Da Innocenzo XII, tra richiami a virtù e parsimonia, anche un rarissimo testone ammonitore che cita sant’Agostino
a cura della redazione | Andando a scoprire un altro granello di sapienza de Il linguaggio delle monete di Mario Traina, tocca oggi alla frase NOLI AMARE NE PERDAS si legge al rovescio di un testone romano in argento di circa 9,1 grammi di peso e del diametro di 32 millimetri.
Lo fece coniare Innocenzo XII Pignatelli, papa dal 1691 al 1700, il quale più volte alluse nella monetazione – con legende, allegorie o simboli – alla beneficienza pontificia da una parte e alla necessità, da parte del cristiano, di non farsi schiavizzare dalla ricchezza e dal denaro.
Quanto scritto sul rarissimo testone qui illustrato, non a caso, significa “NON AMARE (il denaro) PER NON PERDERE (la tua anima)”; l’origine della frase è nobile il Trattato 124 sul Vangelo di Giovanni di sant’Agostino, venerato dottore della Chiesa.
La frase del santo sottintende, come complemento oggetto di amare, animam, in riferimento al detto di Cristo: “Qui amat animam suam perdet eam” (“Chi ama la sua anima la perderà”).
L’ammonimento è inscritto su quattro righe in cartella a volute, fogliami e rami di alloro, chiusa in alto da un bellissimo mascherone e in basso dall’armetta di monsignor Maffeo Farsetti, all’epoca presidente della zecca pontificia.