Quando una lettura numismatica “di comodo” venne sfruttata dal leader dell’OLP per paventare lo spettro di una cospirazione israeliana
a cura della redazione | Il 4 settembre del 1985 è una data fondamentale, nella storia monetaria dello stato di Israele, dal momento che quel giorno tre zeri vengono “tagliati” riformando la valuta israeliana e trasformandola nell’attuale, nuovo sheqel. Dieci dei vecchi sheqel vengono così equiparati ad 1 agora e si coniano monete metalliche anche nei tagli da 5 e 10 agora e da mezzo nuovo sheqel alle quali, col tempo, si sarebbero aggiunti altri spiccioli da 1, 5 e 10 nuovi sheqel.
La moneta della “cospirazione”: i 10 nuovi shquel israeliani del 1985 su cui appare la presunta mappa del “Grande Israele” figlio di presunte mire espansionistiche sul Medio Oriente
Antiche rarità numismatiche per una valuta rinnovata
Le rinnovate monete metalliche israeliane si basano, per quanto riguarda l’iconografia, su antiche emissioni numismatiche del popolo ebraico, sigilli, elementi architettonici. In particolare, la moneta da 1 agora raffigura un’imbarcazione come appare in alcuni bronzi di Erode Archelao (4 a.C. – 6 d.C.), i 5 agora e i 10 nuovi sheqel mostrano monete della sollevazione anti romana del 69-70 d.C., e il nuovo sheqel rappresenta un giglio, così come appare su una moneta del periodo tardo persiano nel quale avvenne il ritorno a Sion del “popolo eletto” dopo la schiavitù in Egitto.
Tra le monete israeliane emesse dal 1985 ce n’è una, quella da 10 agora, che al dritto riporta l’impronta di una rarissima monetina in bronzo a nome di Mattia Antigono coniata nel 40-37 a.C. durante il periodo degli Asmonei. La moneta raffigura infatti su una faccia la menorah, il candelabro a sette bracci che compare anche nello stemma dello stato d’Israele.
Il piccolo e antico nominale in bronzo, tuttavia, presenta una forma piuttosto irregolare e ciò ha dato vita ad una vera e propria teoria cospirazionista che approdò, niente meno, che al Consiglio di sicurezza dell’ONU.
L’antica monetina in bronzo coniata con l’impronta della Menorah nel I secolo a.C. e la mappa del “Greater Israel” pubblicata dal ricercatore britannico Gwyn Rowley
Una moneta alla sbarra al Consiglio di Sicurezza ONU
Era il 25 maggio 1990 quando, prendendo la parola a Ginevra, il leader dell’OLP Yasser Arafat sostenne che, sotto la menorah fosse raffigurata una mappa del “Grande Israele”, fantomatica entità geopolitica da costituire, a spese dei popoli arabi e musulmani, per soddisfare le mire espansionistiche del “movimento sionista mondiale”.
Per sostenere la tesi della cospirazione, Arafat mostrò un documento redatto da Gwyn Rowley, dell’Università di Sheffield, che era stato pubblicato nel GeoJournal. La ricerca sollevava la questione di quelle che potessero essere le massime estensioni territoriali di Eretz Yisrael viste dagli occhi degli israeliani e nella sua ricerca, in verità piuttosto fantasiosa, Rowley presentava una mappa del Medio Oriente con un’ipotesi del “Grande Israele” i cui confini erano più o meno sovrapponibili – soprattutto con occhio viziato dalla contrapposizione politica e religiosa – alla forma raffigurata sui 10 agora e tali da comprendere un territorio esteso dall’Egitto a ovest fino al Golfo Persico a est, dalla Turchia a nord all’Arabia Saudita a sud.
I 100 sheqel del 1984, prima della riforma monetaria, già riportano il controverso soggetto che mandò su tette le furie Yasser Arafat, focoso leader palestinese
Una “cospirazione” in tondello finita nell’oblio
Al di là delle prese di posizione di vari scienziati, che sconfessarono sia Rowley che Arafat, la Banca d’Israele si limitò a ribadire che il modello della moneta da 10 agora era stato selezionato solo per il suo valore storico artistico; il soggetto, opera di Nathan Karp, aveva fatto la sua prima apparizione, del resto, già su una 100 sheqel emessa nel 1984.
SSvanito l’interesse dei mass media, la storia delle monete “cospirazioniste” di Israele finì nel dimenticatoio tanto che, con buona pace di tutti, i 10 agora sono stati poi coniati fino al 2015 e il loro dritto campeggia, indisturbato, perfino nel logo ufficiale della Bank of Israel.