Andrà in scena a San Marino nelle giornate del 17-18 giugno al Centro congressi Kursaal l’incanto numismatico Nomisma 65 il cui catalogo si presenta, come sempre, ricchissimo di rarità e monete di pregio antiche e moderne
informazione pubblicitaria | È in arrivo l’asta numismatica Nomisma 65 che andrà in scena a San Marino Città presso il Centro congressi Kursaal, Viale J. F. Kennedy, 17, nelle giornate del 17 e 18 giugno.
Un catalogo molto ricco e articolato, ben 1610 lotti, offrirà come di consueto ai collezionisti una serie di rarità, esemplari di pregio e monete e medaglie in elevatissima conservazione: le offerte online sono già aperte (clicca qui per accedere al catalogo online).
Questo il calendario della vendita: sessione I, venerdì 17 giugno a partire dalle ore 14.30 CET (lotti 1-651); sessione II, sabato 18 dicembre 2021 a partire dalle ore 9.00 CET (lotti 652-1363); sessione III, sabato 18 giugno a partire dalle ore 14.30 CET (lotti 1364-1610).
Termine offerte pre-asta: sessione I, venerdì 17 giugno ore 13.00 CET; sessione II, sabato 18 giugno ore 7.30 CET, sessione III, sabato 18 giugno ore 13.00 CET.
Gli ordini offline via fax (0549.904042) o mail (auction@nomismaweb.com) vanno inviati entro le ore 12.00 del 17 giugno.
Esposizione lotti: venerdì 17 giugno dalle ore 10.00 alle ore 14.00. I diritti d’asta sono fissati nella misura del 21,63% (comprensivi dell’imposta della Repubblica di San Marino del 3% sui diritti d’asta).
Monete greche, un eccezionale doppio darico da Babilonia
Dalla selezione di monete greche che apre il catalogo Nomisma 65 (appena 16 lotti, ma tutti interessanti) vi mostriamo una coniazione eccellente, rara e di grande fascino: al lotto 15 offriamo un doppio darico rarissimo del periodo alessandrino, da Stamenes a Seleuco satrapi di Babilonia (fine IV sec. a.C.). In conservazione Bb+, questo eccezionale esemplare parte da 15.000 euro di base.
Roma repubblicana e le sue coniazioni, denari e non solo
Oltre ai classici denari del periodo repubblicano, la Roma antica prima dei cesari ci riserva, in asta Nomisma 65, alcune monete di rilievo ad iniziare dalla didramma anonima del 263-245 a.C. al lotto 17 (base 3000 euro, Spl) con testa elmata di Roma e Vittoria stante.
Magnifico (qSpl) anche il denario al lotto 36 di Q. Caecilius Metellus Pius Scipio (47-46 a.C.) con testa di Giove e al rovescio bilancia e cornucopia su sedia curule. Ex asta Sternberg, 20 novembre 1989, lotto 234, realizzò all’epoca 5750 franchi svizzeri più diritti.
Al lotto 41, invece, è R4 il sesterzio di Q. Creperius M.F. Rocus (72 a.C.) con busto femminile e tridente (?): moneta di difficile apparizione sul mercato, era inedita fino al 2002. Sebbene solo Bb+, merita una base d’asta di 2500 euro.
L’Impero di Roma, dai sette colli al dominio sul mondo
Da osservare con attenzione la sezione delle monete imperiali nel catalogo Nomisma 65, a iniziare dai due aurei di Augusto (lotto 67, Mb+ con toro cozzante e lotto 68, Mb+ con cavaliere) che per la loro rarità meritano entrambi una base di 6000 euro.
Altri importanti aurei seguono in catalogo ma anche la monetazione in bronzo è ben rappresentata, ad esempio al lotto 91 con un suggestivo sesterzio di Aelio (136-138) caratterizzato da un potente ritratto che, nonostante la conservazione Bb+, fa meritare a questa moneta 400 euro di base. E passando al tardo Impero, al lotto 139 spicca invece un solido per Treviri a nome di Magnenzio (350-353), rarità R3 e qFdc, con al rovescio la Vittoria e Roma in piedi accanto a un trofeo. Base d’asta fissata a 8000 euro.
Dall’apoteosi al declino dell’Impero romano con il lotto 148, che chiude questa sezione del catalogo Nomisma 65, per presentarvi una mezza siliqua R4 coniata a Ravenna nel 475-476 a nome di Giulio Nepote: in conservazione qSpl, pur con lieve frattura del tondello questa moneta merita infatti 2500 euro di base d’asta. Ai lettori il piacere di ammirare valutare, quindi, le monete bizantine proposte.
