Ci scrive un nostro lettore, che ringraziamo: “Vorrei sottoporvi un reperto che ritengo interessante per una valutazione. Si tratta di un foglio di cm 49,5 x 30,0 contenente quattro prove di stampa di banconote italiane ‘volto di donna’ da 50.000 lire.
Il foglio è stato successivamente diviso in due parti. Le banconote presentano un timbro ANNULLATO su un lato. La qualità carta, della stampa, il formato del foglio e il timbro sembrano indicare che si tratti di una prova di stampa o di un controllo legato al processo produttivo. Vi ringrazio anticipatamente per il vostro tempo e per l’attenzione che vorrete dedicare alla mia richiesta”.
Fronte e retro del “misterioso” foglio con stampate quelle che sembrano essere quattro banconote da 50.000 lire “volto di donna” emesse dalla Banca d’Italia
I fogli per i quali ci viene chiesto un parere raccontano molto dell’interessante legame tra vero e falso, tra istituto di emissione e falsarii. Infatti le banconote riprodotte non sono autentiche. La tipologia, una 50.000 lire della Banca d’Italia denominata “volto di donna” o “volto femminile”, è entrata in circolazione il 18 ottobre 1977 e ha avuto corso legale fino al 1° dicembre 1986. Il foglio di quattro falsi, dunque, è interessantissimo perché ci mostra lo “stato dell’arte” di un falsario italiano a cavallo del 1980.
Un esemplare originale della banconota che rimase in circolazione da fine 1977 al 1986
La costruzione del disegno per la realizzazione delle banconote false somiglia a quella della Banca d’Italia. Tra le specifiche tecniche se ne segnalano alcune: (1) più biglietti stampati su uno stesso foglio; (2) simboli per il corretto posizionamento del foglio e dei cliché; (3) filigrana creata sulla carta, non “stampata”.
Allo stesso modo, su questo tentativo di contraffazione delle 50.000 lire “volto di donna” si evidenziano una particolare qualità e cura verso numerosi dettagli, tra questi il disegno del fondo, i colori, la centratura di stampe e filigrana, il dettaglio della filigrana stessa, il filo di sicurezza (probabilmente solo stampato, ma efficace) e la numerazione (varia, non sequenziale).
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Interessanti dettagli delle banconote contraffatte: si notino la filigrana, il filo di sicurezza stampato e non integrato nel foglio di carta, la buona qualità dell’incisione dei soggetti
Al contrario, invece, oltre alla lucentezza e tipologia della carta (sarebbe interessante verificare la presenza delle fibrille fluorescenti con una lampada di Wood), tradisce il falsario la scelta del carattere dei numeri di serie, ben diverso dall’originale. Molto spesso, anche in altre tipologie, di epoche passate e contemporanee alla 50.000 lire “volto di donna”, forma e dimensione dei numeri di serie hanno rappresentato alcuni tra gli elementi più importanti per determinare se una banconota fosse genuina oppure no.
Merita, infine, una nota speciale il timbro ANNULLATO posto su ciascun esemplare delle “banconote” da 50.000 lire “volto di donna” inviate dal lettore. Esso è la dimostrazione che il foglio è probabilmente stato oggetto di un sequestro e di una indagine, i cui faldoni sono stati in seguito distrutti o dismessi. Un funzionario solerte, o forse solo curioso, anziché distruggere queste “prove di reato”, le ha salvate regalando alla numismatica un oggetto che ci parla di una costante battaglia tra il vero e il falso.
A sbugiardare l’anonimo falsario di qualche decennio fa anche i caratteri dei numeri di serie
L’analisi delle migliori falsificazioni esistenti, infatti, è strettamente correlata alla necessità, da parte degli istituti di emissione e delle officine di stampa, di aggiornare continuamente la veste grafica della cartamoneta in circolazione, adeguandola a standard di sicurezza sempre più elevati. Accadeva ieri con la lira, accade oggi con l’euro e con la moneta digitale.
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