Un caso in Emilia Romagna e uno in Umbria | Sotto accusa due rigattieri attivi nei mercatini | Sequestrate oltre cento monete romane

 

a cura della redazione | Dalle edizioni locali di alcuni quotidiani arrivano notizie di quella che appare come una vera e propria campagna estensiva svolta dai nuclei Tutela patrimonio culturale dell’Arma dei Carabinieri contro il commercio illegale di monete antiche.

Rimini Today riporta, tra gli aggiornamenti del 6 marzo, il fatto che i carabinieri di Saludecio hanno denunciato un 51enne brindisino, residente a Forlì, con l’accusa di impossessamento illecito di beni culturali e ricettazione. L’attività investigativa è scattata a seguito di una sospetta attività di vendita di beni di interesse culturale nei mercatini locali.

Gli inquirenti hanno ottenuto un decreto di perquisizione alla Procura della Repubblica ed hanno proceduto all’esecuzione della perquisizione nei confronti dell’uomo, sospettato di custodire in casa del materiale di provenienza non lecita.

E infatti, alla vista dei militari, senza opposizioni, l’uomo ha consegnato la propria raccolta, frutto di acquisizione negli anni nei vari mercatini, soprattutto monete romane di incerta provenienza che, in attesa di perizia, sono state sottoposte a sequestro.

Il Messaggero del 6 marzo – edizione locale – riporta invece di un rigattiere di 67 anni originario di Arezzo che, al mercato antiquario di Città di Castello, in provincia di Perugia, si è fatto pizzicare mentre mostrava un cofanetto di monete romane ancora sporche di terriccio, una sessantina in tutto, ad un potenziale cliente.

Merce che ovviamente non era visibile al pubblico sul banco e che ha insospettito i militari del Tpc in borghese in normale servizio di vigilanza e controllo. L’uomo è ora indagato per violazioni in materie di ricerche archeologiche e altri reati collegati; le monete sotto state poste sotto sequestro.

Il problema degli scavi clandestini e del commercio illegale di monete – e più in generale di reperti archeologici – purtroppo trova ancora oggi vasta diffusione e, spesso, gli oggetti trafugati dai tombaroli vengono rintracciati in vendita su internet o, come in questi casi, sulle bancarelle dei mercatini d’antiquariato. A tutti i collezionisti non possiamo che ripetere l’invito a fare attenzione alla lecita provenienza dei pezzi che acquistano.