Monete e medaglie di zecche italiane, tante rarità al top
L’asta Nomisma 65 riserva il meglio per quanto riguarda le monete e le medaglie dell’area italiana, con particolare attenzione alle coniazioni pontificie e a quelle napoleoniche, ma anche le zecche “minori” sono ben rappresentate con eccezionali rarità.
Ad esempio, al lotto 675 per Bardi (o Compiano), spicca il ducatone del 1622 con al rovescio san Francesco. Di bel modulo, centratissimo, dei pochi conosciuti, sempre in scarsa conservazione, questo esemplare è sicuramente tra i migliori pubblicati e, Bb+, merita 15.000 euro di base. Tra le tante monete proposte per la zecca di Firenze, vi segnaliamo invece il ruspone del 1859, R3 e qSpl, coniato dal Governo della Toscana e proposto a 8000 euro al lotto 722.
Per Genova, invece, in slab NGC e giudicata MS62+, ecco una magnifica 2 doppie 1652, qFdc, che al lotto 727 richiede, per cambiare collezione, almeno 30.000 euro: un esemplare di conservazione pressoché introvabile oltre che di rarità R3.
Varie e interessanti le monete mantovane fra cui, per Ferdinando Gonzaga (1612-1626), le 2 doppie 1613 al lotto 754 (Spl/qFdc, R3, 20.000 euro la base) e la doppia 1616 al lotto 755 (Spl, R4, base 25.000 euro): monete di difficile apparizione, specie se in conservazione eccellente come in questo caso, che non mancheranno di suscitare l’attenzione del collezionisti. Da notare i due ritratti del Gonzaga, il primo imberbe e in vesti cardinalizie, il secondo barbuto e corazzato, a riflettere l’evoluzione politica del personaggio.
Dal medioevo e dal Meridione arriva invece una moneta di rara apparizione, il mezzo augustale di Federico II (1197-1250) proposto al lotto 767. Coniato a Messina, anche se attribuito a Brindisi dallo slab Numismatic Guaranty Corporation NGC (MS63), questo piccolo, eccezionale aureo col suo ritratto di Federico II è da ritenersi un vero unto di svolta dell’arte numismatica medievale italiana. Base d’asta, per questa moneta R4, e Fdc, 30.000 euro.
Nella selezione di monete milanesi, vi invitiamo a visionare la pregevole serie di progetti di monete a nome della Repubblica Italiana napoleonica del 1802-1803 mentre è giocoforza far tappa alla zecca di Modena per gli 8 scudi d’oro di Francesco I d’Este (1629-1658) al lotto 813: sono 100.000, infatti, gli euro di base per questa monete Spl e R4 parte di una serie di prestigiosi multipli battuti a nome di Francesco I. La particolarità di questo è che per esso non furono usati, come di consueto, i coni dei ducatoni ma uno proprio che si doveva adattare al ridotto modulo di un pezzo da 8 scudi d’oro, cioè 2 quadruple. Di questo multiplo è stato pubblicato anche un pezzo in argento da mezzo ducatone.
Ancora a nome di Francesco I, al lotto 814, i 4 scudi con con la Madonna della Ghiara: Spl e R4, prima emissione con questo soggetto del rovescio, che voleva essere un ringraziamento da parte del duca e dei Modenesi verso la Madonna che li aveva salvati dalla peste, la magnifica coniazione merita una stima di 20.000 euro.
Dalla nutrita selezione di monete napoletane dell’asta Nomisma 65 – visionate tutti i lotti, troverete sia grandi nominali che monete “minori” di qualità dal Rinascimento all’Ottocento – ecco due pezzi relativi alla Repubblica Napoletana del 1648: i 15 grana e la pubblica (lotti 859 e 860), rispettivamente R4 e R3 che, sebbene in conservazioni non elevate (Mb e Bb+) meritano rispettivamente basi di partenza di 1000 e 300 euro.
Passiamo infine a Venezia per portare la vostra attenzione – fra ducatoni e zecchini, oselle e altre coniazioni della Serenissima – su un eccezionale esemplare in oro del valore di ben 12 zecchini coniato a nome del doge Francesco Loredan (1752-1762): questo multiplo di rarità R3, infatti, è offerto al lotto 1092 in Spl+ a 60.000 euro.
