Rupie, bese, talleri, lek e perfino yuan: da Assab all’AFIS, dal Corno d’Africa alla Cina, il meglio della numismatica coloniale italiana viene proposto per la prima volta all’incanto in un’asta d’eccezione
informazione pubblicitaria | Da Assab all’AFIS, da quella prima porzione di territorio africano acquistato dall’Italia nel 1882 tramite la Società Rubattino al secondo dopoguerra quando la Somalia, fra il 1950 e il 1960 venne posta sotto l’amministrazione fiduciaria del nostro paese: questi gli estremi della parabola coloniale italiana.
Un periodo storico controverso e affascinante che, naturalmente, anche monete e banconote testimoniano e che Nomisma Verona presenta in un’asta di eccezione, la numero 4, che andrà in scena a Villa Mosconi Bertani (Via Novare 2, 37024 Arbizzano-Santa Maria, Verona) domenica 12 novembre a partire dalle ore 10.00.
Il termine delle offerte pre asta è fissato per domenica 12 novembre 2023 alle ore 9.00; l’esposizione dei lotti si terrà sabato 11 novembre a partire dalle ore 10.00 presso la sede di Nomisma Verona in Via Legnago 144. I giorni precedenti sarà possibile visionare i lotti solo su appuntamento. Il giorno dell’asta, domenica 12 novembre, non sarà possibile visionare e ritirare i lotti aggiudicati. Per informazioni: tel. 045.4949612, mail info@nomisma-aste.it.
Sono 372 i lotti in catalogo, facenti parte di una collezione unica nel suo genere e messa insieme con passione certosina comprendendo sia emissioni metalliche che cartacee di normale circolazione che autentiche rarità, prove, progetti. Eccone una selezione per voi, per un viaggio numismatico “da Assab all’AFIS” ricco di fascino e unico nel suo genere
Lotto 1 | Progetto in rame di tallero Impero abissino / Colonia italiana in Africa s.d. (1889). Per l’ipotesi di intercircolazione tra Etiopia e la Colonia italiana in Africa. Come riportato da Pagani nella sua opera, questo progetto venne preparato a seguito della convenzione tra l’Italia e l’Etiopia firmata a Napoli il 1° ottobre 1889. Tale proposta non ebbe seguito e solo il rovescio, con qualche modifica, venne usato nella moneta battuta nel 1891 per la Colonia Eritrea. Questo esemplare, unico, citato dal Pagani stesso e fotografato, proviene dalla raccolta Filippo Speranza, incisore della Regia Zecca. Unico, base d’asta 15.000 euro.
Lotto 57 | Un “classico” della monetazione di Vittorio Emanuele III, le 20 lire Aquila del 1902, rarità R4, coniato con l’oro estratto dalle miniere della Colonia Eritrea. Furono solo 115 gli esemplari di questo tipo coniati, dato che il sottosuolo della colonia d’Africa non diede mai quantitativi di metallo prezioso tali da poter essere impiegati per la monetazione in modo estensivo. In slab NGC NGC grading MS63 PL, base 30.000 euro.
Lotto 70 | Un altro pezzo d’eccezione, l’unico esemplare conosciuto della moneta da 4 bese in argento con data 1909 per la Somalia Italiana. Domenico Luppino, nella sua opera, la classifica R5 senza alcuna indicazione del valore. Proveniente dalla ben nota collezione Farouk, re d’Egitto, è in conservazione fior di conio e parte da 25.000 euro di base.
Lotto 94 e lotto 96 | Tra le monete coloniali italiane, e non tutti lo sanno, ve ne sono alcuni esemplari che – nel corso del Primo conflitto mondiale, 1915-1918 per l’Italia – portano l’indicazione dell’anno di guerra. È il caso di questa rupia per la Somalia Italiana mai apparsa sul mercato, proposta in fior di conio a 30.000 euro. Stesse considerazioni valgono per la mezza rupia del 1915 con dizione al rovescio 1° ANNO DI GVERRA ai lati della corona: si tratti di un esemplare unico e perfetto con base di 30.000 euro.
Lotto 101 | Passato il conflitto, in piena crisi economica post bellica, la produzione di monete coloniali in metalli preziosi si riduce drasticamente: ecco perché la rupia d’argento del 1921 è tra gli esemplari più ricercati dell’intera monetazione del Regno d’Italia e settori collegati. In slab PCGS, grading/stato MS63, merita la bellezza di 80.000 euro di base.
Lotto 126 | Sono 20.000 gli euro di partenza, invece, per il progetto del tallero 1918 ex collezione Curatolo. Definito “di presentazione”, è noto in due soli esemplari. Alberto Santamaria aveva acquistato, qualche un complesso di monete e prove di conio già appartenute all’incisore Attilio Silvio Motti. Santamaria afferma che “si trovò di fronte a due esemplari del Tallero d’Italia che risultavano, a prima vista, di dimensioni e di peso assai maggiori dei talleri usuali. Apparve subito ben chiaro che doveva trattarsi di esemplari speciali, forse di presentazione, da considerarsi come progetti più che come vere e proprie monete”.
Lotto 127 | Un altro tallero tipo REGNVM ITALICVM, ma del tutto speciale (R5) tanto da meritare una base di 30.000 euro è quello con dizione al dritto IV ANNO DI GVERRA impreziosito, oltre che da una conservazione fior di conio, anche dall’essere appartenuto alla collezione Rocca.
Lotto 297 e lotto 298 | Proseguendo nel nostro viaggio da Assab all’AFIS eccoci uscire dal continente africano per tornare in Europa dove Vittorio Emanuele III cinse, nel 1940, la corona d’Albania: di eccezionale rarità sono i 2 lek con data 1940-XVIII come quello proposto in asta Nomisma Verona a 30.000 euro di base. Questa moneta, assieme al lek con stessa data (stessa base) e alle monete da 2 e 1 lek 1941-XIX (lotti 306 e 307) costituiscono un insieme unico e, a partire dalle offerte ricevute su ogni singolo pezzo, saranno poi raggruppate in vendita con base pari alla somma dei singoli prezzi preliminari.
Lotto 312 | Usciamo di nuovo dall’ambito coloniale, ma per ovvie ragioni, ossia per presentarvi un set di pregio assoluto, la serie completa in astuccio Regia Zecca del 1940-XVIII, eccezionale per la presenza delle 100 lire in oro Littore oltre che per la conservazione fior di conio dell’insieme (150.000 euro di base): si tratta della serie annuale più ambita dell’intera monetazione di Vittorio Emanuele III.
Il catalogo delle monete e banconote italiane da Assab all’AFIS proposto da Nomisma Verona e che sarà battuto domenica 12 novembre 2023 comprende anche importanti settori di specializzazione, dalla cartamoneta della Reggenzia italiana del Carnaro – l’occupazione dannunziana di Fiume (leggi qui un articolo) – a quelle della Concessione italiana in Cina di Tientsin (leggi qui un approfondimento) senza contare le banconote della Cassa per la circolazione monetaria della Somalia che, in periodo post bellico, segnano l’epilogo delle emissioni italiane per le colonie e le ex colonie.