Una moneta bimetallica per il grande autore, attore e regista napoletano nato 120 anni fa | Un volto che incarna Napoli, un’epoca e la storia di un paese
di Roberto Ganganelli | “Quando sono in palcoscenico a provare, quando ero in palcoscenico a recitare […] è stata tutta una vita di sacrifici. E di gelo. Così si fa il teatro. Così ho fatto! Ma il cuore ha tremato sempre tutte le sere! E l’ho pagato, anche stasera mi batte il cuore e continuerà a battere anche quando si sarà fermato”.
Queste le parole pronunciate da Eduardo de Filippo a Taormina, nel suo ultimo discorso poco prima della sua scomparsa, avvenuta il 15 ottobre 1984. Era nato a Napoli, inutile forse ricordare questo dettaglio, il 24 maggio del 1900 e, quando se ne andò, oltre che poeta, drammaturgo, scrittore, attore e regista era da tre anni, per volere del presidente Sandro Pertini, anche senatore a vita della Repubblica Italiana.
“Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri, nella vita, recitano male” amava dire ancora l’autore di Napoli milionaria, Natale in casa Cupiello, Filomena Marturano e di tanti altri indimenticabili copioni teatrali, adattamenti, poesie e racconti.
Eduardo, teatro, vita: 5 euro di emozione e ricordi
Così, a 120 anni da quanto Eduardo è venuto al mondo, nel quartiere Chiaia, figlio naturale di un altro grande delle scene – Eduardo Scarpetta – il Poligrafico e zecca dello Stato italiano gli dedica una moneta, una suggestiva 5 euro bimetallica coniata su modelli di Maria Carmela Colaneri per la serie, “nuova di zecca”, dedicata ai grandi artisti italiani.
E allora, sipario! Come quello da cui, sul dritto, spunta il volto familiare, angoloso e sorridente – un sorriso dolce amaro, come la vita e il caffè – del grande Eduardo; un ritratto espressivo, iconico e al tempo stesso profondamente vivo.
Del resto, le piéce di Eduardo lo hanno consegnato – lui, sempre un po’ schivo e perfino burbero, anche nella vita – a quell’immortalità dell’arte a cui tanti altri uomini e donne di teatro hanno, spesso, soltanto aspirato per vanità.
Eduardo, teatro, vita: 5 euro italiani, bimetallici e poligonali per inaugurare una nuova serie numismatica dedicata ai grandi artisti del nostro paese
Al rovescio il boccascena di un teatro all’italiana: i palchi, le quinte e, sul palco, una sedia e un tavolo. Due elementi scarni, domestici – ma così profondamente simbolici – che riassumono quella dimensione intima e pulsante, di quartiere popolare, e al tempo stesso così universale che i personaggi e le storie di De Filippo hanno raccontato facendoci ridere, piangere e riflettere. In basso un peperoncino, una caffettiera – ovviamente, “napoletana” – e la “tazzulella”, oggetti che incarnano un’origine culturale – quella partenopea – ed una vera e propria filosofia di vita.
Un retaggio culturale e popolare, quello partenopeo, celebri nel mondo per le opere di Eduardo come per la pizza per la quale la stessa Maria Carmela Colaneri ha firmato, nel programma numismatico 2020, un’altra 5 euro – in cupronichel a colori, clicca qui per saperne di più – che è andata esaurita in brevissimo tempo nonostante i problemi di commercializzazione legati al coronavirus.
Elegante, moderno, il packaging adottato dalla Zecca per i 5 euro dedicati ad Eduardo conferma la proiezione della numismatica tricolore verso il futuro
Poligonale, bimetallica, fondo specchio: tutto quello che c’è da sapere
Bronzital all’esterno, cupronichel all’interno invece per i 5 euro Eduardo, battuti dalla Zecca nel formato di 27,50 millimetri per 9,40 grammi di peso con profilo esterno poligonale a sedici lati e finitura proof. Settemila esemplari a corso legale dall’11 maggio scorso, commercializzati in coin card – anche attraverso il sito di IPZS, cliccate qui – al prezzo di 30,00 euro ciascuno.
Se volete saperne di più sul grande Eduardo cliccate qui. E se volere lasciarvi incantare dall’ultimo, commovente discorso che tenne al Teatro Greco di Taormina cliccate qui.
“Cliccate, cliccate… Bravo… Accussì ve site sciupato tutta ‘a poesia!”, starà pensando ora Eduardo da lassù. Perdonatemi Maestro, e “grazie” per ogni volta che si apre la scena su una delle vostre “criature”…