Uno sguardo sulla tradizione artistica, tedesca e non solo, di decorare boccali da birra con preziose monete a scopo di ostentazione
di Roberto Ganganelli | Non ce ne voglia il maestro Giuseppe Verdi se prendiamo a prestito – storpiandola a nostro personale uso e consumo – una delle sue arie più celebri, quel brindisi a tempo di valzer che impreziosisce il primo atto della Traviata.
I “lieti calici” di verdiana memoria, nei quali brindavano Alfredo e Violetta, questa volta sono infatti di tipo ben diverso e, ovviamente, numismatici e meritevoli di uno spazio tra le curiosità legate al mondo della moneta.
Quelli che illustriamo, infatti, non sono che tre esempi di uso (e, talvolta, di abuso) dell’oggetto moneta e della sua millenaria funzione estetico simbolica nelle arti applicate, in questo caso l’oreficeria e l’argenteria nelle facoltose famiglie dell’area tedesca.ù
Un tappeto di monete per bevitori d’alto rango…
Si tratta di boccali da birra, di epoche differenti e provenienti da regioni diverse della Germania, accomunati dal fatto di essere decorati, all’esterno, da un tappeto di tondelli.
Il primo, in argento dorato e alto circa cm 20 (fig. 1), è stato realizzato a Königsberg, nel nord della Germania, verso il 1650 dall’argentiere Andreas Junge I è decorato con monete in argento da 24 mariengroschen (2/3 di tallero) (fig. 2).
Le monete sono di vari tipi e di varie zecche, ma accomunate tutte dal fatto di raffigurare al rovescio – a vista, sul boccale – il Wilder Mann, il barbuto uomo selvatico protagonista della tradizione popolare tedesca fin dal Medioevo.
Il secondo boccale, invece, rappresenta una sorta di “peso massimo” della categoria, dal momento che pesa ben128 once, circa quattro chili, per un’altezza di cm 41 (fig. 3).
Creato attorno al 1870 a Berlino dall’artigiano Friedlander, argentiere ufficiale della principessa Luisa di Prussia, è decorato da grandi monete in argento, autentiche, degli Stati regionali tedeschi, ormai logorate da quasi un secolo e mezzo di lucidature.
Boccali numismatici per re, principi e facoltosi mercanti
L’ultimo boccale, invece, è più particolare (fig. 4) Si tratta, infatti, di un boccale per birra del 1620 circa, opera dell’artista Christoph Peschel commissionata da Heinrich Wenzel, duca di Oels e Bernstadt, dal 1629 governatore della Slesia per conto del re di Boemia.
Il prezioso manufatto, oltre ad avere incastonata sul manico una medaglia con lo stemma araldico del proprietario (fig. 5), presenta la superficie laterale ricoperta di monete con ritratti di imperatori romani e di principi europei dell’epoca.
Alto 20 centimetri e pesante oltre due chili, il boccale in questione è stato venduto all’asta a Colonia nel 2012 realizzando la rispettabile cifra di 73 mila euro.
Questi boccali, veri capolavori d’argenteria testimoniano così – oltre alla predilezione per il buon bere della ricca società tedesca dei secoli passati – anche l’apprezzamento per la bellezza delle monete e, senza dubbio, un segno di ostentazione della ricchezza.