Presso la Casa museo Ivan Bruschi un percorso dedicato ai buoni e ai biglietti fiduciari, spiccioli di carta spesso abusivi ma dall’indubbio fascino storico

 

a cura della redazione | È aperta al pubblico dal 15 settembre al 27 novembre ad Arezzo, presso la Casa museo Ivan Bruschi, una mostra – la prima in Italia sul tema – dedicata agli Spiccioli di carta. Rare testimonianze di una vicenda monetaria tra XIX e XX secolo.

La Casa museo Ivan Bruschi, che festeggia quest’anno i suoi vent’anni di attività, dispone infatti – fra i tanti lasciti del celebre antiquario aretino, uno tra i fondatori della prestigiosa mostra antiquaria che ancora oggi si svolge in città ogni primo weekend del mese – anche collezioni e raccolte numismatiche di vario genere, che spaziano dalla monetazione antica a quella moderna, dalla medaglistica alla moneta cartacea.

spiccioli di cartaEd è proprio studiando un settore particolare di quest’ultimo tipo di materiali – i buoni cartacei destinati alla circolazione fiduciaria abusiva – che la curatrice Franca Maria Vanni ha creato la mostra con cui intende far conoscere questo fenomeno (poco noto) nella storia del denaro, che in Italia si sviluppò già poco dopo l’unificazione nazionale del 1861.

Colorati, particolari, spesso rari e talvolta introvabili, i biglietti di tipo fiduciario – gli “spiccioli di carta” del titolo della mostra – svelano così intriganti pagine di storia locale, rivelano l’intreccio fra micro economie e macro economia, raccontano episodi inediti.

Presenti all’inaugurazione di giovedì 15 settembre alle ore 17.30, oltre alla curatrice Franca Maria Vanni, anche Luca Benvenuti (presidente della Fondazione Ivan Bruschi), Carlo Sisi (conservatore) e Atanasio Cerqua (esperto di cartamoneta).

La mostra Spiccioli di carta. Rare testimonianze di una vicenda monetaria tra XIX e XX secolo sarà aperta fino al 27 novembre, tutti i giorni da martedì a domenica con orari 10.00-13.00 e 14.00-18.00. Per informazioni e prenotazioni 0575 354126, email info@fondazioneivanbruschi.it, sito web www.fondazioneivanbruschi.it.