Quale fu la data di nascita di Maria Teresa di Borbone? Documenti, bibliografia e monete non vanno d’accordo ma con un po’ di attenzione…
di Carmelo Crupi | Gli appassionati di numismatica borbonica napoletana conoscono bene la celebre piastra da 120 grana coniata a Napoli per celebrare la nascita della primogenita dei reali Ferdinando IV di Borbone e Maria Carolina d’Asburgo.
La piastra FECVNDITAS e le sue due tipologie
Di questa piastra si conoscono due tipi, che si differenziano per vari particolari, sia al D/ che al R/. La più evidente differenza riguarda il millesimo di coniazione, in numeri romani nella parte bassa del dritto: nella grande maggioranza degli esemplari il millesimo è disposto in circolo, secondo la curvatura del perimetro del tondello, mentre in un numero davvero esiguo di monete (i manuali indicano un grado di rarità R4) è disposto secondo una linea retta.
Non è fuori luogo ricordare che il primo studioso di numismatica meridionale che ha reso pubblica l’esistenza del secondo tipo di siffatta piastra celebrativa è stato Rodolfo Spahr, quando nel lontano 1968 il suo lavoro intitolato Una variante inedita della piastra napoletana del 1772 è apparso sul glorioso Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano. Ho parlato di tipo e non di variante in quanto, sulla scorta delle considerazioni dello stesso Spahr, queste due monete sono frutto di coni nettamente diversi.
A questo punto i cultori di numismatica meridionale si domanderanno: cosa c’è ancora di non detto, di nuovo riguardo a questo affascinante pezzo da 120 grana?
Quale data di nascita per la “reale infanta” Maria Teresa?
Ebbene, come molto spesso accade nel magnifico mondo della numismatica, la ricerca e l’approfondimento possono condurre a scoprire, o meglio, riscoprire dati ed informazioni ormai dimenticati anche per nummi arcinoti e studiati, da molti anni, da numerosi cultori.
In particolare, nelle descrizioni di siffatta moneta sui cataloghi d’asta, sui manuali numismatici e sui libri di storia dei Borbone di Napoli, oltre che sui forum numismatici, spesso ci si imbatte in dati contrastanti relativamente alla data di nascita della “reale infanta” Maria Teresa.
Con questo studio intendo documentare la corretta data di nascita della primogenita dei reali napoletani, dato di non secondaria importanza per il fatto che la piastra in argomento venne ideata, magistralmente incisa e coniata proprio per celebrare e tramandare ai posteri il lieto evento per il Regno.
Prima di analizzare il documento moneta, passo in rassegna cosa ci narrano gli storici e i numismatici, recenti e meno recenti. Tale Michele Rocco, nel libro Dei Banchi di Napoli e della loro ragione, pubblicato nel 1785 nel apoluogo partenopeo, tramanda quanto segue: “A’ 6 di giugno 1772 nacque ai nostri Sovrani una bambina, cui fu messo il nome di Maria Teresa: si fecero le feste in Napoli grandi e lietissime. In tale occasione si coniarono nella Reggia (sic) Zecca delle monete d’argento del valore di grana 120 […] nel giù MARIA THERESIA NATA NONIS JUNII”.
Uno sguardo alla bibliografia numismatica
Eduardo Ricciardi nell’opera Medaglie del Regno delle Due Sicilie 1735-1861, Napoli, II ed. 1930, non specifica la data di nascita della principessa, limitandosi a descrivere la moneta, evidentemente considerandola una “medaglia-moneta”.
Anche Rodolfo Spahr, nel menzionato suo articolo, non entra nel merito della data di nascita dell’infanta, mentre Michele Pannuti, ne La monetazione napoletana da Carlo a Francesco II di Borbone (1734-1860), Museo Filangieri, Napoli, 1975, parla genericamente dell’anno 1772.
Lo storico Alessandro Coletti in La regina di Napoli, De Agostini, Novara 1986, afferma che “il 6 giugno 1772 nasceva Maria Teresa, paffuta e vispa. I napoletani poterono ammirarla sulla moneta coniata per l’evento”.
Giuseppe Ruotolo, nel pregevole catalogo intitolato Le grandi monete d’argento dei Borboni di Napoli pubblicato in occasione della mostra tenutasi a Vicenza per Numismata Italia nel 1999, parla, invece, del quinto giorno del mese di giugno. Lo storico Giuseppe Campolieti, ne Il Re Lazzarone, Le Scie Mondadori, Milano 1999, parla genericamente di giugno 1772.
Il compianto Mario Traina nella sua ultima fatica Il linguaggio delle monete, Editoriale Olimpia, Firenze 2006, indica – chiaramente – il 5 giugno 1772.
