Monete antiche, medievali e moderne, banconote e medaglie all’incanto il 30 ottobre a San Marino per il piacere di tutti i collezionisti
Informazione pubblicitaria | Inasta informa i collezionisti che è disponibile il catalogo dell’asta battuta n. 84 a questo indirizzo. L’asta si svolgerà mercoledì 30 ottobre presso la sede in Via Alfonso Giangi n. 16, 47891 Dogana (Repubblica di San Marino).
La sessione online della stessa vendita chiuderà martedì 29 ottobre alle ore 17. Dopo la chiusura della sessione online, saranno comunque accettati gli ordini via fax (0549.970163) o via email (info@inasta.com).
Inasta ricorda inoltre che gli interessati potranno partecipare all’asta live contattando preventivamente la casa di vendite. Il catalogo è disponibile in formato Pdf, liberamente consultabile e scaricabile, sul sito aziendale a questo indirizzo.
Ma veniamo ora al una panoramica delle monete offerte, che assommano a ben 844 lotti e che spaziano dalle emissioni celtiche e greche a quelle romane (repubblicane, imperiali e provinciali), dalle bizantine alle barbariche alle estere.
Ampie, come sempre, le selezioni di monete di zecche italiane, di emissioni dei Savoia e del Regno, oltre a Repubblica Italiana, medaglie e cartamoneta. Tutte le basi d’asta segnalate d’ora in poi, ove non indicato in modo esplicito, sono da intendere in euro.
Piccoli capolavori in tondello dal mondo antico
Segnaliamo per questa sezione, in primissima battuta, un bel 60 litre siracusano in oro per Agatocle risalente al 317-289 a.C. (n. 26, base 2.500) per evidenziare quindi un’argentea tetradracma siciliana del periodo punico con al D/ testa di Persefone a s. attorniata quattro da delfini e al R/ protome equina (n. 34, base 1.000).
Dall’Impero Persiano proviene invece un raro darico in oro che, nonostante la conservazione BB, mantiene il suo fascino di “emissione primigenia” nella storia della numismatica (n. 55, base 1.000). Fantastica infine, anche per conservazione (qSpl), la moneta da otto dracme di età tolematica a nome di Arsinoe II e Filadelfo (270-268 a.C.) con al D/ Busto velato di Arsinoe II a e al /R doppia cornucopia (n. 63, base 7.800).
Roma caput mundi, anche nella monetazione
Tra repubblicane, imperiali e provinciali, l’incanto n. 84 di Inasta propone ben 230 esemplari a testimoniare una storia plurisecolare e le sue innumerevoli sfaccettature. Non solo bei denari in argento, ad esempio, a raccontarci il periodo repubblicano ma anche bronzi come l’oncia semilibrale del 217-215 a.C. al n. 68 che, Bb e con magnifica patina, parte da una base di 120.
Incanta, a seguire, il denario Spl-Fdc a nome di C. Hosidius C. f. Geta (68 a.C.) con al D/ Busto di Diana con arco e faretra e al R/ il cinghiale di Calidonia a colpito da una lancia e assalito da un cane (n. 124, base 190); e che dire del denario serrato a nome di L. Papius (79 a.C.) con al D/ testa di Giunone Sospita e ascia ed, al R/, grifone andante con sotto la lancia (n. 144, Bb+, base 150)?
Prima di spostarci, per ragioni di spazio, al periodo imperiale, vi segnaliamo un magnifico denario R3 di Q. Pomponius Rufus (73 a.C.) con al D/ testa di Giove a e al R/ Aquila a con corona tra gli artigli; nel campo, un gambero. La moneta, n. 156 del catalogo, è proposta in BB+ a partire da 2.000.
Tra le imperiali di primo periodo spicca un aureo di Tiberio (n. 197, bel BB, base 1.500) ed uno di Galba (n. 207, BB+, base 6.500) oltre a pregevoli sesterzi come quello con carpentum dedicato a Livia, moglie di Augusto (n. 196, qSpl, base 1.200).
Numerosi i denari in argento di I e II secolo disponibili, ma l’attenzione va anche al metallo più prezioso rappresentato ad esempio da un superbo aureo a nome dell’imperatore Adriano (117-138) con ritratto e R/ anepigrafe con la personificazione del Nilo e l’immagine di un ippopotamo (n. 228, Bb+, base 6.500).
Tra le coniazioni di III secolo spicca un asse, bello e raro, di Macrino (217-218) con al D/ busto laureato e al R/ la Securitas (n. 264, Spl+, base 600). Per il secolo seguente, invece, segnaliamo un solido di Arcadio (383-408) per Milano con al D/ busto diademato e drappeggiato e al R/ Arcadio con stendardo e Vittoria e un piede sopra un soldato (n. 289, Spl/Fdc, base 600).
Per quanto riguarda, infine, le emissioni dopo la fine dell’Impero, al n. 301 fa bella mostra di sé un tremisse di Maurizio Tiberio (582-602) che, di conservazione elevata (qFdc), è proposto da 1.000 euro.
