L’asta Artemide LXI è pubblicata online: l’incanto, composto di ben 1171 lotti, presenta importanti monete classiche, medievali e moderne e medaglie e chiuderà live sabato 4 e domenica 5 maggio 2024. Il catalogo d’asta può essere visionato sul nostro sito e sul portale DeaMoneta. Come di consueto, il catalogo è disponibile online nel portale Artemide Aste oppure nel portale DeaMoneta.
L’asta live è un servizio gratuito e non comporta costi aggiuntivi. Le nostre aste possono essere consultate anche tramite app dedicata: Artemide Aste App per iOS; Artemide Aste App per Android. Per informazioni potete scrivere a info@artemideaste.com. Oltre alle monete greche e romane, vi invitiamo a soflgiare i lotti relativi alle monete di zecche italiane, compreso Regno d’Italia e Repubblica, alle medaglie e alle placchette di varie epoche, comprese quelle del periodo fascista.
Monete classiche di area greca, una selezione di capolavori
Sono ben 278 gli esemplari dell’asta Artemide LXI afferenti a questo settore di incredibile fascino e varietà e non possiamo iniziare che con il lotto 23, 10 unità di Populonia coniate in argento nel 425-400 aC: un eccezionale Metus arcaico campeggia su questa moneta uniface che parte da 2500 euro di base.
Al lotto 24, stessa zecca etrusca per le 25 unità in oro del III secolo aC, rarissime, con ritratto maschile e rovescio liscio come consuetudine per questi tipi di monete, proposte alla medesima base di 2500 euro.
Da Poseidonia-Paestum viene invece il lotto 90, un bellissimo nomos del 530-500 aC con Poseidone a figura intera di stile arcaico, perfettamente centrato, di rarità e conservazione tali da meritare 7500 euro di prima offerta.
Sono invece 1200 gli euro di stima del doppio statere di Thurium del 440-350 aC offerto al lotto 114: superbo il ritratto di Atena al dritto come il toro cozzante al rovescio.
Al lotto 155, in tutta la sua eleganza, ecco una didracma di Akragas del 485-480/478 aC ai tipi dell’aquila di mare stante e del granchio: battuta con coni appena incisi, si distingue per freschezza di dettagli e merita 1000 euro di base.
Dalla stessa officina monetaria, ma risalente al 407 aC e riferibile al magistrato Silanos, arriva il lotto 159: si tratta di una impressionate tetradracma con Vittoria su quadriga e aquila in volo che ghermisce una lepre, moneta della massima rarità e con base fissata a 10.000 euro.
Sempre dall’epoca d’oro delle zecche siciliane, più precisamente dal periodo 430-425 aC e dall’officina di Leontinoi, viene invece il lotto 186, una raffinata tetradracma con profilo di Apollo e conio di rovescio firmato dal “maestro della foglia” proposta da 2500 euro.
Tra le monete siracusane dell’asta Artemide LXI, tutte da ammirare in verità, vi segnaliamo qui il lotto 217, una tetradracma della seconda democrazia (466-405 aC): moneta innovativa sotto il profilo stilistico, raffinata e in qualche modo “sperimentale”, è di particolare pregio e rarità e parte dalla base di 8500 euro.
Scintilla nell’oro, a seguire, il lotto 221 dove, dalla stessa zecca e del medesimo periodo, è offerta un’eccellente dilitra firmata IM e avente per raffigurazioni una magnifica Atena elmata e al rovescio l’egida: databile al tumultuoso biennio 406-405 aC, merita 10.000 euro di prima offerta.
E chiudiamo questa sezione, invitandovi ad ammirare tutte le altre monete greche in catalogo, con la spettacolare doppia decadracma in oro del lotto 223 (base 20.000 euro): l’esemplare a nome di Dioniso I (405-367 aC) spicca infatti per l’estrema rarità ma anche per l’alta conservazione e la plastica eleganza dei rilievi, specie del rovescio su cui Eracle lotta col leone nemeo.
Roma repubblicana e imperiale, rarità ed esemplari quasi unici
Per quanto riguarda l’altra sezione di punta dell’asta Artemide LXI, quella della monetazione romana, sono 222 le monete del periodo della Repubblica e 188 quelle imperiali. Iniziamo mostrandovi il lotto 298, un superbo denario primitivo, forse da Tarentum e coniato nel 272-271 aC, a 2000 euro di base, con al dritto Roma elmata e al rovescio Nike con lungo ramo di palma e corona d’alloro.