Salvatore D’Auria nel volume Il Medagliere, Edizioni D’Auria, Napoli 2006, non specifica la data di nascita dell’infanta Maria Teresa, bensì riporta un passo dell’opera di Giuseppe Maria Galanti, Napoli e contorni risalente al 1829, in cui è indicato il 6 settembre 1772 quale giorno del battesimo della “reale infanta”. Nel prosieguo, però, anche questa data di nascita si dimostrerà errata.
Pietro Magliocca, infine, nel suo recentissimo Manuale delle monete di Napoli 1674-1860, D’Amico, Nocera Superiore (SA), 2018, parla del 9 giugno 1772, così come si legge sul catalogo Gigante 2019, nella nota esplicativa sulla moneta in argomento.
E’ evidente come il quadro bibliografico sia quanto mai discordante, caratterizzato da date fornite dagli storici che fanno a pugni con quelle fornite dai numismatici che, a loro volta, risultano non sempre concordi.
Il documento moneta sotto la lente d’ingrandimento
Analizziamo adesso il documento moneta: al rovescio, in esergo, la leggenda recita: M . THERESIA . NATA | NON . IVNI che in latino vuol significare, come bene ha indicato Traina, MARIA THERESIA NATA NONIS IUNIIS, ovvero “le none di giugno”.
Ora, è noto che i nostri padri latini distinguevano i giorni del mese in calende, none e idi: le calende cadevano il primo giorno di ogni mese; le none il quinto giorno e le idi il tredicesimo nei mesi di gennaio, febbraio, aprile, giugno, agosto, settembre, novembre e dicembre, mentre nei restanti mesi le none cadevano il settimo giorno e le idi il quindicesimo. Dunque, a conti fatti, il documento moneta ci tramanda la data del 5 giugno 1772, a testimonianza del fatto che spesso e volentieri gli storici non tengono in debito conto il documento moneta. Dunque, non sono corrette le informazioni del Magliocca e del catalogo Gigante 2019.
L’arcano, dunque, sembrerebbe svelato, ma ecco che qualche tempo addietro ho ripreso in mano il tomo Studi di Numismatica (1934-1984) del Dottor Giovanni Bovi, pubblicazione curata dalla vedova dell’autore, Luisa Mastroianni Bovi, nell’ormai lontano 1989.
La mia attenzione è stata attratta dall’articolo di Bovi dal titolo Maria Teresa di Borbone Imperatrice d’Austria, apparso nell’Archivio Storico per le Province Napoletane del 1963.
In questo bel lavoro l’autore trascrive i contenuti di un documento d’epoca, il Foglio Enciclopedico n. 48 del 16 giugno 1772: “Venerdi 5 giugno 1772, alle ore 11 della notte, la Regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando IV, fu assalita dalle doglie del parto.
Grande fu l’agitazione e l’emozione di tutta la Corte napoletana per il prossimo fausto evento che doveva dare ai giovani sovrani la prima prole.
Furono inviati messi a tutti coloro che avevano obbligo di trovarsi, per il parto della Regina, nel palazzo reale cioè i capi dei Tribunali, gli eletti della Città, le dame di corte ed i gentiluomini di Camera, che accorsero al palazzo con tutto lo sfarzo possibile.
Dopo la mezzanotte e precisamente all’una e un quarto la Regina dette alla luce una Principessa che fu sollecitamente portata alla cappella del palazzo e battezzata dall’Eminentissimo Cardinale Arcivescovo che le impose i nomi di Maria Teresa Carolina Gaetana Antonia Giuseppa Anna Amalia.
Alla solenne cerimonia del battesimo furono presenti tutti i detti dignitarii; dopo il battesimo, terminato alle 3, furono spediti corrieri alle Corti europee per dare annunzio della fausta novella”.
Giovanni Bovi prosegue col descrivere la ben nota moneta, non senza porre l’attenzione sul fatto che le none di giugno corrispondono al giorno 5 di detto mese, mentre, in realtà, come visto, il parto avvenne alle prime ore del 6 giugno 1772.
Quando anche la moneta non è del tutto attendibile…
In conclusione se molto spesso, quasi sempre, gli storici prendono grossi granchi quando non tengono in debito conto la numismatica come fonte documentale qualificata, allora si deve ammettere che il 120 grana napoletano millesimo 1772 rappresenta un’eccezione alla regola.
Nella fattispecie, incredibile ma vero, si deve ammettere che è l’informazione fornita dal documento moneta a non essere attendibile, e che, d’altro canto, gli storici Michele Rocco e Alessandro Coletti, pur se probabilmente digiuni di numismatica, hanno invece tramandato il dato storico esatto.