E’ scomparso Arnaldo Turricchia, autore di numerosi saggi di medaglistica e noto tra studiosi ed appassionati
di Leonardo Mezzaroba | Il 29 ottobre è mancato Arnaldo Turricchia, noto studioso di medaglistica. Nato a Imola nel 1933 si era volto a studi scientifici laureandosi dapprima in ingegneria elettrotecnica all’università di Bologna (1959) e poi in ingegneria nucleare al MIT di Cambridge, nel Massachusetts (1962).
Uomo di profonda cultura, animato da una viva curiosità intellettuale si era volto ad approfondite indagini nel campo della cosmologia, delle neuroscienze e dell’evoluzione della vita sulla terra. Sin dal 1978 si era dedicato allo studio della medaglistica italiana (soprattutto del periodo napoleonico e risorgimentale) che coltivava con passione e con il rigore proprio della sua formazione scientifica.
Andava così ponendo le basi di quel formidabile archivio di immagini, dati tecnici e note storiche che gli avrebbe consentito di affrontare tematiche di ampio respiro: dall’analisi dell’intero corpus di incisori dell’Ottocento, alla storia sistematica, attraverso le medaglie, delle singole realtà politiche italiane tra il XVIII e il XIX secolo.
Erano nati in questo modo volumi monografici quali: Le medaglie di Luigi Cossa; Le medaglie di Francesco Putinati e Luigi Manfredini e le sue medaglie, tutti e tre editi nel 2002. Ma altre monografie furono pubblicate nel 2011, da Le medaglie di Giovanni Zanobi Weber a Tommaso Mercandetti e le sue medaglie.
Monumentali poi i suoi studi (pubblicati nel 2003) su Il Regno di Sardegna attraverso le medaglie. Dalla Restaurazione all’Unità d’Italia (1814-1861), in due volumi, e su Il Regno Lombardo-Veneto attraverso le medaglie. Dalla Restaurazione all’Unità d’Italia (1814-1861), in tre volumi. Tre anni dopo, nel 2006, Turricchia pubblicò Il Ventennio Napoleonico in Italia attraverso le medaglie (1796-1815), in quattro volumi.
Ciò che stupisce in queste opere non è tanto la catalogazione di un numero davvero esorbitante di medaglie, frutto di una ricerca capillare nei musei italiani e stranieri, quanto la profondità e l’originalità dell’analisi. Con il rigore scientifico proprio della sua formazione, Turricchia si volgeva all’esame sistematico di tutte le fonti, privilegiando i giornali dell’epoca e, soprattutto i documenti d’archivio. Solo così si spiega la ricchezza di notizie tecniche e storiche che correda ogni medaglia schedata.
È difficile capacitarsi che tutto questo lavoro di ricerca sia stato svolto da una sola persona, ma Turricchia era fatto così: sapeva affrontare imprese che a chiunque sarebbero apparse proibitive, armato di pazienza, determinazione e sistematicità.
Tra il 2011 e il 2012 Turricchia pubblicavavolumi che analizzavano l’intera emissione di medaglie relative al Granducato di Toscana, dal 1765 al 1861: Le medaglie di Pietro Leopoldo Granduca di Toscana (1765-1790), Le medaglie di Ferdinando III Granduca di Toscana (1° periodo 1791–1801); Le medaglie del Regno d’Etruria (1801-1807); Il Granducato di Toscana attraverso le medaglie. Dalla Restaurazione all’Unità d’Italia (1814-1861) (in 2 volumi).
Per far questo Turricchia aveva dovuto frequentare per mesi i vari archivi di Stato della Toscana e particolarmente laboriosa era stata la consultazione dei numerosi documenti legati alla emissione di medaglie, conservati presso l’Archivio di Stato di Firenze.
Turricchia amava raccontare, con l’autoironia che lo caratterizzava, che, mosso dall’entusiasmo per la ricerca e dalla mole di lavoro, per settimane aveva continuato instancabilmente, a presentarsi davanti all’Archivio già prima dell’apertura, per uscirne solo all’ora di chiusura, tentando di farsi consegnare qualche faldone in più di quelli che erano consentiti giornalmente per condurre a termine un po’ prima la sua indagine. In questo modo aveva finito per diventare quasi un collega di lavoro degli operatori dell’Archivio stesso.
Nella primavera di quest’anno aveva messo a punto, con la consueta accuratezza, un’opera sulle medaglie dei Farnese, di cui stava curando la pubblicazione.
Dal 1979 era membro della Società Numismatica Italiana. Nel 2003 era entrato a far parte dell’Accademia Italiana di Studi Numismatici, in cui era da tutti stimato e apprezzato per la qualità dei suoi lavori, per l’affetto che dimostrava nei confronti del sodalizio, per la sincerità della sua amicizia e per la signorilità del suo carattere.
Persona generosa, era sempre pronto a rispondere alle numerose richieste degli studiosi che si rivolgevano a lui, mettendo a disposizione la sua competenza e il suo ricchissimo archivio. Con Arnaldo Turricchia si spegne un autentico maestro nello studio della medaglistica, ma certo le sue opere continueranno a mantenerne vivo il ricordo.