Le monete d’argento del Vaticano da 5 e 10 euro sono disponibili (e molto belle!) anche senza decori in oro
di Mathias Paoletti | Lo scorso 19 settembre il nostro direttore Roberto Ganganelli ha presentato in anteprima le monete commemorative vaticane da 5 e 10 euro in argento con finiture in oro (leggi qui l’articolo).
Due emissioni effettuate il 1° ottobre scorso da parte dell’UFN e che lo stesso Ufficio dipendente dal Governatorato ha contemporaneamente reso disponibili ai collezionisti anche in versione “tradizionale”, ossia in argento proof.
Del tutto simili a quelle placcate in oro, le due coniazioni da 5 euro per i 150 del Circolo di San Pietro e da 10 euro per la Giornata mondiale della Pace 2019 costano, rispettivamente, 58,00 e 69,00 euro, contro i 75,00 ed 89,00 delle versioni con finiture realizzate col biondo metallo.
Da pochissimo disponibili sul mercato, siamo ora in grado di mostrarvi anche queste monete, gradite specialmente ai collezionisti più fedeli ad uno stile “classico” e meno attratti dalle novità estetiche che placcature, inserti materici, forme particolari che, spesso, vengono inseriti nelle commemorative di tutto il mondo.
Per inciso, a nostro parere anche queste monete proof “classiche” proposte di recente dal Vaticano mantengono un’armonia e una gradevolezza all’occhio che deriva dall’indubbia eleganza dei soggetti e dalla cura nella realizzazione del proof da parte di IPZS.
Le modellazioni curate, rispettivamente, da Daniela Longo per i 5 euro e da Antonella Napolione per la pezzatura da 10 euro mantengono intatto tutto il loro fascino.
Di più, la monocromia dell’argento satinato su fondo lucido depura e rende più solenne la profonda carica simbolica che le due artiste sono riuscite ad imprimere alle tematiche loro affidate.
Il lato positivo della doppia versione è, chiaramente, quello il poter incontrare il gusto di collezionisti diversi, soprattutto sul mercato straniero dove le “innovazioni” trovano in numismatica trovano terreno fertile.
Tuttavia, l’Ufficio Filatelico e Numismatico del Vaticano avrebbe dovuto forse tener conto del fatto che una parte dei numismatici affezionati alle monete d’argento del Vaticano non avrà certo gradito l’esborso necessario per accaparrarsi – specie sul mercato secondario – entrambe le versioni.