Da leggere: “La PARPAGLIOLA milanese della PROVVIDENZA”

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parpagliola milanese della provvidenza moneta mistura

È uscito un dettagliato studio che Tiziano Francesco Caronni ha dedicato alla parpagliola milanese della Provvidenza coniata da metà XVI a metà XVII secolo

 

di Roberto Ganganelli | “Nominale ‘povero’ della ricca monetazione milanese sotto la dominazione spagnola”: con queste efficaci parole Tiziano Francesco Caronni, nelle righe introduttive di questo suo nuovo volume, definisce la parpagliola della Provvidenza battuta durante i regni di Filippo II, III e IV ossia nel periodo che va dal 1554 al 1665.

Una moneta che ha acceso la curiosità collezionistica e di ricerca di Caronni portandolo a dare alle stampe questointeressante saggio catalogo ragionato – “con lo stesso dettaglio dato da Carlo Crippa nella sua opera per la catalogazione dei nominali più importanti”, sottolinea l’autore – nel quale confluiscono i risultati di anni di certosine ricerche e la presentazione di circa duecento esemplari.

La parpagliola milanese della Provvidenza è così chiamata per il suo soggetto: al dritto con il nome della città di Milano che circonda lo stemma inquartato con aquila e la biscia e, ai lati della corona, rami di palma e di olivo si abbina in fatti un rovescio con la legenda PROVIDENTIA e la personificazione della Provvidenza, appoggiata a una colonna, che con una bacchetta tocca un globo posto a terra.

parpagliola milanese della provvidenzaMoneta “facile” da collezionare e classificare? Tutt’altro, come dimostrano le 56 pagine e le nove tavole fotografiche riassuntive in cui Caronni dettaglia i risultati della sua ricerca: per ogni scheda, infatti, la puntualità della descrizione non si limita solo alle tante varianti di dettagli iconografici riscontrate in raccolte pubbliche e private, ma anche alle varianti di legenda, ancor più numerose.

Moneta in mistura, di basso valore, la parpagliola milanese della Provvidenza ebbe infatti una produzione costante e cospicua costringendo la zecca di Milano a una continua realizzazione di nuovi coni, talvolta più curati e raffinati e, in altri, casi, più “grossolani” nei dettagli o nella composizione delle legende.

Interessanti e utili le tavole riassuntive delle tipologie che, sovrano per sovrano, esplicitano in modo visuale, efficace, i quali dettagli si differenziano ad esempio le volute che ornano lo stemma di Milano o la figura sul rovescio ed i suoi attributi.

Le tavole finali del volume (ISBN 979-12-210-3247-5, senza indicazione di prezzo) riproducono tutti gli esemplari in catalogo a misura reale mentre nelle singole schede sono presenti anche ingrandimenti, assai utili per la lettura di esemplari il cui diametro si aggira mediamente sui 17-20 millimetri.