A marzo sono arrivate due monete, oggi la medaglia dei 250 anni della Guardia di Finanza. Due secoli e mezzo di valori, eroismo, continua evoluzione per un corpo che affonda le sue origini nel lontano 1774 quando col nome di Legione truppe leggere venne istituito nell’ambito del Regno di Sardegna per diventare, nel 1862, Corpo delle guardie doganali e assumere il nome di oggi – salvo che per l’aggettivo “Regio” – nel 1881.
Per gentile concessione dell’artista Sandra Deiana, i bozzetti originali per la medaglia celebrativa dei 250 anni della Guardia di Finanza
L’incarico di produrre la medaglia dei 250 anni della Guardia di Finanza è stato affidato alla storica zecca fiorentina Picchiani & Barlacchi la quale, a sua volta, ha avuto in Sandra Deiana la mano creativa che ha riassunto il messaggio che il Comando generale delle Fiamme gialle ha inteso comunicare con questa coniazione celebrativa.
Un dritto simbolico, suggestivo dominato dal grifone che campeggia sullo stemma araldico della Guardia di Finanza il quale, con le zampe anteriori, protegge il forziere, emblema delle attività finanziarie; nel campo un tralcio d’edera, simbolo di persistente fedeltà, ma anche di segretezza.
I gessi preparatori dai quali la Picchiani & Barlacchi ha ricavato i coni per produzione di serie della medaglia (courtesy Sandra Deiana)
Un po’ come l’attività delle Fiamme gialle, quotidiana e costante nella tutela dei cittadini e dello Stato dai reati di tipo finanziario, da quelli tradizionali a quelli digitali, sempre più insidiosi e in crescita. Il tutto è completato in basso da una mostrina da finanziere con la stelletta a cinque punte che contraddistingue l’appartenenza alle forze armate italiane.
Il rovescio della magnifica medaglia per i 250 anni della Guardia di Finanza, invece, è stato ideato da Sandra Deiana per mettere in relazione le origini e il presente – proiettato verso il futuro – del corpo. Due profili si fronteggiano: quello di un milite della Legione truppe leggere sabauda, in uniforme storica col monogramma VA di Vittorio Amedeo III di Savoia sul copricapo, e quello di una giovane finanziera in uniforme moderna e basco di ordinanza. Sullo sfondo quella vetta montuosa, simbolo di confine, che si trova anche nello stemma araldico del corpo.
Il logo del 250°, il grifone che protegge il forziere, la mostrina delle Fiamme gialle e un ramo d’edera a ingentilire e completare la composizione del dritto
NELLA TRADIZIONE IL FUTURO è il motto scelto per completare, con le date 1774 e 2024, questa medaglia per i 250 anni della Guardia di Finanza che è stata coniata in bronzo patinato a mano, esemplare per esemplare, e che sarà utilizzata come omaggio istituzionale. Manca invece il motto NEC RECISA RECEDIT (“Neanche spezzata retrocede”), adottato ufficialmente dal corpo nel 1933 e scritto inizialmente da Gabriele D’Annunzio nel 1920 su una foto che egli donò ad alcuni finanzieri, assieme alle parole “Alle Fiamme gialle, onore di Fiume”.
Un milite della Legione truppe leggere del XVIII secolo e una giovane di oggi in uniforme: tradizione e futuro insieme per i 250 anni della Guardia di Finanza
Onore d’Italia, il corpo della Guardia di Finanza: 64 mila effettivi, donne e uomini che vigilano giorno e notte sul sistema finanziario, sui confini nazionali, ma che operano anche in missioni di soccorso e di prevenzione del crimine su tutto il territorio nazionale e sui mari, tanto da costituire da sempre uno degli elementi identitari della nostra Nazione e uno dei baluardi della sua sicurezza.
Per scoprire le due monete commemorative che IPZS ha dedicato ai due secoli e mezzo delle Fiamme gialle, una 2 euro e una 5 euro in argento a colori, cliccate qui.