Oltre mille monete d’oro tardo imperiali meritano certo un simile titolo, così “il tesoro di Como” sarà presto visibile
a cura della redazione | Si dovrà attendere il nuovo anno per poter vedere finalmente esposto quello che i numismatici e gli archeologi hanno ribattezzato come “il tesoro di Como”.
Si tratta di circa mille monete d’oro di epoca romana rinvenute sotto l’ex Teatro Cressoni (poi Cinema Centrale) durante i lavori di scavo per la realizzazione di una palazzina di appartamenti.
Gli esperti hanno immediatamente classificato il rinvenimento del complesso di preziose monete come “una scoperta eccezionale” e ad esso avevamo già dedicato lo scorso anno ben tre articoli.
Se volete, potete rileggere le primissime parziali notizie, ammirare le immagini del complesso e approfondire all’ipotesi, al tempo tale, di una possibile esposizione degli esemplari numismatici.
Nel 2020, dunque, pare certo che sia i comaschi che i tanti turisti che visitano ogni anno il capoluogo lariano – e, certamente, tanti collezionisi – potranno ammirare il tesoro.
L’esposizione delle monete è prevista nella ex Chiesetta delle Orfanelle, all’interno del complesso del Museo Archeologico “Paolo Giovio” in piazza Medaglie d’Oro.
“Stiamo valutando una proposta di collaborazione e nei prossimi giorni sarà firmato dunque l’accordo tra Comune e Soprintendenza – ha spiegato alla stampa Carola Gentilini, assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Como – Abbiamo poi messo a bilancio 200 mila euro per l’allestimento degli spazi dove verranno esposte le monete”.
In questi giorni dunque si chiuderà l’accordo con la Soprintendenza, per poi iniziare con i lavori che permetteranno di creare uno spazio adeguato all’esposizione.
A differenza che in altri casi, non possiamo che riportare con piacere come è passato appena un anno da quando – sotto l’ex Cinema Cressoni – veniva casualmente rivenuto, a circa due metri sotto il piano stradale, un tesoro di monete d’oro di epoca romana tardo imperiale davvero eccezionale, occultato all’interno di un recipiente in pietra ollare e mai recuperato dal proprietario.
Presto, quell’oro che è prezioso soprattutto per la storia della città e per le vicende del passato che saprà raccontare, tornerà a risplendere di nuovo per l’intera comunità cittadina e per quella scientifica.