C’è una bellissimaa medaglia, risalente all’anno 1900, che ricorda la drammatica spedizione scientifica di esplorazione del Polo Nord guidata da Luigi Amedeo di Savoia-Aosta che – avventuroso e infaticabile viaggiatore – a tal fine acquistò, nel gennaio 1899, una goletta norvegese, la Jason, ribattezzata Stella Polare. Scopo della spedizione era quello di portarsi, in nave, nel punto più settentrionale che fosse possibile raggiungere via mare, per poi proseguire sul pack con le slitte trainate da cani fino al Polo Nord.

I venti partecipanti, tra i quali vi era il tenente di vascello Francesco Querini (1867-1900), originario di una delle più antiche famiglie del patriziato veneziano, partirono da Cristiania (l’attuale Oslo) il 12 settembre 1899. Purtroppo nella baia di Teplitz la nave si incagliò nel ghiaccio, subendo seri danni allo scafo e rimanendo inclinata su di un lato.

Lunga 48,50 metri, 1829 tonnellate di stazza lorda, la goletta Stella Polare era stata varata col nome di Jason nel 1881 nei cantieri novregesi di Sandefjord

I membri della spedizione dovettero trasferirsi sul pack dove fu stabilito il campo base in attesa della primavera per compiere la marcia di avvicinamento al Polo Nord. L’11 marzo ci fu la partenza degli esploratori, divisi in tre gruppi. Quello guidato da Umberto Cagni il 25 aprile, tra mille difficoltà, raggiunse gli 86° e 34′ di latitudine nord, arrivando a soli 381 chilometri dal Polo Nord; quello composto da Francesco Querini, Felice Ollier e il norvegese Harry Alfred Stökken, andò disperso e non rientrò mai alla base.

L’impresa (che segnò il nuovo record di avvicinamento al Polo Nord), venne salutata da un lato con grande entusiasmo ma dall’altro come una vicenda altamente drammatica. Tali sentimenti sono ben riassunti nelle iscrizioni e nell’iconografia della medaglia voluta dai “Veneti” nel settembre del 1900. La realizzazione fu affidata allo Stabilimento Stefano Johnson ed ebbe verosimilmente luogo sul finire dello stesso anno; fu coniata in bronzo e in bronzo argentato; ne furono eseguiti anche due esemplari in oro; il primo destinato a Luigi Amedeo di Savoia-Aosta.

Il duca degli Abruzzi, tra il 1897 e il 1909, ha compiuto spedizioni che lo hanno reso celebre: nel 1897 la prima ascensione del Monte Saint Elias in Alaska; nel 1900 al Polo nord; nel 1906 l’esplorazione del massiccio africano del Ruwenzori; nel 1909 sul Karakorum, con il fallito tentativo di ascesa del K2 e il nuovo record mondiale di altitudine

La solenne consegna ebbe luogo il 27 aprile 1901, nella Sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale, in occasione della visita del duca degli Abruzzi a Venezia per l’inaugurazione della IV Biennale. Nel corso della cerimonia, il sindaco di Venezia, Filippo Grimani, pronunciò un discorso, riportato nei quotidiani locali dell’epoca, dal quale ricaviamo alcune utili informazioni: veniamo infatti a sapere che la decisione di realizzare la medaglia venne presa il 7 settembre 1900 e che si diede subito vita a una sottoscrizione per la raccolta dei fondi necessari “in brevi giorni salita ben al di là dei limiti segnati”. Istruttiva anche la conclusione: “Altezza Reale, Nelle mani Vostre consegno questa medaglia d’oro, in nome di Venezia, in nome della Veneta regione”.

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L’Italia scruta le onde in attesa del responso sulla temeraria impresa polare 

In realtà, da una cartolina commemorativa che riproduce e descrive la medaglia, veniamo a sapere che il disegno venne eseguito dal pittore e illustratore tedesco Adolf Hohenstein (1854-1928) che si era stabilito a Milano intorno al 1880; inoltre, a promuovere la campagna di sottoscrizione fu il giornale L’Adriatico.

Il 22 maggio 1901, un secondo esemplare d’oro venne consegnato personalmente dal sindaco Grimani al padre di Francesco Querini, il conte Nuzio, ritiratosi nel suo palazzo a San Samuele. In precedenza (30 gennaio 1901), a Nuzio era stata fatta pervenire anche un’altra medaglia commemorativa d’argento, promossa dalla Società Geografica Italiana.

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La dedica dei Veneti agli esploratori del Polo Nord sul rovescio della coniazione

Questa la descrizione della medaglia per la spedizione della Stella Polare: al dritto nel campo donna turrita, simboleggiante l’Italia, scruta tra le onde nella direzione indicatale da un bimbo alla sua destra; in basso a destra, lungo il bordo: A. HOHENSTEIN INV. JOHNSON. CA. Al rovescio nel campo, in alto: la poppa della Stella Polare tra le onde; sotto, scritta in nove righe: I PERDUTI DICONO AI COMPAGNI / EBBERO QUESTI MARI / DAGLI ANTICHI VENETI LE PRIME VIE / DALLE NOSTRE OSSA I MAGGIORI CONFINI / AVVENTURATI VOI CHE LI RISOLCASTE / PER RIDAR FEDE NEL GENIO / FORZA AI CUORI / AMMIRAZIONE PER LE CIVILI VIRTÙ / DE L’ITALICA GENTE; in basso, tra foglie d’alloro: OMAGGIO DEI VENETI SETT. MCM.