Non poteva mancare, nel programma italiano 2019, una moneta per Fausto Coppi, mito ancora oggi amato da milioni di italiani e di sportivi
di Roberto Ganganelli | Tanto ha fatto da strappare a Costante Girardengo il soprannome di “Campionissimo”: nella sua carriera, infatti, Fausto Coppi da Castellania (Alessandria) è stato – non solo per noi italiani – un ciclista ineguagliabile.
Cinque edizioni del Giro d’Italia, due del Tour de France, tre Milano-Sanremo e una Parigi-Roubaix, cinque Giri di Lombardia, un Mondiale su strada e due su pista senza contare nel suo palmares le vittorie di tappa, o i giorni in maglia rosa o in maglia gialla.
E senza contare, soprattutto, l’aura di mito che, nel nostro paese e non solo, si è creata attorno alla sua figura esile – anche “l’Airone”, lo chiamavano – e alla sua apparente invulnerabilità.
Un essere pressoché invincibile sui pedali – onore al merito all’altro campione e suo eterno amico-rivale, Gino Bartali – ma che un giorno, a poco più di quarant’anni, ci ha lasciati nel 1960 a causa della malaria contratta durante un viaggio in Africa e mal diagnosticata.
Gli omaggi all’Airone di Gino Paoli e Gianni Brera
A lui Gino Paoli ha dedicato una splendida canzone (ascoltala qui su YouTube); per quell’omino con le ruote il più grande giornalista sportivo italiano, Gianni Brera, ha scritto nel 1949 sulla Gazzetta.
“Cosi’ l’ha fatto il buon Dio che se tu lo vedi all’impiedi, uomo come tutti gli altri, costretto a mantenersi umilmente in equilibrio, la tua presunzione non se ne adonta.
Su due spalle stranamente esili s’innesta il capo che neri e lisci capelli, quasi mai pettinati, paiono rendere allungato a dismisura. E il collo, che pure è sottile, quasi si perde nella secchezza della mandibola e nella nuca folta di capelli.
Il torace, per una anomalia che è invece funzionale e a tutta prima non ti spieghi, via via che scende, ingrandisce, lo sterno pare carenato come negli uccelli.
Ancora ogni normale linea anatomica viene smentita in lui da un improvviso dilatarsi delle anche, dall’assenza totale di un ventre che minimamente sporga, da una brevità del tronco allorché l’uomo è all’impiedi, che rende vistosa assai la solida falcatura delle reni.
E poi queste reni brevi e potenti non paiono terminare, prosaicamente, in glutei, ma subito si continuano in cosce di inusitata lunghezza in cui balzano evidenti muscoli sciolti e affusolati. E sottili, nervose sono le ginocchia, snelli i polpacci, agili le caviglie.
Come lo vedi camminare quest’uomo, subito egli ti sembra goffo e sproporzionato, non fatto, direi, per muoversi in terra, come tutti. Il suo passo, alla ricerca di un equilibrio malagevole e difficoltoso è quasi stentato e sghembo.
Le braccia, assai gracili, spiovono inerti, impacciate dalle spalle non larghe.
E la tua presunzione non se ne adonta. Piccolo comune uomo quale sei, non ti entra al suo cospetto nell’animo l’amaro dell’umiliazione fisica, quel senso di inferiorità che subito intimidisce e anzi talvolta annichila come di fronte all’atleta esteticamente bello e possente”.
Una moneta per Fausto Coppi “fatta col cuore” da Valerio De Seta
All’uomo, all’atleta, al campione la Zecca italiana ha dedicato recentemente, nel centenario della nascita.
Si tratta di una delle innovative 5 euro bimetalliche e poligonali che rappresentano una delle novità più originali nella monetazione tricolore dei collezionisti (l’altra millesimata 2019 è stata per i Carabinirei del TPC, leggi qui).
L’ha magistralmente ideata e realizzata l’artista Valerio De Seta che – complice anche la sua personale passione di cicloamatore – ha messo davvero il cuore nel realizzare al dritto un suggestivo profilo di Fausto Coppi, volto a destra, con il tubolare a spalla.
Nel giro, la scritta REPUBBLICA ITALIANA, nel campo di destra, il nome dell’autore. Nel giro, una catena di bicicletta chiusa con quaranta maglie, quanti gli anni di vita del grande campione.
Al rovescio, invece, su per simbolici tornanti che incarano le inbfinite, terribili cime scalate dal Campionissimo, Fausto Coppi in fuga su due ciclisti distaccati.
Racchiude la composizione una corona da bicicletta con quaranta denti, ancora tanti quanti gli anni di vita del grande Fausto.
Sul lato sinistro, il valore 5 EURO; nel giro, la scritta FAUSTO COPPI e le date 1919 – 2019; in basso la R Zecca di Roma, e la scritta ROSA È LA SUA MAGLIA, parodia di quella frase con cui, dai microfoni della RAI (all’epoca, Radio Audizioni Italiane) il cronista Mario Ferretti portò nelle case degli italiani la notizia dell’ennesima vittoria dell’atleta piemontese: “Un uomo solo al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi”.
La moneta è bimetallica ha profilo poligonale a 16 lati (diametro mm 27,5; peso g 9,52 ), è in finitura fior di conio. La tiratura è di 8.000 pezzi e alla fonte costa, confezionata in coincard, 18,00 euro.
“E’ inutile, è andato su come un treno il Fausto…”
Nasceva esattamente un secolo e un giorno fa, l’ineguagliabile Fausto Coppi, uno dei più grandi atleti di tutti i tempi.
Sarebbe stato più giusto, dunque, pubblicare ieri queste righe ma come sempre – col suo irresistibile ritmo – il Campionissimo ci ha lasciati tutti sorpresi, scattando solitario e tagliando il traguardo dandoci addirittura… un giorno intero di distacco!
Fra i numerosi siti ricchi di notizie, aneddoti, immagini e filmati dedicati al Campionissimo ve ne consigliamo uno: cliccate qui.
Se invece volete accedere all’e-shop di IPZS per acquistare la 5 euro del centenario di Fausto Coppi cliccate qui. Ed ecco infine il video prodotto dalla Zecca per mostrare la moneta in 3D.