Effigia il politico De Stefani e un’antica costruzione del litorale laziale una rarissima medaglia modellata nel 1927
di Carmine Costanzo | Tutti gli appassionati di medaglistica italiana del ‘900 sanno quanto sia vasta la produzione di Pietro Giampaoli (1898-1998) il quale, oltre a innumerevoli monete e medaglie prodotte in serie, realizzò anche molte fusioni e coniazioni “private” o “familiari”, ciascuna in un ridottissimo numero di esemplari.
Dalla storia di Civitavecchia a quella della medaglia
A riprova di ciò, ci fa piacere poter presentare una rarissima medaglia in bronzo di grande modulo (diametro mm 86,5 per un peso di g 305) realizzata nel 1927.
La medaglia è relativa alla storia e al territorio di Civitavecchia, tuttavia definirla “locale” sarebbe riduttivo non solo per la notorietà del suo autore, ma anche per l’importanza storica del personaggio e dell’edificio che raffigura.
Al dritto vi è infatti il busto di Alberto De Stefani (1879-1969), squadrista della prima ora, economista, ministro delle Finanze nel 1922 e del Tesoro dal 1923 fino al 1925 nel governo presieduto da Benito Mussolini.
La legenda riporta il nome del personaggio in latino, ALBERTVS DE’ STEFANIS e sotto il collo del De Stefani la firma P. GIAM | PAOLI F.
De Stefani viene ricordato ancora oggi per essere stato un imprenditore agricolo d’avanguardia e per aver trasformato la sua proprietà di cinquanta ettari, fra Santa Marinella e Civitavecchia, in un’azienda modello.
Un’antica torre di difesa per un moderno imprenditore
Essa prese il nome di “Marangone” perché era situata a ridosso dell’omonimo torrente ed era contraddistinta dalla presenza di un’antica torre d’avvistamento, ancora ben visibile, voluta originariamente da papa Pio V ma edificata all’inizio del XVII secolo.
A pianta quadrata, dotata di una scarpa alla base, la torre è disposta a bastione con uno spigolo orientato in maniera obliqua rispetto al mare, al fine di ridurre l’effetto dei colpi di cannone che, in questo modo, avrebbero raggiunto di sbieco le pareti, smorzando il loro potere dirompente.
Non a caso, al rovescio della medaglia è proprio riportata la torre Marangone, una delle sessantuno del litorale, eretta per controllare e proteggere il territorio dalle scorrerie dei saraceni. La legenda recita SVSTINENT LILIA TVRRES con, in esergo, A. D. MCMXXVII.
Anche se il pensiero di De Stefani, negli anni ’30, inizia a venir giudicato con sospetto dal regime perché troppo autonomo, e non sempre ortodosso rispetto ai dettami del duce, le attività del politico laziale proseguono – sebbene controllate – con risultati di rilievo soprattutto in ambito culturale.
La votazione del De Stefani a favore dell’ordine del giorno Grandi contro Mussolini, il 25 luglio 1943, costrinse il protagonista della nostra medaglia alla clandestinità; l’azienda agricola seguì le sorti del suo fondatore, rifugiatosi in un convento per sfuggire alla condanna a morte inflittagli durante il processo di Verona del 1944.
La torre Marangone e la “Repubblica dei ragazzi”
In stato d’abbandono nel periodo della Seconda guerra mondiale, la torre Marangone e gli altri edifici della proprietà De Stefani divennero rifugio per alcune famiglie di sfollati ma, nell’agosto del 1945, l’azienda modello venne acquistata dalla Compagnia di san Paolo.
Nacque così il “Villaggio del fanciullo” di Civitavecchia, dove i paolini, aiutati da numerosi volontari laici, si dedicarono al recupero dei ragazzi vittime delle conseguenze della guerra.
Anche attraverso cospicue donazioni di benestanti americani il Villaggio divenne la “Repubblica dei ragazzi”: una realtà che ancora oggi prosegue la sua storia fra la collina e il mare su cui ancora domina la torre effigiata sulla medaglia.
Una medaglia che si aggiunge al corpus delle splendide realizzazioni di Pietro Giampaoli: un artista ancor giovane, nel 1927, ma che già mostra capacità finissime sia nella resa dei ritratti che nella riproduzione delle architetture.