Monete dalle zecche italiane e dal mondo, coniazioni antiche, medievali e moderne, la Collezione E.S. e numerose rarità, anche nei settori dell’oro, delle medaglie e delle banconote al centro delle aste Bolaffi del 7-9 giugno
informazione pubblicitaria | Con le aste Bolaffi del 7-9 giugno la città di Torino torna capitale del collezionismo numismatico: sono ben 3376, infatti, i lotti che compongono i due nutriti cataloghi della vendita primaverile che si terrà nella storica Sala Bolaffi di Via Cavour 17. La visione lotti è possibile fino a venerdì 9 giugno dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.30 (venerdì 2 giugno, sabato e domenica esclusi). Per informazioni, infine, è come sempre possibile scrivere a monete@astebolaffi.it o telefonare allo 011 0199101.
Questo il calendario delle sessioni di vendita, per le quali le offerte online pre asta (previa registrazione gratuita nel nostro sito) sono già aperte: mercoledì 7 giugno dalle ore 15.30 Collezione E.S. lotti 1-422; giovedì 8 giugno dalle ore 9.30 lotti 1001-1456; dalle ore 14.30 lotti 1457-2085; venerdì 9 giugno 2023 dalle ore 9.30 lotti 2086-2631; dalle ore 14.30 lotti 2632-3376.
Le aste Bolaffi del 7-9 giugno (clicca qui per il catalogo online) offrono come di consueto materiali di grande varietà che spaziano dalle monete metalliche antiche, medievali e moderne alla medaglistica di ieri e di oggi, fino alla cartamoneta e ai lotti multipli in tutti i settori del collezionismo numismatico.
La Collezione E.S., esempio di una passione
La Collezione E.S. occupa uno dei due cataloghi delle aste Bolaffi del 7-9 giugno 2023 ed è il frutto di una vita di passione numismatica. Come scrive il conferente delle monete, nipote dell’illuminato collezionista che le ha messe assieme in decenni di ricerche: “La collezione è stata gelosamente custodita, prima da mio padre e da mio zio, successivamente da me e da mio fratello e per tutti noi è stata l’occasione, da una parte, di rivivere la storia del nostro paese, dall’ altra, di poter godere della vista di monete che sono tra le più belle al mondo”. E ancora: “Se gli archivi dei numismatici professionisti italiani e delle principali case d’asta europee fossero stati conservati e resi accessibili, le tracce che l’attività di questo collezionista vi ha lasciato dai primi anni del dopoguerra all’inizio degli anni ’70 sarebbero sicuramente moltissime”.
Nella Collezione E.S. sono presenti nuclei avanzati di raccolte settoriali, con importanti rarità, accanto a gruppi di monete che possiamo definire “spunti” di collezioni non proseguite ma che mostrano, in ogni caso, la competenza dell’appassionato. Il catalogo si apre con monete delle zecche di Genova e Milano ma è da Venezia che giunge la prima rarità assoluta in ordine di apparizione: si tratta del lotto 35, multiplo da 20 zecchini di Giovanni II Corner (1709-1722) ex asta Adolph Hess &Bank Leu del 1966, proposto a 50.000 euro. Notevole anche il lotto 42, osella di Murano per Ludovico Manin del 1794: stesso pedigree della moneta precedente, è proposta alla base di 12.000 euro.
Ampia, nel seguito del catalogo, la selezione di monete toscane del Granducato e interessante anche la scelta di piastre dei pontefici, ampi moduli in argento dalle raffigurazioni spesso di elevato pregio artistico e allegorico: si prendano ad esempio il lotto 96, a nome di Innocenzo XI (anno II) con al rovescio la facciata di San Pietro (base 400 euro) o il lotto 105, per Innocenzo XII (anno VIII) con ritratto e al rovescio la scena biblica della raccolta della manna derivata da un dipinto di Nicolas Poussin (base 300 euro).
Alle monete del Regno di Napoli seguono emissioni delle repubbliche sorte nella Penisola a seguito della calata di Napoleone e delle sue armate, tra la fine del XVIII e l’alba del XIX secolo e proprio alle monete del Bonaparte in Italia è dedicata un’ampia sezione nelle aste Bolaffi del 7-9 giugno: magnifiche per conservazione, ad esempio, le 5 lire battute a Bologna nel 1812 e offerte al lotto 162 (base 1000 euro). A seguire, per Parma e Piacenza, ecco un’altra rarità, le 5 lire di Roberto I di Borbone con la reggenza della madre Maria Luisa: al lotto 172, questo raro “scudo” ottocentesco è proposto dalla base di 2000 euro.
Lasciando ai collezionisti il piacere di approfondire la parte delle emissioni post napoleoniche, ci soffermiamo ora sulle monete di Casa Savoia facenti parte della Collezione E.S. e offerte nelle aste Bolaffi del 7-9 giugno: al lotto 262, di grande rarità in ragione dei soli 740 esemplari coniati – dei quali, la gran parte fusi nel corso del tempo – ecco le 80 lire 1831, zecca di Torino, a nome di Carlo Felice: moneta eccellente, in alta conservazione, vede una stima di ben 50.000 euro. Ricca anche la parte dedicata a Carlo Alberto, dalla quale ecco il lotto 293: si tratta delle 50 lire 1833 zecca di Genova, soli 94 esemplari coniati, proposta da 5000 euro di base.