Monete estere da tenere d’occhio
Prima di passare alle zecche italiane, ai Savoia e agli altri settori dedichiamo qualche riga alla proposta di monete estere (dal n. 303 al n. 373) che merita attenzione sia per alcune sovrane britanniche tra XIX e XX secolo coniate in Australia che per alcuni denari di gran pregio battuti tra VII e XIX secolo da Pipino il Breve, Carlo Magno e Carlo il Calvo.
Altre coniazioni in oro francesi, tedesche, inglesi, senza contare una scelta di mezzi dollari USA commemorativi tra fine ‘800 e prima metà del ‘900 completano la sezione.
Tutto il fascino delle zecche italiane preunitarie
Dal n. 354 al n. 382 vengono offerte monete che, spaziando in ordine alfabetico dalla zecca di Ancona a quella di Villa di Chiesa, mostrano un panorama numismatico quanto mai ricco e variegato, in grado di soddisfare il gusto di numerosi appassionati.
Venne coniato a Bergamo a nome di Federico II, ad esempio, il grosso comunale in argento da 4 denari (secc. XIII-XIV) al n. 384 (qSpl, base 500); è rarissimo e proviene dall’effimera officina monetaria di Cesana, invece, l’esemplare al n. 389 del catalogo (grosso Mb/Mb+ ma R5, base 950 euro) a nome di Umberto I Delfino (1282-1307).
Valida anche la selezione di monete toscane tra cui numerosi francesconi granducali di alta conservazione, come pregevoli le genovesi proposte, parte in oro e parte in argento; anche Milano è rappresentata, ad esempio, da alcuni “classici” come il testone di Galeazzo Maria Sforza (1466-1476) con al D/ ritratto e al R/ cimiero sormontato da drago fra rami e secchi (n. 430, Spl/Spl+, base 500).
Tra le monete di zecche dell’Italia meridionale, invece, R2 e affascinante è la moneta da 6 ducati 1755, in oro, di Carlo di Borbone (1734-1759) proposta in conservazione Spl+ al n. 450 per una base di 1.500 euro. Per il Regno di Napoli e quello delle Due Sicilie, inoltre, sono presenti altre decine di esemplari in tutti i metalli.
A seguire, gli Stati della Chiesa propongono piastre, mezze piastre, testoni: fra questi vi mostriamo quello,raro e di esemplare eleganza, a nome di Clemente XI e coniato con al D/ il ritratto papale e al R/ le tre Grazie con sullo sfondo il Campidoglio (n.499, Spl, base 600).
Concludiamo con una puntatina a Venezia, segnalando il quarto di ducato da due zecchini al n. 744: coniato da Alvise IV Mocenigo (1763-1778) è R4 e, pur Bb+ e proveniente da montatura, si merita una base di 3.000 euro.
Casa Savoia dal Piemonte all’Italia
Per quanto riguarda le monete sabaude iniziamo con una di Carlo Emanuele IV (1796-1800), il mezzo scudo 1798 in Spl proposto al n. 591 da 2.400 euro di base; varie monete di Carlo Felice (tra cui, da visionare con attenzione, i 40 e gli 80 lire oro) precedono quindi Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II come re di Sardegna e poi d’Italia (numerosi i marenghi disponibili).
Passando ad Umberto I, come non citare le 100 lire oro del 1882 al n. 686, R2 e in conservazione Bb/Bb+, proposte a partire da 3.000 euro? E venendo alle monete del “re numismatico”, come non ammirare le superbe 100 lire del 1903 e del 1923, oppure la magnifica Vetta d’Italia del 1925 (n. 643, Fdc con sabbiatura integra, base 5.000 euro)?
Monete della serie Cinquantenario, coniazioni in alta conservazione in oro e argento, ma anche alcuni progetti emissioni in metalli non nobili completano la serie a nome di Vittorio Emanuele III proposta da Inasta. Fra tutte, per qualità e rarità, citiamo la lira Impero del 1937-XV coniata in soli 50 pezzi (n. 704, R3 e Fdc, base 1.800 euro).
E per concludere…
Il catalogo Inasta n. 84 propone alcune rare prove di monete della Repubblica Italiana e, tra le medaglie, alcune interessanti di ambito militare ed una serie di splendide coniazioni firmate dal grande artista Angelo Grilli. Dal metallo alla carta per segnalarvi, infine, due biglietti campione e una banconota sostitutiva della Luogotenenza (illustrato, il campione da 100 lire al n. 793 proposto Fds a 2.000 di base). Tutti esemplari di estrema rarità.
Chuide l’asta un classico della bibliografia numismatica italiana, al n. 844: si tratta del pregevole volume di Cesare Antonio Vergara, Monete del Regno di Napoli da Roggiero a Carlo VI stampato a Roma 1715, pp. 178 con illustrazioni, ottimo e alla base 300 euro.