Uno dei reperti più misteriosi dell’antichità, il meccanismo di Antikythera, sulla nuova emissione di Grecia dedicata alla tecnologia del passato
di Mathias Paoletti | Il 17 maggio 1902, vicino all’isola di Cerigotto, tra il Peloponneso e Creta, fu localizzato il relitto di una nave romana. Negli anni vennero alla luce diversi reperti e, tra questi, il più noto è un congegno noto oggi come meccanismo di Antikythera.
Non fu facile, all’inizio, capire cosa fosse, perché le 82 parti in rame di cui è composto erano corrose e danneggiate. Con un lungo restauro ne venne ricostruita struttura e risultò evidente che si trattava di un complesso congegno che permetteva di riprodurre il moto dei pianeti attorno al Sole e la fasi lunari e che risaliva al primo secolo avanti Cristo!
Nel 2008, Alexander Jones, uno studioso americano, riuscì a tradurre alcune iscrizioni scoprendo che i nomi dei mesi incisi sul meccanismo di Antikythera erano quelli utilizzati nelle colonie, in particolare a Siracusa, in Sicilia. Dunque, questo eccezionale stumento potrebbe essere stato costruito in Sicilia.
Nel 2010 si è scoperto poi che la macchina calcola le eclissi, oltre alle fasi lunari e il moto dei pianeti (i cinque noti a quel tempo). Ma c’è di più: dall’interpretazione di alcune incisioni sulla macchina stessa si è capito che indicava esattamente le date delle Olimpiadi e dei giochi panellenici associate.
Ce n’è abbastanza per capire il motivo per cui la Grecia ha deciso di dedicare una moneta al meccanismo di Antikhytera: si tratta di una 10 euro in argento proof (mm 40,00 per g 34,10) appena emessi in soli 2000 esemplari e sul cui rovescio il prodigioso esempio di ingegneria antica appare riprodotto a colori con iscrizioni in greco che riportano il nome della serie numismatica e quello del soggetto riprodotto.
Il dritto della nuova serie di euro monete commemorative – che sarà comune a tutte le emissioni di questa tematica ideata dalla Banca di Grecia – mostra lo stemma ellenico e il nome del paese entro una composizione che richiama i moderni microchip. Come dire, dall’high tech di ieri a quello di oggi!