Le aste numismatiche sono spesso il palcoscenico dove, a distanza di anni, riappaiono monete eccezionali di cui vale la pena raccontare la storia: è il caso del multiplo da due solidi di Costantino il Grande (303-337) che passerà in vendita nell’asta MDC Monaco del 23-24 ottobre prossimi al lotto 185.
Si tratta di una moneta in oro, coniata a Salonicco nel 326 circa, che pesa 8,72 grammi per un diametro di 26,3 millimetri e con orientamento dei coni a ore 6 che, pur essendo apparsa in altre aste precedenti (Tkalec del 1998, quindi Numismatica Ars Classica 88 del 2015 e 111 del 2018), suscita scalpore ogni volta per la sua eleganza e unicità.
Asta MDC Monaco del 23-24 ottobre 2024, lotto 185: multiplo da due solidi di Costantino il Grande per Tessalonica, anno 326 d.C. (dirtto)
Meritevole, in asta MDC Monaco, di una base di ben 200.000 euro, il multiplo da due solidi di Costantino reca al dritto la legenda COSTANTINVS | AVG e il profilo rivolto a destra, circondato da una fascia, dell’imperatore. Al rovescio la legenda SENA | TVS con l’imperatore in piedi rivolto a sinistra, diademato, togato, che nelle mani sorregge uno scettro (nella sinistra) e un globo (nella destra); in esergo la sigla della zecca SMTS (Sacra Moneta Thessalonica).
Dal tondello ampio e con impronte ben centrate, il doppio solido di Costantino reca – si legge nel catalogo d’asta – “segni di manipolazione con linee sottili nei campi. La lucentezza originale è appena brunita, con una gradevole patina dorata. Spettacolare, con un ritratto magnifico”.
Praticamente in fior di conio, la moneta è anche l’unico esemplare conosciuto di questa eccezionale tipologia che narra una pagina di storia imperiale fondamentale nel regno di Costantino il Grande. L’anno 326, infatti, fu segnato per Costantino dalla condivisione del potere con Costanzo II, suo secondo figlio avuto da Fausta, già elevato al rango di cesare dal novembre 324, dopo la sconfitta di Licinio I.
Asta MDC Monaco del 23-24 ottobre 2024, lotto 185: multiplo da due solidi di Costantino il Grande per Tessalonica, anno 326 d.C. (rovescio)
Il Codex Theodosianus ci narra che Costantino fu ad Eraclea il 3 febbraio e il 5 marzo, poi a Costantinopoli l’8 marzo. Da lì Costantino probabilmente si fermò a Salonicco prima di proseguire verso ovest, arrivando ad Aquileia ai primi di aprile per iniziare un soggiorno in Italia di quasi otto mesi.
In Italia, l’imperatore partecipò alle celebrazioni per i Vicennalia – il suo 20° anniversario di potere – e per i decimi compleanni dei suoi due figli maggiori, Crispo e Costantino II. Questo multiplo da due solidi di Costantino, dunque, potrebbe essere stato distribuito all’inizio di aprile del 326 proprio a Salonicco.
L’anno 326 è importante, tuttavia, anche perché segna la conversione di Costantino al Cristianesimo. L’imperatore, secondo Zosimo, fu infatti assalito dal rimorso dopo aver ucciso il figlio maggiore Crispo, figlio di Minervina, sua prima moglie o concubina, e anche Licinio il Giovane, suo nipote. Anche la sua seconda moglie Fausta, peraltro, morì in circostanze tragiche nel 326 o 329.
Siliqua per la zecca di Siscia coniata nel 326-327 d.C. con il ritratto dell’imperatore che innalza lo sguardo verso Dio, subito dopo la conversione al Cristianesimo
Secondo Zosimo, Costantino abbandonò l’antica religione per la fede dei cristiani “che portava la promessa che gli infedeli che si convertivano ad essa sarebbero stati immediatamente purificati da tutti i crimini”. Certo, sul multiplo da due solidi di Costantino non appaiono esplicitamente simboli cristiani ma alcuni studiosi vedono in quello sguardo dell’imperatore rivolto al cielo – “Eyes to God”, viene spesso indicato nei testi inglesi – proprio un segno della conversione.
Un tipo di ritratto monetale che, del resto, appare da quel momento in poi anche su altri solidi, su silique in argento e follis in rame coniati in varie officine, tutte monete più semplici da reperire rispetto a questo eccezionale multiplo da due solidi di Costantino che, presto, delizierà un facoltoso collezionista da qualche parte nel mondo.
Follis coniato dalla zecca di Heraclea nel 327-329 d.C. con ritratto similie a quello del multiplo da due solidi battuto a Tessalonica nel 326 d.C.
Concludiamo con qualche parola sui simboli del potere, lo scettro e il globo, che Costantino tiene in mano sul ritratto al rovescio: entrambi sono delineati in modo evidente, il globo non è liscio bensì “gemmato” e lo scettro robusto e ornato. Quasi a voler sottolineare come la conversione dell’imperatore non ne mutasse il potere terreno, politico e militare, anzi ne consolidasse il fondamento grazie alla benevolenza e alla protezione del (nuovo) Dio adorato dal sovrano.