Sarà presentato a Firenze un volume su Enrico Michelassi, poliedrico artista autore anche di numerose medaglie di pregio e sigilli
di Alessio Montàgano | Fiorentino di razza, nato nel 1872 e scomparso nel 1957, il professor Enrico Michelassi è stato un artista poliedrico sulla cui esistenza e produzione il pronipote, Francesco Bernocchi, ha appena dato alle stampe un interessante volume.
Il libro, dal titolo Enrico Michelassi. Un incisore fiorentino (1872-1957) ci offre uno spaccato su mezzo secolo di attività artistica nella Firenze fra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento e verrà presentato a Firenze in due eventi dedicati. Il primo si svolgerà martedì 30 maggio alle 17.30 presso l’Oratorio della Venerabile arciconfraternita della misericordia di Firenze, in Piazza Duomo 18 e, dopo i saluti iniziali, dialogherà con l’autore la scrittrice e storica Annalisa Marchi.
Secondo appuntamento con Enrico Michelassi venerdì 9 giugno alle ore 17.00 presso le Sale di Firenze Capitale in Palazzo Vecchio (III piano), in Piazza della Signoria. Aprirà l’incontro il presidente del Consiglio comunale di Firenze, Luca Milani, al quale seguirà un intervento del presidente della Società di San Giovanni Battista, Claudio Bini. Dopo i saluti dialogherà di nuovo con l’autore la scrittrice e storica Annalisa Marchi.
L’incisione fiorentina di cui Enrico Michelassi fu valido esponente, producendo anche numerose medaglie e sigilli per importanti personalità, ha una lunga tradizione che affonda le sue radici all’epoca del fiorino d’oro, ideato per dotare la città e i suoi operosi mercanti di una valuta di più alto potere liberatorio e che fosse universalmente accettata rispetto alle monete d’argento locali, diverse tra loro per peso e intrinseco.
Tra gli incisori che si succedettero alla zecca di Firenze vi furono artisti del calibro di Benincasa di Lapo, Dato di Giunta, Michelozzo di Bartolomeo, Bastiano Cennini, Benvenuto Cellini, Pier Paolo Galeotti e Domenico Poggini, per citare i più noti, ma forse molti non sanno che tra gli eredi di questa arte incisoria vi fu anche Enrico Michelassi, il bisnonno cioè dell’autore del libro.
Il libro è il frutto della passione e della curiosità di Francesco Bernocchi, collezionista a tutto tondo e curioso appassionato di storia locale, scritto grazie una personale ricerca pluriennale che lo ha condotto passo a passo a scoprire le orme del suo bisnonno, un eccellente artista e artigiano fiorentino doc.
Attraverso il racconto della sua attività, l’autore fornisce una interessante testimonianza dell’artigianato fiorentino e della formazione necessaria per tramandare questa conoscenza, mentre nell’impegno verso la comunità offre una testimonianza sulla storia e l’attività di alcune associazioni fiorentine come la Misericordia, la Società di San Giovanni Battista e il Terz’Ordine Mercedario.
Il professor Enrico Michelassi era un accademico autodidatta, proveniente da una dura gavetta e nella sua carriera durata mezzo secolo gli sono stati conferiti molti riconoscimenti da molteplici parti. Il suo studio di incisione, ma forse potremmo meglio definirlo come una “bottega artigiana rinascimentale”, era sito in Piazza del Duomo, a pochi passi cioè di quei luoghi frequentati dai più grandi artisti fiorentini dell’epoca che lo precedettero.
Qui si avvicendavano i ragazzi per imparare un mestiere; questi disegnavano, lavoravano i metalli, incidevano, martellavano e sotto il controllo severo del “maestro” ne uscivano formati e adulti, un po’ come accadeva cinque secoli prima nella “fucina dei geni” diretta dal Verrocchio.
Tra le iniziative del Michelassi merita menzionare la fondazione della Scuola fiorentina di incisione, cesello e calcografia in via de’ Malcontenti a Firenze, da lui fortemente voluta con l’appoggio dell’Accademia delle arti e del disegno, la Federazione degli artigiani, il Consorzio per l’istruzione tecnica e il Comune di Firenze. Scuola che ha diretto personalmente per dieci anni, formando generazioni di incisori e tramandando quell’amore verso la materia che ancora oggi traspare nei suoi capolavori che adornano, non solo a Firenze, i locali di molteplici enti privati e pubblici con gusto e raffinatezza, e che magari sono custoditi anche da qualche collezionista, ignaro, lettore di Cronaca numismatica.