ganganelli | Inizia il mese di febbraio e, quando meno te lo aspetti, ecco l’Ufficio Filatelico Numismatico di San Marino diramare i primi tre bozzetti relativi a monete inserite nel programma 2019 destinato ai collezionisti che, si sa, per quanto riguarda il Titano non si concentrano solo in Italia o nell’Eurozona ma sono sparsi un po’ in tutto il mondo.
Si comincia con i 10 euro proof per il 50° anniversario dello sbarco del primo uomo sulla Luna: il rovescio celebrativo che si abbina all’emblema di Stato mostra Neil Armstrong “in posa”, mentre porta la mano alla visiera della tuta spaziale su cui si riflettono sia la superficie del nostro satellite che, lontanissima, la terra. Una porzione del suolo lunare, con i tipici crateri irregolari creati, nel tempo, dall’impatto con asteroidi e detriti spaziali completano, assieme ad un reticolo di inquadratura, la composizione assieme alla scritta 1969-2019 PRIMO UOMO SULLA LUNA e al valore 5 EURO.
Mancando tanto la sigla dell’autore che il segno R della zecca di Roma, viene da supporre che come lo scorso anno il Titano si affiderà ad artisti e ad un’officina all’estero (Vienna?) per la battitura di questa moneta.
Stesso discorso vale per la moneta da 10 euro in argento 2019, versione proof, dedicata al 350° anniversario della scomparsa di Rembrandt del quale è mostrato un Autoritratto giovanile conservato presso le Gallerie degli Uffizi (Firenze) modellato realisticamente nei degìttagli della fisionomia come del tipico abbbigliamento sulla moneta sammarinese (per concessione del Ministero per i beni e le attività culturali italiano).
La sorpresa più piacevole di questo tritico – almeno, a parere di chi scrive – è la bimetallica da 2 euro fior di conio che non si limita, pur con tutte le motivazioni del caso, a commemorare il mezzo millennio dalla scomparsa di Leonardo ma anche la stessa ricorrenza per un altro grande artista del Rinascimento, Andrea Verrocchio.
Ad avvicinare nell’arte i destini di questi due grandi nomi fu l’Arte, così come oggi un dettaglio della loro opera a quattro mani Battesimo di Cristo (olio e tempera su tavola, cm 177×151, Gallerie degli Uffizi) li unisce oggi nel ricordo numismatico. Felice la scelta di Uliana Pernazza il cui monogramma UP compare accanto al ritratto – di tre quarti da dietro – dell’angelo che, nel dipinto, si trova con un suo “collega” in basso, a sinistra, ed assiste alla scena in cui il Battista e la Colomba dello Spirito Santo investono il Cristo della Grazia di Dio. Solo l’iscrizione SAN MARINO e 1519 LEONARDO 2019 focalizza l’attenzione primariamente sul genio di Vinci.
Ci sembra tuttavia originale e ben studiata l’idea di non scegliere una delle opere “celeberrime” e “iconiche” di Leonardo anche per sottolineare come la manualità, la creatività, le abilità di bottega venissero condivise e affinate nel confronto e nella collaborazione fra artisti, oltre che nell’insegnamento ai giovani apprendisti delle diverse arti. Nulla da eccepire, poi, sull’eleganza e la fluidità del bozzetto della Pernazza che si conferma una delle artista di punta della Zecca di Roma alla quale San Marino ha affidato creazione e conio di questa moneta che nasconde un piccolo mistero…
Nel quadro l’angelo ha l’aureola, nella moneta invece no… Viene da pensare che l’autrice della 2 euro si sia concessa una sorta di “licenza” immaginando di osservare il Maestro al lavoro, ad opera non ancora compiuta, regalandoci così un dettaglio inedito del capolavoro, quei capelli che oggi, invece, ammiriamo ricoperti dall’aureo simbolo della santità.