Disponibili gli atti della giornata di studi organizzata dall’Accademia italiana di studi numismatici sulle monetazioni e le medaglie della Toscana

 

a cura della redazione | Aspetti di storia della Toscana attraverso monete e medaglie: questo è il titolo del terzo volume della nuova collana dell’Accademia, pubblicato dalle Edizioni D’Andrea, che raccoglie gli atti della Giornata di studi che avrebbe dovuto tenersi a Lucca il 9 maggio 2020 e che è stata rimandata per la pandemia da Covid-19 ancora in atto.

Le attività dell’Accademia e la pandemia

Nonostante il difficile periodo, dunque, l’Accademia non è stata inoperosa e fra le iniziative portate avanti da remoto ha deciso di realizzare in anticipo questi atti per celebrare il 25° anniversario della sua fondazione, avvenuta il 23 novembre 1996. Nella presentazione Michele Chimienti, presidente dell’Accademia, afferma: “Anche questo volume prosegue la linea editoriale dei due precedenti, impostata sulla collaborazione di alcuni accademici con altri autori, nello sforzo comune di creare una monografia su un argomento ben definito.

Il primo volume raccoglieva i contributi presentati in una giornata di studio organizzata […] per commemorare i cinquecento anni della morte di Francesco Raibolini, detto il Francia, pittore e incisore di conii del Rinascimento bolognese. Il secondo è nato da una giornata di studio […] per ricordare Arturo Lusuardi, uno dei fondatori, che alla zecca della sua città ha dedicato ben due volumi e infine ha donato la sua collezione numismatica al museo locale.

L’argomento della giornata e del volume, erano le imitazioni e le contraffazioni monetarie. Rispetto ai precedenti questo volume è anomalo, nel senso che doveva nascere anch’esso da una giornata di studio presso la suggestiva sede della Fondazione Antica zecca di Lucca, prevista in questa città nel maggio 2020; purtroppo l’epidemia di coronavirus lo ha impedito.

Per reagire alla situazione abbiamo deciso di non restare inoperosi, ma di scrivere ugualmente questo volume in attesa che sia possibile incontrarci al termine dell’epidemia. Chi sarà presente quel giorno, avrà avuto la possibilità di aver già letto i contributi e quindi di seguire meglio le relazioni e sottoporre agli autori delle domande sulle loro ricerche”.

Raccoglie una interessante miscellanea di contributi sulle monete, le medaglie e la storia della Toscana il nuovo volume dell'Accademia italiana di studi numismatici
Raccoglie una interessante miscellanea di contributi sulle monete, le medaglie e la storia della Toscana il nuovo volume dell’Accademia italiana di studi numismatici

La parola al curatore degli atti Massimo Sozzi

Nell’introduzione il curatore del volume, Massimo Sozzi, riporta: “Gli studi qui presentati, dedicati alla memoria degli accademici Giuliano Marchetti e Arnaldo Turricchia, […] come il lettore avrà capito, sono stati compilati prima della giornata di studi e verranno consegnati in quell’occasione. Il convegno si terrà presso il Museo della Zecca di Lucca, ospitato nella Casermetta San Donato, che si trova sulle Mura Urbane”.

Prosegue poi prendendo in esame i vari contributi presenti nel volume: “Apre Cristina Cicali che, facendo riferimento ad alcuni tipi di denaro enriciano di Lucca individuati da Michael Matzke nella sua classificazione, propone tra le  varianti di questa moneta l’identificazione del denaro volterrano vecchio, imitazione del denaro lucchese, attraverso un puntuale esame di esemplari provenienti da scavi archeologici, mettendo a disposizione degli studiosi alcune varianti inedite per futuri confronti.

Moretti e Cantatore affrontano la problematica relativa alla circolazione del denaro lucchese in Emilia Romagna nei secoli XI e XII. Attraverso lo scrupoloso studio di documenti editi e risultati di scavi archeologici individuano i contorni e gli elementi caratteristici dell’importante area monetaria del lucchese compresa tra l’Appennino tosco-emiliano e il fiume Po.

Monica Baldassarri illustra in modo puntuale la grande mole di dati acquisiti sulla zecca di Pisa e passa in rassegna le ipotesi classificatorie e di ricostruzione storica proposte dalla più recente e accreditata storiografia; individua altresì possibili percorsi di ricerca per le questioni sulle quali non si è ancora giunti a una soluzione condivisa. In particolare, sulla base di nuovi elementi archeologici, numismatici e archivistici, prende nuovamente in esame datazioni, uso e classificazioni di alcune serie del XIII e XIV secolo, approfondendo il contenuto di un documento del 1370 fino ad ora non correttamente valutato.

