di Antonio Castellani | Lo sapevate che il potere ecclesiastico sulla città di Ginevra terminò solo nel 1533 con la cacciata dell’ultimo vescovo cattolico, Pierre de la Baume (1477-1544)? La ragione di tale espulsione, non certo priva di possibili conseguenze negative per la città, fu il fatto che da tempo il prelato tentava di portare Ginevra sotto il controllo di Casa Savoia. Nel 1535 Farel e Calvino, così, tentarono di portare in città l’ondata innovatrice della Riforma ma con scarso successo, tanto che furono entrambi messi al bando. Il Consiglio cittadino, organo di governo civile, riprese saldamente le redini del potere e riprese anche a battere moneta, in segno di autonomia da ogni forma di influenza politica o religiosa esterna.
Maestro di zecca, nel 1532, era stato nominato Claude Savoie, che fino ad allora aveva lavorato per i Savoia nell’officina monetaria di Cornavin: e quasi a rimarcare il netto taglio con lo strapotere vescovile che fino al allora aveva soggiogato Ginevra, le prime monete che il Savoie batté vennero realizzate niente meno che con l’argento ottenuto dalla fusione di una raccolta di oggetti ecclesiastici.
Nel 1540 fu la volta delle prime monete d’oro ginevrine che dal punto di vista metrico ponderale vennero allineate, anche per favorirne l’uso, allo scudo aureo di Francia in voga all’epoca. Tuttavia, queste monete non ebbero successo e vennero ritirate nel 1544.
Fu così che la città elvetica diede un’occhiata a quanto accadeva sul mercato monetario italiano adottando la pistola come moneta d’oro standard e coniandone a partire dal 1633 assieme a ducati, doppie e quadruple.
Nel XVIII secolo, in particolare, la pistola d’oro fu l’unica moneta battuta a Ginevra con il biondo metallo: il Consiglio di governo – con decreto del 15 agosto 1752 – stabilì che da un marco di Parigi nel dovessero essere ricavate 43 e 1/5 monete a 22 carati del valore di 10 lire o, in modo equivalente, di 35 fiorini mm 22 circa per g 5,63 circa).
La celebre pistola, come le altre emissioni auree ginevrine, mantenne inalterata nel tempo la sua iconografia: al dritto lo stemma cittadino, con l’indicazione, variamente abbreviata, RESPUBLICA GENEVENSIS; al rovescio il motto POST TENEBRA LUX (“Dopo le tenebre, la luce”) con il sole al centro del quale campeggia il nome abbreviato di Gesù, che appare praticamente su ogni tipo di moneta emesso a Ginevra nel tempo.