Le coniazioni di Luigi XVI ad inizio ‘700 | “Avia pervia”, un motto nato secoli prima e mai, prima e dopo la dominazione francese, apparso in moneta
di Antonio Castellani | Nel 1561, quando il 15 giugno il duca Alfonso d’Este giunse a Modena, l’umanista Giovanni Maria Barbieri, cancelliere e cerimoniere del Comune, coniò il motto “Avia pervia”, ovvero “Le cose difficili [diventano] semplici”, in allusione alla virtù, del duca in quel caso, che avrebbe dovuto rendere facile ciò che era difficile, e riferito al fatto che le cose che non avevano trovato una loro direzione l’avrebbero individuata lungo il percorso.
Il motto, le trivelle e l’araldica cittadina modenese
Le parole “Avia pervia” sono legate anche alle trivelle poste ai lati del simbolo comunale. Infatti, come ogni cosa che abbia una storia, anche il simbolo di Modena è il risultato di modifiche avvenute nel tempo: basti pensare che originariamente, nella Modena comunale del XII secolo, era presente la sola croce blu su fondo giallo, come simbolo di fedeltà guelfa della città, e ancor più per rimarcare la propria ostilità alla Bologna ghibellina.
Nel 1473 si ebbe l’aggiunta delle trivelle dal momento che questi strumenti, in uso fin dai greci e dai romani, erano utilizzate per far uscire l’acqua dal sottosuolo: con esse, dunque, si cambiava la forma della natura stessa; perciò le trivelle erano un simbolo di forza umana contro un’altra forza, ovvero quella naturale.
Tuttavia, affinché il motto AVIA PERVIA, con o senza lo stemma modenese, finisse su alcune monete, dobbiamo attendere l’alba del Settecento e niente meno che il Re Sole, Luigi XIV che, nel periodo 1702-1706, ebbe tra i suoi domini anche la città emiliana.
Il “duca cardinale” scacciato dalle truppe francesi
Fino ad allora sul trono di Modena sedeva Rinaldo d’Este, nato nel 1655 e salito al trono a trent’anni dopo essere stato creato cardinale nel 1686 col titolo di Santa Maria della Scala.
Tuttavia, smessa la porpora e assunto il potere, “vaso di coccio fra vasi di ferro”, alla morte di Carlo II di Spagna e con lo scoppio della Guerra di successione spagnola Rinaldo tentò di rimanere neutrale, ma il 1° agosto 1702 – con l’arrivo in città dei francesi da Reggio – dovette lasciare il Ducato e fuggire a Bologna. Nel 1703 l’invasione divenne vera e propria conquista e il giogo francese sarebbe durato per alcuni anni.
Poi, nel novembre 1706 i tedeschi assalirono Modena e nel febbraio 1707 i francesi si arresero; il duca Rinaldo era fra gli assedianti e nelle successive trattative di pace ottenne dall’Impero (pagandolo tuttavia 200.000 doppie di Spagna) il Ducato di Mirandola già feudo dei filo francesi Pico.
Le monete dell’occupazione francese per Modena
Lire, mezze lire e muraiole del periodo francese sono i soli tipi monetali di Modena su cui appare il motto AVIA PERVIA, tutti con al dritto il riccioluto e ormai attempato ritratto del Re Sole: sulla lira d’argento, molto rara, al rovescio troviamo un guerriero, appoggiato ad uno scudo con lo stemma di Modena, che sostiene con la destra una fascia spiegata con la scritta; sulla mezza lira e la muraiola in mistura, invece, vi è lo stemma cittadino in cartella poggiata su due trivelle e sormontata da fascia con la scritta.
Non appare, invece, il motto modenese sulle altre monete a nome di Luigi XIV, il sesino in rame e il giorgino in bassa mistura: sulla prima, infatti, campeggia il solito giglio di Francia mentre sulla seconda trova spazio il patrono san Geminiano, altro emblema – come i colori giallo e blu e le trivelle – dell’antica autonomia comunale.
Tutte le monete modenesi a nome del Re Sole sono molto rare, e difficili da reperire in buona conservazione anche perché, a fronte di una produzione probabilmente non cospicua fin dall’inizio, si aggiunse al ritorno del duca Rinaldo una prevedibile fase di ritiro e rifusione di queste testimonianze del detestato occupante francese.