Quasi 1800 lotti fra monete antiche, medievali e moderne, prove e progetti, rarità assolute della monetazione decimale spiccano nel catalogo dell’asta Nomisma 68 del 2 e 3 settembre insieme a ricche selezioni di medaglie e banconote
informazione pubblicitaria | Si svolgerà sabato 2 e domenica 3 settembre presso la sede della ditta in Strada Bulumina 6 a Serravalle (San Marino), l’asta Nomisma 68 di cui vi presentiamo una selezione di esemplari scelti fra i 1779 lotti di monete, medaglie e cartamoneta che compongono il catalogo (clicca qui per accedere su Bidinside).
Questo il calendario della vendita: Sessione I – Sabato 2 settembre 2023 a partire dalle ore 14:00 CEST (lotti 1-775); Sessione II – Domenica 3 settembre 2023 a partire dalle ore 10:00 CEST (lotti 776-1269); Sessione III – Domenica 3 settembre 2023 a partire dalle ore 14:00 CEST (lotti 1270-1779). Per le offerte pre asta, che sono già aperte, questi sono i termini: Sessione I – Sabato 2 settembre 2023 fino alle ore 12:30 CEST; Sessione II – Domenica 3 settembre 2023 fino alle ore 8:30 CEST; Sessione III – Domenica 3 settembre 2023 fino alle ore 12:30 CEST.
Gli ordini offline via fax per l’asta Nomisma 68 vanno inviati allo 0549 904042 o per posta elettronica all’indirizzo auction@nomismaweb.com e dovranno pervenire tassativamente entro le ore 12.00 del 1° settembre 2023. Telefono sala asta 0549.904012. L’esposizione dei lotti avverrà presso la sede di Nomisma sabato 2 settembre 2023 dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e vi ricordiamo che durante le tornate d’asta sarà esposto solo il materiale della tornata in corso. I diritti d’asta sono fissati nella misura del 21,63% (comprensivi dell’imposta della Repubblica di San Marino del 3% sui diritti d’asta).
Il fascino del mondo antico: monete greche, romane, bizantine e barbariche
Il catalogo dell’asta Nomisma 68 si apre con una selezione di interessanti monete dell’evo antico tra le quali, in prima battuta, vi mostriamo una tetradracma di Messana (circa 420-413 a.C.) che, al lotto 3, è proposta dalla base di 3000 euro (video); identico prezzo di partenza per una magnifica didracma a nome di Pixorados, satrapo della Caria (340-330 a.C.) offerta al lotto 17 con testa di Apollo quasi frontale e raffinata figura di Zeus (video).
Tra i denari romani di età repubblicana, invece, ecco un bell’esemplare con busto radiato del Sole e due statue su prora di nave coniato a nome di L. Mussidius Longus nel 42 a.C.: offerto al lotto 44, ha una base di 400 euro (video). Al lotto 61 del catalogo dell’asta Nomisma 68, invece, pur in conservazione non eccellente spicca per rarità l’aureo cesariano (+44 a.C.) con busto velato di Vesta e strumenti sacrificali con base di 2000 euro (video).
Altro aureo importante è quello al lotto 70, con ritratto di Nerone Craudio Druso (+9 a.C.) e vessillo con scudi e lance: rarissimo e in elevata conservazione, merita una base di 9000 euro (video). Eccellente, prossimo al fior di conio, anche lo stato dell’aureo di Faustina I, moglie di Antonino Pio, offerto al lotto 84: al dritto il busto con diadema, al rovescio forse la figura di Venere, richiede almeno 8000 euro per accasarsi in una nuova collezione (video).
Non dimentichiamo anche la bellezza delle monete imperiali in bronzo, in particolar modo dei sesterzi, come dimostra il lotto 96: a nome di Massimino (235-238), questa moneta con al rovescio la Pace ci affascina per i dettagli e la patina (base 200 euro, video). E lasciando ai lettori il piacere di visionare nel dettaglio tutti gli altri lotti, concludiamo con il raro tremisse longobardo al lotto 119 dell’asta Nomisma 68: coniato a nome di Desiderio (757-774), pur con ampia frattura del tondello merita 3000 euro di base a motivo della sua notevole rarità.
