Si poteva davvero pagare con cinque balle di tabacco la merce nelle colonie inglesi in Nord America, finché la moneta sonante non sostituì quella naturale
a cura della redazione | Forse non tutti sanno che tra le colonie inglesi del Nord America, la Virginia e il Maryland per decine e decine di anni “coltivarono” la loro moneta.
Coltivarono e non emisero, dato che fu il tabacco il principale mezzo monetario usato.
Grazie ad una nuova forma di coltivazione del tabacco che ne migliorava la qualità e ne aumentava la produttività, sperimentata nel 1616 da John Rolfe, i territori compresi tra Cape Fear ed il Potomac River registrarono un grande sviluppo economico.
Il nuovo metodo di cultura escogitato da Rolfe fece sì che tutto l’assetto economico-sociale della colonia venisse determinato in funzione del tabacco. Pian piano la colonia sostituì la Spagna nel rifornire di tabacco l’Inghilterra, che spendeva ogni anno per l’acquisto di questo prodotto oltre 200.000 sterline.
Fu l’inizio per i coloni, che nel 1618 erano appena seicento anime, 3.000 appena sette anni dopo, di una nuova vita e di una nuova era di prosperità. Il tabacco con le esportazioni non solo diede lavoro e ricchezza ma risolse anche il problema della moneta, divenendo la moneta ufficiale di quelle regioni.
Salvo rare eccezioni tutte le transazioni di rilevante ammontare, le multe, le tasse, i diritti di ogni genere venivano effettuati attraverso l’intermediazione del tabacco; i prezzi delle merci erano stilati in quantità di tabacco e non era raro il caso in cui, se dall’acquirente venivano offerte in pagamento monete metalliche, si dovesse procedere alla valutazione del tabacco in specie monetarie per stabilire l’arbitraggio.
Solo per le piccole transazioni di ogni giorno si usava la moneta metallica, dato che il tabacco, anche se presentava un’ottima divisibilità fisica, non possedeva una buona divisibilità economica; soltanto grandi carichi del prodotto potevano essere vantaggiosamente negoziati. In pratica il tabacco circolava sia come moneta che come merce.
Ad aumentare la velocità di circolazione del tabacco-moneta e per rimediare agli inconvenienti derivanti da due difetti del tabacco-moneta – la difficile trasferibilità e la mancanza di omogeneità – vennero costituiti dei magazzini pubblici, come depositi di tabacco dietro rilascio di tobacco notes, dove erano registrati il peso, la quantità, la qualità e gli altri requisiti del tabacco ricevuto.
Queste tobacco note, trasferendo il diritto di proprietà sul tabacco che vi era menzionato, passando di mano in mano, di tasca in tasca, svolgevano la funzione di altrettante monete.
Ma se il tabacco era un mezzo di scambio all’interno della colonia, cessava di esserlo quando veniva esportato e costituiva la contropartita delle merci che venivano importate; c’era sempre un saldo che doveva essere regolato alla fine in moneta metallica.
E solo quando il tabacco era disponibile per la vendita (l’offerta subiva due variazioni: annuale e stagionale), il mercante della colonia, conoscendone il prezzo, poteva sapere se aveva fatto o meno un buon affare.
Per ovviare a questo inconveniente nel 1750 si diede vita nel Maryland ad un nuovo metodo di contrattazione: il coltivatore di tabacco per l’acquisto di manufatti importati doveva rispondere al mercante coloniale in termini di moneta inglese, valutando le merci al loro puro costo in Inghilterra, oltre le spese di trasporto ed il profitto del mercante.
Il diffondersi di questa nuova pratica segnò la fine della funzione monetaria assolta dal tabacco, diventato solo una merce qualsiasi atta a soddisfare al suo prezzo di mercato, obbligazioni stipulate in moneta metallica.