Le coniazioni dei romani pontefici, sei secoli di capolavori
Dal Trecento all’Ottocento: nella lunga parabola della monetazione a nome dei papi l’asta Nomisma 65 offre oltre 200 lotti con monete di grande interesse come quelle del periodo del Senato Romano proposte in apertura di sezione o, a seguire, il grosso con ritratto di Sisto IV al lotto 1121 (R2, qSpl/Fdc, base 3000 euro) e il magnifico fiorino di camera di Adriano VI (1522-1523) al lotto 1135 (R2, qFdc, base 8000) che rappresenta il brevissimo pontificato dell’ultimo papa non italiano prima di Giovanni Paolo II.
AL lotto 1167 presentiamo invece una medaglia di altissima rarità e conservazione, quella di Alessandro VII (1655-1667) A. X per la processione del Corpus Domini opera di Gaspare Molo. In oro, R4 e qFdc/Fdc, testimonia il massimo livello raggiunto dall’incisione di coni alla zecca di Roma e parte da una base di 30.000 euro.
Piastre e testoni in argento sono disponibili in catalogo numerosi e in pregevoli conservazioni, come del resto scudi d’oro e doppie. Tra i massimi moduli d’argento, a titolo di esempio, ci piace mostrarvi la piastra A. II di Clemente XI (1700-1721) col santo patrono del pontefice al rovescio: R3 e Fdc, praticamente perfetta e opera di Pietro Paolo Borner, merita 8000 euro di base d’asta.
La parte dell’asta Nomisma 65 dedicata alla monete papali prosegue con una ricca scelta di coniazioni del XVIII e XIX secolo per terminare con rarità della monetazione vaticana post 1929, tra cui molte 100 lire oro, e con emissioni più recenti fra cui medaglie annuali del secondo Novecento in oro, tutte molto rare.
Monete di Casa Savoia, del Regno di Sardegna e di quello d’Italia
Invitandovi ad approfondire le sezioni dedicate alla monetazione e alla medaglistica napoleoniche, e quelle relative a miniassegni, cartamoneta e monete estere focalizziamo l’attenzione sulle monete sabaude. Al lotto 1367 è affascinante il dodicesimo di scudo di Carlo Emanuele II (1648-1675) millesimato 1659 e proposto, R4 e Spl, a 4000 euro; parte da 25.000 euro, invece, la 4 zecchini di Carlo Emanuele III (1730-1773) al lotto 1370 che, in slab NGC MS61 (R2 e qFdc), porta al rovescio, con data 1745, la celeberrima scena dell’Annunciazione.
Ricchissima anche la serie di monete sabaude della seconda metà del Settecento e della prima metà dell’Ottocento, impossibili da mostrare qui per ragioni di spazio. Tuttavia, non è possibile non soffermarsi sulle 20 lire del re eletto Vittorio Emanuele II a nome delle Regie Province dell’Emilia (lotto 1451, slab NGC MS61) che, R4 e Fdc, meritano 120.000 euro di base in ragione dei soli 159 esemplari coniati.
Si tratta solo di una delle tante rarità del catalogo Nomisma 65 che, per i tre re d’Italia, comprende altre monete eccellenti, dai massimali da 100 lire in oro a marenghi e scudi di pregio, fino a prove e progetti fra cui alcuni inediti. A nome del re numismatico Vittorio Emanuele III (1900-1946) troviamo per esempio la 100 lire del 1905 (lotto 1509, R2 e qFdc/Fdc) a base 20.000 euro oppure l’eccezionale 100 lire Vettà d’Italia 1925 al lotto 1513 (R2, Fdc, base 10.000 euro), capolavoro assoluto dell’incisore Aurelio Mistruzzi.
Seguono nominali “minori” ma sempre relativi a millesimi caratterizzati da rarità e in conservazioni ottimali, che non sfuggiranno ai collezionisti del Regno d’Italia i quali hanno la possibilità di inserire nella loro raccolta, grazie alle proposte di Nomisma 65, sia il meglio della grande monetazioni in oro e argento che l’eccellenza in termini di monete in acmonital, nichel, bronzital e rame. Quel rame che scintilla per rarità nei 10 centesimi Prora del 1908, versione di prova, offerti al lotto 1581 in Fdc (rarità R3) a 7000 euro di base.
E, per conludere, non perdere l’asta Nomisma di orologi e penne da collezione e di pregio che si svolgerà il 18 giugno: qui il catalogo online.