Spostandoci dal Regno di Sardegna a quello d’Italia scintilla, è il caso di dire, il lotto 361, le rarissime 100 lire 1878 di Vittorio Emanuele III (in catalogo sono presenti anche quelle con data 1864, e 1872): questo massimale della serie sabauda, solo 294 esemplari coniati, è offerto a 25.000 euro di base. Stessa cifra di partenza per le 100 lire 1880 a nome di Umberto I, battute in appena 145 pezzi e offerte al lotto 363 in elevata conservazione.
Il catalogo della Collezione E.S. ospita anche molte importanti monete battute durante il regno di Vittorio Emanuele III e, fra queste, vi presentiamo con orgoglio le 100 lire Aquila araldica del 1905 al lotto 382 (con fondi speculari, alla base di 10.000 euro) e la “prova di stampa” delle 5 lire Quadriga briosa del 1914 (lotto 393, base 3000 euro).
Monete selezionate dalle aste Bolaffi del 7-9 giugno
Dal secondo, ricco catalogo relativo alle aste Bolaffi del 7-9 giugno iniziamo presentandovi il lotto 1013, un magnifico statere incuso del 530-510 a.C. battuto a Sibari, con elegante toro retrospicente, meritevole per rarità e conservazione di 3000 euro di base. Al lotto 1024, invece, per la zecca di Siracusa ecco un pregevole decadramma (60 litre) del periodo 269-263 a.C. a nome di Gerone II: rara, con ritratto di Persefone e biga al galoppo, nonostante le tracce di montatura è offerta a 5000 euro di base.
Seguono le pagine dedicate alle monete della Grecia continentale e di Roma repubblicana; fra le emissioni pre imperiali, invece, ci piace mostrarvi l’aureo di Cesare databile al46 a.C. con ritratto velato e strumenti sacrificali al lotto 1090, offerto a 3000 euro di partenza. Sempre per Giulio Cesare, al lotto 1095, ecco un eccezionale denario del 42 a.C., emissione di propaganda di grande fascino storico, che combina un interessante ritratto di Giulio Cesare come dittatore a una simbologia che rappresenta pienamente il suo (seppur breve) trionfo politico e militare. La moneta, di splendida conservazione, merita 2000 euro di base.
Nella parte di catalogo delle aste Bolaffi del 7-9 giugno dedicata alle coniazioni dell’Impero romano spiccano numerosi aurei, denari e sesterzi degni di nota e, di questa ultima tipologia, vi mostriamo il lotto 1113, a nome di Nerone e coniato nel 64, con ritratto imperiale e arco trionfale al rovescio (base 600 euro) e il lotto 1135, a nome di Elio e risalente al 137, non comune e di buona qualità (base 500 euro). Ai lettori il piacere di sfogliare il resto dei lotti relativi al II, III e IV secolo, al periodo delle migrazioni e all’Impero bizantino.
Venendo alle monete di zecche italiane, è giocoforza soffermarci su una notevole rarità proposta al lotto 1315: a nome di Guglielmo II Paleologo (1494-1518), si tratta di un doppio ducato in oro con ritratto rinascimentale di delicatissimo stile e corredato da cartellino di antica collezione (base 15.000 euro); segue, in un’accoppiata di gran fascino storico, il lotto 1316 con il mezzo testone – estremamente raro – dello stesso Guglielmo II per la zecca di Casale, già apparso in asta Santamaria nel 1959 e qui offerto a 2000 euro di base.
Ai Paleologi “rispondono” i Gonzaga di Mantova, con importanti monete in catalogo: fra queste una doppia in oro senza data a nome di Guglielmo (periodo 1566-1587) offerta al lotto 1334 e, per la sua rarità e bellezza, proposta a 7500 euro di base d’asta. Altra eccellente mantovana è la quadrupla di Guglielmo II di Gonzaga Nevers al lotto 1350, battuta nel periodo di reggenza della madre Maria (1637-1647): già in asta Ratto nel lontano 1917, questa moneta ci affascina per i due ritratti al dritto e l’elaborata composizione araldica al rovescio. Per rarità e bellezza merita 15.000 euro di base.
Nel seguito del catalogo delle aste Bolaffi del 7-9 giugno appare ricca la selezione di monete genovesi, soprattutto in oro e risalenti all’ultimo periodo di autonomia della città; altrettanto interessanti le sezioni dedicate a Milano e Venezia, quest’ultima con alcune pregevoli oselle. È Parma, invece, al lotto 1457, con una 8 doppie 1786 a nome di Ferdinando I di Borbone a darci un esempio di massimale in oro di alta rarità, tale da meritare 14.000 euro di stima sebbene in condizioni di conservazione non elevata. Tra le tante officine monetarie italiane non può mancare un cenno a quelle papali: da Bologna viene il lotto 1511, una moneta da 10 zecchini di Pio VI millesimata 1787 anno XII con stemma Braschi e san Petronio sulle nubi che benedice la città. Base di vendita, 4000 euro.
