Una cera dell’800, modello per un cammeo, si fa moneta passando da Benedetto Pistrucci a Uliana Pernazza
di Roberto Ganganelli | Dalla cera ottocentesca all’argento dell’età dell’euro, da un maestro dell’Ottocento ad una delle migliori artiste attuali della Zecca italiana.
Questo il percorso che ha compiuto Europa e il toro (anche noto come Ratto d’Europa) modellato da Benedetto Pistrucci, incisore di gemme e medaglista (Roma 1784 – Windsor 1855).
Allievo del Tofanelli e del Morelli, fino al 1814 Pistrucci lavorò in prevalenza a Roma, incidendo cammei di stile antico.
Nel 1814 si trasferì a Parigi e quindi a Londra dove si stabilì. Realizzò i coni di quasi tutte le monete inglesi emesse dal 1816 al 1825; eseguì numerose medaglie commemorative, tra cui quelle per l’incoronazione di Giorgio IV e della regina Vittoria; dal 1828 al 1840 fu capo medaglista di Sua Maestà alla zecca di Londra.
La sua opera più celebre è il grande medaglione della battaglia di Waterloo, al quale lavorò dal 1817 al 1850.
Sua è anche la bellissima raffigurazione di san Giorgio che uccide il drago impressa ancora oggi sulle sovrane d’oro.
Invece, quest’opera di cera bianca su ardesia ovale, nelle misure di mm 101 x 93, con spessore di mm 4 si trova al Museo della Zecca a Roma e, probabilmente, rappresenta un modello per un cammeo.
Una versione originale, in verità, del mito del ratto d’Europa celebrato in dipinti, sculture, bassorilievi e incisioni.
La ninfa Europa, infatti, non appare seduta o affiancata, com’è sempre stata tradizione nella glittica antica, ma nell’atto di salire sul dorso del toro al galoppo verso destra, in ginocchio, la testa rivolta a sinistra, il braccio teso, mentre con la sinistra afferra un corno dell’animale.
In alto due amorini si accendono l’un l’altro la fiaccola dell’amore: chiara ci appare, ed elegantissima, l’ispirazione all’arte rinascimentale.
Poco meno di due secoli dopo la realizzazione di quel cammeo, il maestro Uliana Pernazza modella e incide una moneta 10 euro in argento emessa nel 2003 dalla Repubblica Italiana, facente parte di un dittico in argento (con i 5 euro) della serie all’Europa dei popoli.
Il dritto presenta sullo sfondo del globo terrestre stilizzato gli Stati della Comunità Europea con fiori e foglie di melograno; nel giro a sinistra REPUBBLICA ITALIANA.
Il rovescio presenta un particolare della cera Europa e il toro di Pistrucci. con la ninfa poggiata sul globo terrestre.
Soggetto che invere appariva intero sulla moneta d’argento da 10.000 lire curata dalla stessa Pernazza nel 1995 per il 40° della Conferenza di Messina.
Oltre alla versione in fior di conio (26.000 esemplari), di questa moneta che coniuga arte e numismatica esiste anche la versione in fondo specchio (8.000 i pezzi coniati). In entrambe le finiture, la 10 euro ha il consueto diametro di mm 34 per g 22 di peso al titolo di 835 millesimi.
Su cera o su argento, fior di conio o proof, un capolavoro resta un capolavoro: specie se “passa di mano” tra due veri artisti, in questo caso da Benedetto Pistrucci a Uliana Pernazza.