La bellezza di 3105 lotti, una base di vendita superiore ai 3,3 milioni di euro: queste due cifre bastano probabilmente a dare l’idea della ricchezza delle aste Bolaffi di giugno dedicate alla numismatica (moneta, medaglie, cartamoneta) che si terranno a Torino, nella sede della ditta nella centalissima Via Cavour 17.
Il calendario delle aste Bolaffi di giugno, i cataloghi online, tutte le info
Due intense giornate di aste in sala e live, giovedì 6 e venerdì 7 giugno, e una dedicata all’incanto esclusivamente live internet (lunedì 10 giugno) che vedranno appassionati di tanti paesi contendersi monete rare e pregiate, alcune delle quali eccezionali per conservazione o per la loro esigua frequenza di apparizione sul mercato. Questo il calendario delle sessioni:
- Giovedì 6 giugno 2024 dalle ore 9.30 (lotti 1-555) e dalle ore 14.30 (lotti 556-1425)
- Venerdì 7 giugno 2024 dalle ore 9.30 (lotti 1426-2053) e dalle ore 14.30 (lotti 2054-2891)
- Lunedì 10 giugno 2024 dalle ore 15.00 (lotti 2892-3105) internet live
La visione diretta dei lotti è possibile da lunedì 27 maggio a giovedì 7 giugno presso la Sala Bolaffi (sabato e domenica esclusi) dalle ore 9.30 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.30.
Gli esperti di Aste Bolaffi sono inoltre a disposizione per fornire fotografie, condition report e qualsiasi informazione sui lotti in vendita. Per informazioni è possibile telefonare allo 011 0199101 o scrivere all’indirizzo monete@astebolaffi.it.
Il catalogo online delle aste Bolaffi di giugno è invece integralmente disponibile cliccando qui. Per registrarsi gratuitamente e inviare le offerte è invece sufficiente cliccare qui. Le aste Bolaffi di giugno sono anche su SixBid a questo indirizzo.
La potenza, la grandezza e la storia di Roma attraverso sue le monete
Con 23 monete repubblicane, 25 pre-imperiali e ben 246 esemplari relativi al periodo dell’Impero, Roma ci mostra nelle aste Bolaffi di giugno tutta la sua importanza storica e il ruolo egemonico ricoperto per secoli.
Al tramonto della Repubblica risale il lotto 97, aureo a nome M. BARBAT del 41 aC di zecca itinerante al seguito di Marco Antonio, con il suo ritratto abbinato a quello di Ottaviano che, dopo la battaglia di Azio, prenderà le redini dell’Urbe. Di grande rarità, Spl, la moneta ha base di 10.000 euro.
È invece di 1000 euro la base del lotto 132, un raro sesterzio del 37-38, migliore di Bb, a nome di Caligola con al rovescio la scena della adolocutio in cui l’Imperatore, dal podio, si rivolge al comandante della corte e a quattro pretoriani che gli presentano le insegne.
Torniamo all’oro con il lotto 213, un aureo di Traiano del 103-111 in qSpl a 4000 euro di base: al dritto il busto laureato, drappeggiato e corazzato dell’Imperatore a destra e al rovescio Treaiano stesso, stante a destra, alza in trionfo la mano destra e regge una lancia con la sinistra.
Interessante, nelle aste Bolaffi di giugno, anche la sezione tardo imperiale ad esempio con il lotto 293, un ottimo aregenteo di Galerio Massimiano come cesare databile 294-295 e coniato a Roma. Magnifico il rovescio su cui i quattro tetrarchi sacrificano su un tripode posto all’ingresso di una fortificazione con sei torri. Moneta dai fondi ancora lucenti, qFdc, è proposta alla base di 800 euro.
Piccole e grandi zecche italiane svelano il meglio dei loro tesori
Tra le centinaia di monete preunitarie all’incanto, iniziamo con il lotto 509, un grosso per Pesaro molto raro e qSpl di Francesco Maria I della Rovere (1508-1516) con stemma semiovale coronato, inquartato e palato e al rovescio la scena della Natività. Base d’asta fissata a 2000 euro.
Dello stesso duca, ma per la zecca di Urbino, il lotto 523, un rarissimo ducato ex collezione Curatolo di notevole rarità e impreziosito da un bel ritratto di Francesco Maria I abbinato all’aquila coronata che sostiene lo stemma Della Rovere. Prima offerta a 10.000 euro.
Sebbene con foro passante e tracce di montatura, merita 30.000 euro di partenza il lotto 568, una eccezionale 10 doppie in oro di Genova del 1578. Di grande rarità, questo multiplo da ostentazione si presenta in condizioni Bb.
Dalla Superba alla Serenissima per un altro multiplo di grande pregio, 10 zecchini del dogado di Giovanni Corner (1709-1722), molto rari e integri, praticamente Spl, che richiedono almeno 10.000 euro per accasarsi in una nuova collezione.
Da un’altra Serenissima Repubblica, quella di Lucca, viene invece il lotto 693, una rarissima doppia del Volto Santo millesimata 1750 e in slab NGC MS62. La base d’asta di questa moneta, una delle ultime in oro ad essere coniata nella longeva zecca toscana, è di 4000 euro.