Massimo De Benetti espone una sua proposta di classificazione dei fiorini piccoli duecenteschi basata sui dati delle ricerche archeologiche e corroborata dall’esame delle caratteristiche stilistiche, epigrafiche e pondometriche. Ricostruisce così un quadro d’assieme articolato e ricco di informazioni che va dalle prime emissioni risalenti agli anni ‘50 e ‘60 del Duecento sino all’identificazione di una nuova serie coniata con numerosi segni di zecca tra la fine degli anni ‘60 e il 1303, avente caratteristiche diverse dai piccioli coniati dal 1315.

Alessio Montagano mette a frutto le numerose e approfondite ricerche che ha portato avanti in questi anni sulla numismatica senese focalizzando la sua attenzione sulla produzione seriale della zecca senese al tempo dei novem gubernatores et defensores comunis et populi senensi (1287-1355), di cui aggiorna le classificazioni nominali e cronologiche già proposte in una sua recente pubblicazione. L’autore lega strettamente, in un discorso di ampio respiro, l’analisi numismatica al complesso orizzonte storico in cui si colloca la grande potenza di Siena in questi decenni cruciali del basso Medioevo.

Il contributo di Massimo Sozzi ha per argomento la zecca di Massa di Maremma, l’odierna Massa Marittima: vengono riportate le informazioni più recenti relative ai nominali e ai conii, la maggior parte dei quali ritrovati proprio grazie alle sue ricerche. La trattazione riguardante la monetazione rimanda peraltro a un aspetto essenziale della storia comunale di Massa di Maremma: lo sfruttamento delle risorse minerarie e l’attività metallurgica caratteristica del suo territorio che permettevano di ricavare l’argento e il rame con cui venivano realizzate le monete. A questo proposito l’autore non manca di sottolineare l’importanza del “Codice Minerario” massetano – del quale cita passi significativi – per comprendere come era regolata per legge sia l’estrazione del minerale che la produzione di rame e argento.

Chimienti e Pettazzoni allargano il discorso della numismatica all’araldica. In particolare concentrano la loro attenzione sullo stemma mediceo, mettendo in luce le modifiche che subì relativamente al blasone e al ‘timbro’: modifiche che stanno a indicare i grandi obbiettivi politici raggiunti dai Medici e le altrettanto grandi ambizioni che animarono questa famiglia.

Castelli, Giannoni e Villoresi prendono in considerazione le monete coniate dalla Repubblica di Siena riparata in Montalcino tra il 1556 e il 1559. La ricostruzione del corpus della monetazione e lo studio dei conii è di grande significato dal punto di vista numismatico e si inserisce all’interno di un drammatico episodio della storia toscana cinquecentesca e, più in generale, del terribile conflitto franco-asburgico: è infatti con la pace di Cateau–Cambrésis del 1559 che Montalcino passa come ‘feudo’ a Cosimo I.

Il contributo di Lorenzo Bellesia è incentrato sugli studi più recenti relativi alle monete e alla zecca di Massa di Lunigiana. Luciano Giannoni dà conto dei test statistici e delle analisi chimico fisiche effettuati sulle crazie coniate dalla zecca di Piombino per volontà dei principi Niccolò e Giovan Battista Ludovisi. L’analisi numismatica serve a mettere a fuoco fatti storici di rilevante interesse: in particolare si cerca di fare chiarezza sui bandi emessi dal governo dei Medici per proibire la circolazione di queste monete all’interno del Granducato.

L’articolo di Roberto Ganganelli vuole essere un tributo alla memoria del compianto accademico Giuliano Marchetti, appassionato numismatico e fondatore dell’Antico uffizio della zecca di Lucca, scomparso nel 2012. Insieme a Marchetti l’autore aveva studiato la ‘doppia da due’, la più prestigiosa moneta d’oro coniata a Lucca a metà del XVIII secolo. Moneta rarissima, di cui al momento si conoscono solo due esemplari: quello della collezione Martinori (acquistato da Vittorio Emanuele III nel 1913) e quello conservato nel Museo della Fondazione Antica Zecca di Lucca, voluta appunto dal Magister Monetae Giuliano Marchetti.

In appendice Leonardo Mezzaroba ricostruisce infine i momenti più importanti della vita e della produzione del compianto accademico Arnaldo Turricchia, uno dei maggiori esperti di medaglistica a livello internazionale scomparso nel 2019”.

Monete e medaglie toscane, un settore ancora da approfondire

Sozzi conclude la sua introduzione con le seguenti parole: “Crediamo che nel complesso questi contributi offrano al lettore anzitutto strumenti critici e storiografici aggiornati in merito a problematiche specifiche, e in alcuni casi ancora assai dibattute, della numismatica toscana. D’altro canto le relazioni riunite nel presente volume confermano l’utilità delle ricerche su queste zecche, ricerche che contribuiscono ad approfondire aspetti tutt’altro che secondari della storia della Toscana medievale e moderna”. Il volume è acquistabile al prezzo di € 60,00 direttamente dalle Edizioni D’Andrea all’indirizzo ordini@edizionidandrea.it.