Il motto “Con Dio faremo prodezze!” è indicato per alcune lire con la Sindone. Ma, di fatto, sono monete “fantasma”
a cura della redazione | Si tratta del 14° versetto del Salmo 59, quello che recita in latino IN DEO FACIEMVS VIRTVTEM e che Maria Cristina, reggente di Carlo Emanuele II, XIV duca di Savoia, avrebbe fatto incidere su una tuttora sconosciuta tipologia di moneta da una lira al tipo della Sacra Sindone.
Il tutto sarebbe avvenuto durante la Reggenza, più precisamente nel 1639, quando si temeva un attacco a Torino, dove il piccolo duca e la madre si trovavano. Riccardo Adalgisio Marini (Motti e imprese della Casa di Savoia in RIN 1914, p. 103) riporta un rescritto ducale della Reggenza con cui si ordinava la coniazione di lire.
Queste avrebbero dovuto riportare, come ci ricorda Mario Traina ne Il linguaggio delle monete, “da un canto l’impresa del Santissimo Sudario et il motto IN DEO FACIEMVS VIRTVTEM, e dall’altro l’arme nostra con nome di S.A.R. il mio figliolo et di noi regente”; la duchessa avrebbe dato alla Zecca “li nostri argenti” per la battitura delle monete. Di queste lire, tuttavia, come detto non si ci sono pervenuti esemplari.