Tra le monete usate in guerra o per spionaggio vi sono le sovrane della RAF, speciali riconi con data 1925 inseriti nei kit di sopravvivenza dei piloti britannici
a cura della redazione | Pistole in miniatura, ricetrasmittenti e macchine fotografiche nascoste dentro oggetti d’uso comune, esplosivi e veleno mimetizzati sotto sembianze innocue, alloggiamenti ricavati nei tacchi delle scarpe e doppifondi destinati a celare documenti e microfilm.
Spionaggio e gadget tra realtà e fantasia
La narrativa e il cinema ci hanno fatto scoprire, nel tempo, una quantità di gadget – alcuni reali, altri di fantasia – destinati all’uso da parte di agenti segreti, informatori e sabotatori infiltrati dietro le linee nemiche o in paesi ostili.
Questi dispositivi hanno in comune due caratteristiche: la prima, che riguarda il loro aspetto, è data dal fatto di dissimulare quanto più possibile la reale natura dell’oggetto.
La seconda caratteristica, funzionale, è data invece dal fornire al loro proprietario il modo di svolgere la propria missione o affrontare situazioni impreviste e rischiose.
Numismatica e spionaggio: un binomio da scoprire
Anche la moneta non poteva dunque sfuggire – prima o poi – al destino di venir “arruolata” per giocare una parte nel mondo delle operazioni speciali e dell’intelligence.
Nel film Dalla Russia con amore Sean Conney, alias James Bond, riceve per esempio da Q – l’inventore che lo rifornisce dei più sofisticati dispositivi – una valigetta con armi, munizioni, altri dispositivi speciali e due nastri, occultati nelle pareti e contenenti ciascuno 25 sterline d’oro.
Verso la fine della pellicola, 007 rivela l’esistenza di quelle monete ad uno dei sicari della Spectre il quale, tentando di impadronirsene, rimane ucciso dall’esplosione della valigetta. Quando si dice la cupidigia…
Dal romanzo alla reala: SOE E SAS
Come altri dettagli presenti nei film tratti dai romanzi di Ian Fleming, anche quello delle sovrane d’oro ha un riscontro reale nella storia delle operazioni di intelligence.
Già nel corso della II Guerra Mondiale, infatti, agli agenti britannici del SOE (Special Operations Executive) destinati a compiere sabotaggi dietro le linee tedesche venivano fornite monete in oro.
I loro usi? Approvvigionamento di di cibo o medicine, armi e abiti, trovare riparo e nascondiglio presso la popolazione civile, corrompere possibili collaborazionisti e pagare informatori.
Una consuetudine durata a lungo ed estesa, in molti paesi, anche agli equipaggi dei velivoli militari destinati a compiere azioni su territori ostili. Durante l’operazione Granby, come venne deonominata la partecipazione britannica alla Guerra del Golfo.
nel 1991, le forze armate di sua maestà – in special modo i piloti della Royal Air Force e i soldati del SAS, lo Special Air Service – si videro consegnare un fornito kit di sopravvivenza nel quale erano contenute anche 20 sterline in oro.
Le sovrane della RAF
Monete speciali, per questo scopo, furono coniate dalla Royal Mint, la zecca di sua maestà, usando conii con il ritratto di re Giorgio V e la data 1925 e riconoscibili da quelle originali per il bordo più spesso.
Non è mai stato reso noto quante di queste sterline siano state distribuite e quante effettivamente “spese” durante l’operazione Granby.
Con ogni probabilità, una parte è effettivamente servita a salvare la vita di qualche militare in difficoltà, finito nelle mani degli iracheni oppure ferito. Tuttavia, questi episodi non sono mai stati resi noti nei dettagli e la documentazione che li riguarda è tuttora classificata come top secret.
Le sovrane della RAF e il collezionismo
L’unico dato certo è che, alla fine del conflitto, assommarono a 16.289 le monete restituite al Ministry of Defense e che numerosi collezionisti nel mondo, ancora oggi, cerca quelle rimaste sul mercato e sono disposti per esse un valore ben superiore a quello della classica sovrana bullion.