La Collezione Zante (Regno) e altri 2.500 lotti hanno fatto segnare il record di oltre di cinque milioni di euro
a cura della redazione | Si è chiusa con un realizzo da primato di oltre cinque milioni di euro (inclusi diritti) e con l’85% di lotti venduti la due giorni di aste di monete, banconote e medaglie che si è svolta a Torino, nella Sala Bolaffi di Via cavour 17, giovedì 30 e venerdì 31 maggio.
Top lot della vendita, che è senza dubbio destinata ad entrare nella storia, è stata la serie dei quattro valori in oro serie Aratrice millesimati 1927, appartenente alla prestigiosa Collezione Zante (lotti nn. 142, 145, 147 e 150) di monete del Regno d’Italia e settori collegati, acquistata a ben 317.000 euro.
Si tratta infatti di monete di grande rarità, oltre che di indubbia bellezza, volute dal “re numismatico” Vittorio Emanuele III per i numismatici e coniate, per ciascun nominale, in poche decine di esemplari al tipo emesso originariamente nel 1912.
L’asta secondo l’AD Filippo Bolaffi
“È un momento storico per la nostra casa d’aste – ha dichiarato l’amministratore delegato di Aste Bolaffi, Filippo Bolaffi -. Per la prima volta una singola asta realizza più di 5.000.000 di euro.
Un risultato ancora più prezioso se si considera che è stato raggiunto con la raccolta di centinaia di oggetti e non con la vendita di pochissimi capolavori d’arte.
Questo risultato rimarca il trend in continua crescita per le monete da collezione, di cui siamo leader sul mercato nazionale, ed è per noi solo una vittoria di tappa nell’ambizioso progetto di crescita della casa d’aste e del Gruppo Bolaffi in generale.
Ringrazio in primis tutti i collaboratori che hanno permesso questo importante traguardo, oltre ai venditori e ai clienti che hanno riposto la loro fiducia nel nostro brand”.
Storia e tesori della Collezione Zante
“Guanti bianchi – recita il comunicato stampa diramato dal gruppo Bolaffi – per la raccolta di 250 monete del Regno di Sardegna e d’Italia: 100% dei lotti venduti, 250 su 250, per un realizzo totale superiore a 2,3 milioni.
Decine di offerte, in particolare, per le rarità in eccellente stato di conservazione, battute a cifre fino a quattro volte superiori ai prezzi di partenza.
Tra queste, il 20 lire emesso nel 1860 a Bologna durante la transizione verso l’unità italiana e siglate dall’incisore Donnino Bentelli (lotto n. 50, 170.800 euro) e il 50 lire 1864 di Vittorio Emanuele II (lotto n. 86, 225.700 euro), una delle massime rarità della monetazione unitaria italiana.
Altri lotti di rarissima apparizione e, per questo, contesi al massimo sono stati la moneta da una rupia della Somalia italiana coniata nel 1921 (lotto n. 241, 103.700 euro) e il 100 lire Aratrice del 1926 (lotto n 149, 85.400 euro).
Monete, banconote e medaglie
La vendita di numismatica proponeva un catalogo molto ricco, con coniazioni dall’antichità ai giorni nostri e incursioni nel mondo della cartamoneta e della medaglistica di livello.
Nutrita la rappresentanza degli antichi Stati italiani, specchio di una storia articolata che si è espressa anche attraverso migliaia di capolavori in tondello.
I migliori risultati, in ogni caso, sono stati messi a segno anche qui da testimonianze dell’Italia unita.
Nello specifico, parliamo dalla prova del 100 lire Vetta d’Italia 1925 (n. 1717, 79.300 euro) e da un eccezionale biglietto di banca da 1.000 lire “Grande M” con matrice del 1897 (n. 2223, 39.000 euro).
In grande spolvero- per quanto riguarda le monete estere – anche la serie “Santa Elisabetta” nei valori da 1, 3, 5 e 10 ducati del 1973 in oro coniata per la Cecoslovacchia dalla storica zecca di Kremnitz (n.1787, 48.800 euro).
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