Il nuovo volume di Fabio Pettazzoni è una vera e propria miniera (alla portata di tutti) per approfondire i simboli presenti nella numismatica classica
di Roberto Ganganelli | Medico, socio dell’Accademia italiana di studi numismatici, Fabio Pettazzoni ha pubblicato ormai da qualche mese un volume, per i tipi delle Edizioni D’Andrea, dal titolo I simboli nelle monete antiche (ISBN 978-88-98330-34-8, € 70,00) che, per la sua utilità e completezza si avvia a diventare un’opera necessaria per ogni appassionato e studioso di numismatica.
Non solo numismatica classica, si badi bene, dal momento che quanto elaborato, sintetizzato con cura, organizzato dall’autore è un vero e proprio patrimonio utile a qualunque persona si approcci alla storia e si imbatta in una moneta di epoca classica. “Una moneta antica – scrive infatti Pettazzoni nell’introduzione – è un documento ufficiale, il linguaggio iconico che la connota è assolutamente singolare e distintivo della comunità che l’ha emessa”; per questo, ogni simbolo che incontriamo su una moneta ha un significato (talvolta, più d’uno) e in ogni caso non è mai un elemento casuale.
Così, nel solco degli studi del progetto LIN (Lexicon Iconographicum Numismasticae), Pettazzoni allestisce – con un apparato di immagini assolutamente all’altezza dell’approccio e del suo sviluppo – quello che vediamo intitolarsi Glossiario dei simboli che compaiono nelle monete classiche, ad iniziare da quell’Abaco che ad esempio è tenuto in mano dalla Liberalitas su alcune emissioni imperiali romane, per proseguire poi con la ben nota Adolcutio, l’Adventus e l’Airone fino al lemma Zeta, settima lettera dell’alfabeto greco arcaico usata come numerale, anche per indicare la settima officina di emissione di una data zecca.
Nelle quasi trecento pagine, ricche di più di 450 foto a colori, Fabio Pettazzoni mostra di aver compiuto un mirabile lavoro di sintesi – lo confermano anche le centinaia di titoli citati in bibliografia – senza mai venir meno ad un metodo che riesce a coniugare approfondimento e divulgazione, chiarezza espositiva e rigore di lettura.
Il volume I simboli nelle monete antiche è introdotto da una Presentazione a firma di Michele Chimienti, presidente dell’Accademia italiana di studi numismatici, il quale sottolinea come l’opera abbia avuto una lunga genesi – e non poteva essere altrimenti, data la mole di ponderate informazioni che contiene – e che il risultato appaia del tutto all’altezza delle aspettative dei lettori e delle ambizioni di approfondimento dell’autore.
Considerazioni che condividiamo, dal momento che un testo come questo dovrebbe far parte – a nostro parere – della biblioteca di base, ad esempio, per gli studenti di lettere classiche e archeologia, come di quello di collezionisti e professionisti che, in tanti casi, si arrampicano sugli specchi per esplicitare il significato di una “patera”, il perché di un “timone” oppure inciampano impietosamente nella descrizione di simboli derivati dalla mitologia, divinità varie, creature fantastiche.
Spaziando dalla monetazione greca e magno greca a quella italica, da quella romana alle emissioni orientali, Fabio Pettazzoni – di cui Chimienti sottolinea la metodicità e la costanza con cui, lento pede, ha dato vita ad un volume così importante, che le Edizioni D’Andrea con lungimiranza hanno voluto dare alle stampe.
Di quel mosaico immenso di simboli che è la monetazione antica, ora, abbiamo un quadro esemplare e, soprattutto, non relegato agli ambienti accademici, ma alla portata di chiunque desideri sapere di più sugli oggetti (numismatici) della propria passione.
“A quattro mani” con Michele Chimienti, Fabio Pettazzoni ha anche firmato un volume dal titolo Le monete del Regno Unito. Storia e araldica di cui potete leggere la nostra presentazione cliccando qui.