Il medioevo napoletano, invece, al lotto 1534 ci offre un eccellente saluto d’oro di Carlo I d’Angiò (1266-1285) in slab NGC MS 66 TOP POP (miglior esemplare sigillato) con stima di 7000 euro. È invece meritevole di un grading NGC AU58 l’affascinante piastra Sebeto del 1735 – sempre coniata a Napoli – a nome di Carlo III di Borbone proposta in catalogo al lotto 1542 e con base di 3000 euro. Ai lettori il piacere di visionare le altre monete di Napoli e Sicilia offerte nelle aste Bolaffi del 7-9 giugno.
Seguono in catalogo monete decimali, con un’ampia scelta di napoleoniche e altri esemplari interessanti, coniazioni del Lombardo Veneto e monete papali dell’Ottocento con particolare scelta per quanto riguarda Pio IX. Passando a Casa Savoia, al lotto 1761 le 80 lire 1821 meritano attenzione: rarissime, di conservazione eccellente, con fondi lucenti hanno portato gli estensori del catalogo ad attribuire loro una base di ben 30.000 euro. A cavallo fra Italia preunitaria e nuovo Regno, invece, al lotto 1842 ecco una lira 1859 delle Regie province dell’Emilia al motto DIO PROTEGGE L’ITALIA con fondi lucenti alla base di 500 euro.
Nei cataloghi delle aste Bolaffi del 7-9 giugno il Regno d’Italia occupa un posto di rilievo, con monete che spaziano dai massimali in oro agli “spiccioli” in rame, anche questi ultimi selezionati per conservazione e rarità. Lasciando ai lettori il piacere di analizzare nei dettagli le tante monete per Vittorio Emanuele II, Umberto I e Vittorio Emanuele III, passiamo alla parte dedicata a prove e progetti che vede esemplari interessanti come il lotto 2009, coppia di impronte (su tondelli a retro grezzo) delle 5 lire Quadriga briosa, con data 1913 e indicazione 1° PROVA. Inedite anche al Luppino, hanno base di 2000 euro. Tante anche le monete di prova disponibili per il periodo della Repubblica Italiana e ampia la scelta di Vaticano moderno.
Monete di zecche estere, Europa e Oltremare
Gli appassionati di numismatica di tutto il mondo possono trovare nelle aste Bolaffi del 7-9 giugno una serie di esemplari di grande importanza e una notevole varietà di materiali di pregio: merita ovviamente un cenno il lotto 2135, 10 ducati in oro della prima Repubblica cecoslovacca battuti nel 1935 in appena 600 esemplari e in slab NGC MS63, con stima di 15.000 euro. Si tratta solo di uno dei tanti tesori numismatici provenienti dalla Cecoslovacchia del XX secolo, ai quali seguono monete di altri paesi fra cui il lotto 2260, una corona in argento del Regno Unito battuta per Giorgio IV, a Londra, nel 1821: con fondi lucenti e patina di medagliere questo capolavoro di Benedetto Pistrucci merita 2000 euro di stima. Ed è solo uno dei tanti esempi di monete britanniche proposti all’incanto.
Dalla Valencia, risalente al 1516-1556 e a nome di re Carlo I viene invece l’eccezionale moneta da 4 coronas del lotto 2384, di grande rarità e in conservazione eccezionale per la tipologia e per il metodo di produzione: uno dei pezzi forti della numismatica iberica proposto a 10.000 euro di partenza. Concludiamo con il lotto 2512, 20.000 reis del 1727: si tratta di una rarità portoghese a nome di re Joao V prodotta nella zecca brasiliana di Minas Gerais (Vila Rica) che, nella sua rarità, testimonia lo splendore imperiale lusitano al suo massimo: base 10.000 euro.
I cataloghi delle aste Bolaffi del 7-9 giugno riservano tante, ulteriori monete di interesse dal mondo che, per ragioni di spazio, ci è impossibile mostrare ma che i collezionisti possono ammirare nei dettagli online per sottoporre quindi le loro offerte. Concludiamo – tra le coniazioni a stelle e strisce – con quella che si è meritata la copertina del catalogo, ossia il lotto 2650: si tratta di un esemplare dalla California coniato da August Humbert, U.S. Assayer of Gold. Una 50 dollari ottagonale del 1852 realizzata a San Francisco meritevole di 20.000 euro di base d’asta, esempio della produzione dei cosiddetti “Assay Offices” che erano un misto fra zecche pubbliche e private provvisorie e che furono utilizzate fino all’istituzione di una zecca statale permanente, lasciandoci nel frattempo rarità come questa.
Medaglie, decorazioni, esemplari di cartamoneta completano il catalogo mentre, a partire dal lotto 3067, la sezione dedicata a lotti multipli e collezioni è come sempre una miniera di interessanti materiali sia per neofiti raccoglitori che per operatori professionali.