Tra i tanti denari in catalogo, inconsueto e piacevole quello al lotto 388, a nome di L. Cassius Caecianus del 102 aC: sul dritto Cerere, sul rovescio una coppia di buoi, per una base di 300 euro.
Tra le coniazioni delle Guerre sociali, al lotto 400 un esemplare con il nome ITALIA battuto a Corfinum nell’anno 90 aC: un pezzo simbolo del mondo antico che parte da 1200 euro.
Altro magnifico denario repubblicano è poi quello del lotto 421, a nome di L. Cassius Longinus del 78 aC offerto da 1000 euro e leggibile in tutti i dettagli.
Risale al 56 aC la moneta di Faustuts Cornelius Sulla del lotto 451 (base 800 euro); si tratta di un denario raffinatissimo e raro con profilo di Diana sul dritto e al rovescio Sulla seduto a sinistra tra a sinistra Bocco re di Mauritania e a destra Giugurta re di Numidia, entrambi inginocchiati.
Altro eccezionale esemplare quello al lotto 462, un denario di L. Coelius Caldus del 51 aC: raro, ben centrato e con riflessi iridescenti, è offerto da una base di 1000 euro.
Ci avviamo a concludere la selezione delle repubblicane con il lotto 493, denario di Sesto Pompeo di zecca siciliana incerta del 42-40 aC: da ammirare il rovescio su cui Nettuno stante a sinistra indossa un diadema, tiene aplustro e mantello sul braccio sinistro e poggia il piede destro su una prua; ai lati i fratelli catanesi che portano sulle spalle i genitori (base 1000 euro).
Stessa base per il lotto 497, un rarissimo denario del 38 aC di Marco Antonio su cui il celebre personaggio è ritratto in modo realistico con le massicce fattezze che caratterizzavano il suo volto.
Dalla Repubblica a Roma imperiale, ecco il lotto 512, un magnifico sesterzio di restituzione per Augusto coniato sotto Nerva nel 98: 2000 euro la base per questo esemplare che si caratterizza per un plastico ritratto e una magnifica patina.
È invece di 5000 euro la prima offerta per un importante aureo di Claudio del 50-51 proposto al lotto 524, moneta di estrema rarità impreziosita da lieve patina.
Altrettanto importante il lotto 528, un altro aureo ma stavolta a nome di Nerone e coniato nel 65-66 con ritratto dell’imperatore e Salus seduta al rovescio.
Emozionante anche il sesterzio del lotto 533, battuto da Galba nel 68-69: al ritratto si abbina in questo caso una elegante Vittoria alata andante a destra, il tutto abbellito da una superba patina per una moneta proposta in asta Artemide LXI a 5000 euro di base (video).
Adriano, imperatore che segna l’apice nella potenza di Roma, risponde simbolicamente con il lotto 562, sesterzio del 137-138 al rovescio della Aequitas a 1000 euro di base.
Non mancano, in catalogo, esemplari ancor più eccezionali come il medaglione bimetallico di Commodo del lotto 581: coniato nel 186, raffigura al dritto Commodo a mezzo busto e laureato, mentre il rovescio raffigura una scena con Commodo in abiti militari, che si rivolge a un gruppo di soldati, emblematico del suo ruolo di comandante in capo desideroso di confermarsi la fedeltà delle truppe (video). Base 10.000 euro, per questo capolavoro numismatico.
Concludiamo questa sezione con due pezzi in oro, a iniziare da un nominale rarissimo della monetazione imperiale, un binio in oro battuto a nome di Gallieno nel 260/261-262: offerto al lotto 643, pur nello stile già “decadente” delle monete del III secolo, è moneta di estrema rarità e di difficile apparizione sul mercato. Questo esemplare, pur forato e restaurato in tempi non recenti, è arricchito da antico pedigree ed è offerto da 5000 euro.
Ultimo esemplare di questa selezione dell’asta Artemide LXI del 4-5 maggio 2024, per la quale le pre offerte sono già possibili, è il lotto 663 dove fa bella mostra di sé un aureo di Massimiano per la zecca di Antiochia battuto nel 290-293: estremamente raro e di grande conservazione, dal bellissimo ritratto, è all’incanto da 5000 euro di base.