Cos’è il “pesa monete privilegiato”? A vederlo, è un piccolo astuccio in legno dentro il quale troviamo questo e raro strumento di verifica per monete, che potremmo definire un trabocco di tipo moderno non avendo bisogno, a differenza della classica bilancia, di pesi mobili.
L’esemplare che vi mostriamo è esposto al Museo della Fondazione Antica zecca di Lucca ed è tarato per la pesatura delle tre pezzature auree di minor valore nella serie del Regno d’Italia: le 5, le 10 e le 20 lire (il marengo d’oro). Un unico contrappeso in ottone, saldato alla base, equilibra il braccio in acciaio destinato a ospitare, in corrispondenza di altrettante sagome, gli esemplari delle tre specie monetarie.
Il pesa monete privilegiato prodotto dalla ditta Percivale di Firenze dagli anni ’60 dell’800 (courtesy Museo della Fondazione Antica zecca di Lucca)
Ciascuna sagoma contiene l’indicazione del nominale e, come ovvio, ai tondelli via via più pesanti corrispondono posizioni per la pesatura sempre più vicine al fulcro dello strumento. Inoltre, di ogni tipo di moneta è delimitato il contorno in modo da poter verificare che anche il diametro dei tondelli sia quello giusto
Il pesa monete privilegiato, di produzione italiana come indica il marchio di fabbrica G. PERCIVALE | FIRENZE, risale al periodo compreso tra il 1863 ed il 1890 circa essendo tarato, oltre che per il marengo e la sua metà, anche per le 5 lire in oro, la cui produzione si limitò ai soli anni1863 e 1865 presso la zecca di Torino per essere poi sospesa e, infine, definitivamente abbandonata nel 1878 in seguito agli accordi stipulati in seno all’Unione monetaria latina.
La moneta in oro più piccola del Regno d’Italia, le 5 lire di Vittorio Emanuele II (titolo 900 millesimi, diametro mm 17, g 1,57)
Questo trattato internazionale, al quale aderirono oltre all’Italia anche la Francia, il Belgio, la Svizzera e la Grecia, venne stipulato nel 1865 con l’intento di uniformare le monete degli stati aderenti su un sistema bimetallico, caratterizzato da un rapporto oro-argento di 1:15,5 e su un’unità monetaria pesante 5 grammi di argento a 900 millesimi.
Le 20 unità in oro – il celeberrimo “marengo” – corrispondevano, in questo sistema, a 6,45 grammi d’oro a 900 millesimi, da cui discendevano le 10 e le 5 unità aventi pesi, rispettivamente, di 3,22 e 1,61 grammi. Il pesa monete privilegiato qui illustrato, pertanto, poteva essere indifferentemente usato per la verifica di monete in oro denominate in lire italiane, dracme greche, franchi francesi, belgi e svizzeri. Dal poco che sappiamo, fu brevettato nel 1864.
Il classico “marengo” da 20 lire in oro (900 millesimi, diametro mm 21, peso g 6,45)
Si noti, infine, la portabilità di questo curioso strumento legato alla storia della moneta: le sue dimensioni sono, infatti, di appena 17,5 x 5,5 x 1,5 centimetri, tali da consentirne un comodo trasporto nelle tasche della giacca.
Se vi intrigano le antiche bilance pesa monete e gli strumenti con cui, in passato, veniva verificata la genuinità delle coniazioni in metallo prezioso, potete leggere un approfondimento cliccando qui.