Un’altra sezione delle aste Bolaffi di giugno che merita grande attenzione per la varietà dell’offerta è quella delle monete pontificie: si prenda come primo esempio il lotto 763, moneta da 2,5 ducati di Leone X Medici (1513-1521) con affascinante ritratto del papa e i Magi a cavallo guidati dalla stella cometa. Di grande rarità, conservazione Spl, questo esemplare iconico parte da 10.000 euro di base.
Ne servono 25.000, invece, per il lotto 780, una eccezionale quadrupla di Alessandro VIII del 1690, quella – per intenderci – con al rovescio i buoi aggiogati all’aratro. Molto rara, migliore di Spl, questa moneta proviene dalla storica ditta Ratto di Milano.
Stessa provenienza per il lotto 783, una quadrupla del 1694 di Innocenzo XII con al rovescio la fontana di Santa Maria in Trastevere: anche questa è una moneta di notevole rarità ed è proposta in Spl a partire da 15.000 euro.
Tra le monete di zecche italiane non mancano esemplari alto medievali di spicco, come il denaro beneventano di Grimoaldo III (792-806) al lotto 811, molto raro e Spl, con patina di medagliere, proposto con una stima di 3000 euro.
Proseguendo, e con un salto temporale in avanti di dieci secoli e oltre, ecco al lotto 959 un eccellente ducato del Regno Lombardo Veneto coniato a Venezia nel 1859, in slab NGC MS62: la base è fissata in 6000 euro.
Rarità ed eccellenze numismatiche di Casa Savoia, Regno di Sardegna e d’Italia
Come sempre accade negli incanti della ditta torinese fondata nel 1890, anche per le aste Bolaffi di giugno le monete sabaude rappresentano una delle sezioni di catalogo più interessanti. Iniziamo perciò con il lotto 1167, uno scudo d’oro a cavallo di II tipo, per Vercelli, di Carlo II (1504-1553): di grande rarità, Bb salvo lievi debolezze di conio, è stimato 10.000 euro.
Dello stesso duca è il testone di IV tipo, anno 1552 e zecca di Aosta, offerto al lotto 1170: magnifico il ritratto, in puro stile rinascimentale, per questa moneta di grande rarità e proposta in conservazione Bb da 6000 euro di prima offerta.
Una delle massime rarità sabaude del XIX secolo, la moneta da 80 lire oro per Torino, millesimo 1821, a nome di Vittorio Emanuele I, fa bella mostra di sé al lotto 1286: qFDc, in condizioni eccezionali, merita una base d’asta pari a 35.000 euro.
Molto rara, anche se meno “appariscente”, anche la moneta al lotto 1457: parliamo della 10 lire 1861, coniata appena proclamato il Regno d’Italia, divenuta pressoché introvabile dal momento che venne progressivamente ritirata dalla circolazione e rifusa. L’esemplare in asta Bolaffi, in slab NCG XF45, ha ancora i fondi lucenti e una base fissata in 6000 euro.
Sfiora invece il fior di conio, impreziosita da patina di medagliere e fondi lucenti, la 5 lire Aquila araldica del 1901, il celeberrimo “scudo” di Vittorio Emanuele III fatto coniare dal re per farne personali omaggi ma mai entrato in circolazione: un esemplare dei poco più di cento coniati – dunque, di estrema rarità – è offerto al lotto 1546 delle aste Bolaffi di giugno alla base di 25.000 euro.
Non mancano, per i collezionisti, anche altre magnifiche monete del Regno come alcuni esemplari della 5 lire 1914 Quadriga: quello al lotto 1609, per esempio, in Spl è offerto con base di vendita a 5000 euro.
Il fascino delle rarità numismatiche estere dall’Europa e da oltremare
Anche i collezionisti di monete mondiali troveranno nelle aste Bolaffi di giugno una vasta scelta di monete: un classico, ad esempio, è al lotto 1860 e si tratta delle 100 corone austriache 1908 celebrative del 60° di regno di Francesco Giuseppe I. Rara, questa moneta in slab NGC PF60, è stimata almeno 4000 euro.
Dieci volte tanto, 40.000 euro di base, merita invece il lotto 2051: parliamo infatti di una 50 dracme di Grecia del 1876, a nome di re Giorgio I, battuta a Parigi in soli 182 pezzi. Sigillata in slab NGC MS62, questo pezzo d’eccellenza della monetazione ellenica è una delle grandi rarità europee in oro del XIX secolo.
Proseguendo, tra le monete russe ci piace mostrarvi uno “spicciolo” di gran pregio, quello proof da 50 copechi in argento del 1910 a nome dello zar Nciola II: battuto a San Pietroburgo, molto raro e in slab NGC PF64+, è in catalogo con base di vendita di 5000 euro.
Infine, per concludere questa selezione dalle aste Bolaffi di giugno che si terranno il 6-7 e il 10 del mese, un volo oltreoceano, con i 12.800 reis del 1731 coniati dalla zecca brasiliana di Minas Gerais a nome di Joao V, il sovrano portoghese la cui giurisdizione si estendeva anche sul grande territorio sudamericano. Per questa bella moneta in conservazione Spl, la base di vendita è fissata a 2500 euro.