Monete di zecche italiane, napoleoniche in Italia, papali
Ricordando ai lettori di sfogliare la ricca parte di catalogo dedicata alla monetazione mondiale, passiamo a mostrarvi alcune “chicche” sfornate, nei secoli, dalle tante officine monetarie della Penisola italiana. E iniziamo dal lotto 407, un rarissimo esemplare da 10 reali di Cagliari coniato nel 1684 a nome di Carlo III (1665-1700) di qualità insolitamente elevata (base 2500 euro). Di perfetto stile rinascimentale, a seguire, il testone ferrarese di Alfonso I d’Este (1505-1534) al lotto 412: in splendida conservazione, parte da 7000 euro di base.
Richiamando la vostra attenzione su una serie di fiorini fiorentini e di belle piastre e francescani granducali che seguono in catalogo, passiamo a mostrarvi un’assoluta rarità genovese, le 100 lire del 1758 al lotto 487: in conservazione più che splendida (video), questo massimale di difficile reperibilità parte in asta Nomisma 68 da 40.000 euro. Sono invece sufficienti “appena” 15.000 euro per tentare di conquistare il lotto 518, una quadrupla di Ferdinando Gonzaga (1622-1626). C’è incertezza sull’attribuzione a Mantova o Casale di questa superba quadrupla: questa moneta viene descritta sia per Mantova che per Casale attribuendo a quest’ultima le emissioni con le lettere GC, iniziali di Giulio Campo attivo nella zecca piemontese. Il ritratto è anche diverso da quello consueto per cui sembra di trovarci di fronte ad una produzione mantovana di eccezionale rarità e stile (video).
Tra le coniazioni di Milano in asta Nomisma 68 vi segnaliamo alcune peculiarità, ossia i progetti in stagno della lira e delle due lire del 1848 a nome del Governo provvisorio nato dall’insurrezione delle Cinque giornate: ai lotti 548 e 549, i due esemplari partono ciascuno da 1000 euro di base. Al lotto 551 invece, una rarità rinascimentale dall’insigne pedigree: si tratta del doppio ducato “alla corazza” con san Francesco al rovescio battuto a Mirandola a nome di Gian Francesco Pico (1499-1533) che merita 18.000 euro di base d’asta.
Lotto 554: ecco uno splendido saluto d’oro napoletano di Carlo II d’Angiò (1285-1309). Moneta iconica del tardo medioevo meridionale per la scena dell’Annunciazione sul rovescio (leggi qui un approfondimento) parte da 3500 euro di base. Può essere addirittura definito “non circolato”, invece, il rarissimo ducato di Ferdinando II il Cattolico (1504-1516) che l’asta Nomisma 68 propone al lotto 559 a partire da 18.000 euro: finissimo il ritratto coronato del sovrano per una moneta che porta in modo eccellente i suoi oltre cinque secoli di vita.
È l’esemplare più bello apparso sul mercato, del resto, anche quello del mezzo scudo 1617 a nome di Filippo III (1598-1621) al lotto 589: Il motto al rovescio QVOD VIS (“Ciò che vuoi”) venne utilizzato su questi esemplari e sui rarissimi scudi per volere del vicerè spagnolo Don Pedro Tèllez y Giron, duca di Ossuna. Siamo nel terzo periodo della monetazione di Filippo III, quello della seconda riforma monetaria messa in atto per migliorare la le monete sia nella lega che nella fabbricazione cercando di porre rimedio al fenomeno della tosatura. Base 10.000 euro (video). A seguire, ecco poi – passando a Parma e al XIX secolo – un’altra moneta sempre ricercata, le 5 lire 1858 per Parma di Roberto di Borbone (1854-1859): lotto 668, in fior di conio con base 4000 euro (video).
Ennesima moneta d’eccezione di questa asta Nomisma 68 al lotto 694: per Pisa, coniata a nome del granduca Ferdinando II (1620-1670), ecco una quadrupla con ben cinque gradi di rarità, più che splendida, alla base di 30.000 euro (video). Dal Tirreno all’Adriatico, a seguire, vi segnaliamo una serie di monete di Venezia fra cui una magnifica osella in oro del 1740, doge Alvise Pisani, a 35.000 euro di partenza.
Tra le coniazioni napoleoniche per l’Italia vi invitiamo a visionare i rari progetti a nome della Repubblica Italiana ai lotti 751-756 mentre passando alle monete papali ecco in prima battuta – dopo una ricca serie comprendente, fra l’altro, molti interessanti testoni – una eccezionale quadrupla di Urbano VIII (1623-1644): al lotto 846, base di 50.000 euro, la moneta proviene collezione del conte Alessandro Magnaguti venduta il 4 e 5 giugno 1946 dalla ditta Santamaria. La leggenda del rovescio è tratta da Giobbe (XXVII, 2) ed è traducibile in “Dio è vivo”. Conio di Gaspare Mola. Base identica per la quadrupla con al rovescio la fontana di Santa Maria in Trastevere del 1694 a nome di Innocenzo XII (1691-1700): splendida per conservazione, è sempre uno dei pezzi più ambiti dai collezionisti di emissioni pontificie.
