di Antonio Castellani | Vescovo di Roma per soli trentatre giorni: qualcuno ha perfino cercato conferme nella profezia di Malachia che recita “De medietate Lunae” (ossia “Del periodo medio della Luna”) a proposito della scomparsa nel sonno, la notte tra il 28 e il 29 settembre del 1978, di Albino Luciani, da poche settimane eletto sommo pontefice col nome di Giovanni Paolo I.
Per la propensione alla semplicità del dialogo e alla dolcezza verso i bambini, derivatagli anche dalla sua lunga attività di catechista, Luciani fu molto amato nonostante la brevità del pontificato.
Il 7 novembre 1978 il cardinal Samorè scrisse di lui: “Papa Giovanni Paolo I ha impressionato il mondo. […] La sua presenza ha affascinato per la dolcezza e la semplicità del tratto. […] La sua fine improvvisa, del tutto inopinata, ha profondamente commosso. Lo si potrebbe definire il Papa del sorriso” e, con tale appellativo, è ricordato ancora oggi.
Chi lo conobbe testimonia tuttavia che possedeva determinazione e intransigenza. Durante il Ventennio, ad esempio, da semplice parroco si impose di fronte a una maestra che pretendeva di disporre in processione i bambini delle organizzazioni fasciste prima di quelli delle associazioni cattoliche.
A questo pontefice, cui postuma fu dedicata in 198.500 esemplari una bella 1.000 lire in argento modellata, nel 1978, da Guido Veroi, nel 40° anniversario della “nascita al cielo” l’Ufficio Filatelico Numismatico del Vaticano rende omaggio con un’altra argentea coniazione, stavolta proof e da 10 euro scolpita con maestria da Mariangela Crisciotti e battuta su conii incisi da Uliana Pernazza. Sono 4.499 le monete uscite per Giovanni Paolo I dalle presse del Poligrafico e Zecca dello Stato italiano ed immesse sul mercato a 59,00 euro a partire dal 4 ottobre scorso.
La metrologia della moneta da 10 euro appena emessa è la consueta: 22 grammi d’argento 925 per 34 millimetri di diametro, con tondello a bordo che riporta il motto di papa Francesco.
Venendo all’aspetto artistico del conio, non si può non notare come l’autrice abbia sintetizzato in modo esemplare due elementi del ricordo di papa Luciani che sono impressi nelle menti di tutti.
Un pontefice sorridente e accogliente e, in basso, la famosa scena evangelica che lasciamo descrivere all’evangelista Matteo: “Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: ‘Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro […] infatti, appartiene il regno dei cieli’. E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là” (Mt 19, 13-15).
Bella anche la scelta, sul rovescio, di rielaborare lo stemma di papa Francesco facendolo sorreggere da un cherubino: una linea – questa di rievocare elementi decorativi e stilistici tipici della magnifica monetazione papale in oro e argento del XVI-XVIII secolo – che conferisce alle moderne emissioni vaticane una maggior personalità ed una classica eleganza. Quanto mai opportune per ricordare un papa dal pontificato brevissimo ma destinato alla beatificazione per volere di Francesco Bergoglio.