Decine e decine di altre monete formano la sezione del catalogo dell’asta Nomisma 68 dedicata alle monete papali la cui coniazione, interrotta nel 1870 con la presa di Roma da parte del Regno Italia, riprese nel 1929 a nome dello Stato della Città del Vaticano. Tra le monete di questo periodo vi segnaliamo una nutrita selezione di serie di prova in argento, rare e perfette, da Pio XII a Paolo VI.
Monete dei Savoia, del Regno d’Italia e della Repubblica (con prove e progetti)
Un’altra sezione di spicco nell’asta Nomisma 68 è, come di consueto, quella delle monete sabaude fino all’ascesa al trono d’Italia, del Regno e poi della Repubblica dal 1946 in poi. Dal lotto 1075 al 1164 si susseguono, in particolare, decine di prove e progetti di grande interesse fra cui il saggio di un popolano (lotto 1080, leggi qui un approfondimento) alla base di 1000 euro e una “PROVA TECNICA – R. SENZA RITOCCO” delle 20 lire Littore al lotto 1105 (9000 euro di base).
Casa Savoia si fa bella con monete di difficile apparizione, come i 3 fiorini del 1620 di Carlo Emanuele I (11580-1630) al lotto 1169: sono 6000 gli euro di base per questa moneta meritevole di quattro gradi di rarità, peraltro qui offerta in un esemplare di gradevole conservazione. Altro pezzo top della monetazione sabauda, la quadrupla della Reggenza di Francesco Giacinto (1637-1638) è presente al lotto 1171 a 15.000 euro di base: a causa di una ribattitura il nome di Francesco Giacinto si può solo intuire ma questa tipologia manca per la reggenza di Carlo Emanuele II per cui l’attribuzione è praticamente certa.
Passando alla monetazione decimale di Savoia ci piace mostrarvi le 80 lire 1830, per Genova, a nome di Carlo Felice (1821-1831), proposta in asta Nomisma 68 a 5000 euro al lotto 1208 in “conservazione introvabile”. Sono bel 100.000, invece, gli euro di base del lotto 1263: non a caso si tratta delle rarissime 20 lire del 1860 battute a Bologna per Vittorio Emanuele III re eletto (159 esemplari soltanto) offerte qui in conservazione elevatissima.
Ai lettori il piacere di visionare i massimali in oro da 100 lire di Vittorio Emanuele II e le altre numerose monete di pregio del primo sovrano dell’Italia unita fra cui una splendida 5 lire 1866 Napoli, quella al lotto 1311, che merita 20.000 euro di base per la sua freschezza e rarità. Stesso discorso per le monete di Umberto I, fra le quali eccelle la 5 lire 1878 del lotto 1361, alla base di 10.000 euro per la sua eccezionale conservazione.
In asta Nomisma 68, anche i collezionisti di monete di Vittorio Emanuele III non hanno che l’imbarazzo della scelta: dalle 100 lire in oro alle grandi e piccole monete d’argento fino agli “spiccioli” la selezione comprende esemplari di alto livello al punto che sarebbe impossibile mostrarli tutti: ecco allora per voi a 30.000 euro di base una rarissima 100 lire del 1937-XIV (249 i pezzi coniati) al lotto 1385 mentre al lotto 1391 fa bella mostra di sé una 20 lire del 1902, perfetta, a 50.000 euro di partenza (soli 181 pezzi coniati).
E non dimenticate: l’asta Nomisma 68 è anche medaglie, placchette e banconote
A conclusione di quest’anteprima dell’asta Nomisma 68 del 2 e 3 settembre 2023 vi ricordiamo di visionare le parti di catalogo riservate alla medaglistica – medaglie papali, napoleoniche, sabaude, fasciste, di città italiane, di personaggi illustri – senza contare le onorificenze, le medaglie estere e le placchette. Chiudiamo con un cenno alla sezione di cartamoneta che offre lotti singoli e multipli di sicuro interesse per gli appassionati (accedi qui al catalogo su Bidinside e invia le tue offerte).