A proposito di varianti nelle monete della Repubblica Italiana: le 10 lire spighe lunghe e spighe corte
risponde Roberto Ganganelli | Ci scrive il lettore Valdes Pasquinelli: “Buongiorno, non trovo in nessun catalogo tra quelli in mio possesso (vedi Gigante, ad esempio) la valutazione delle monete da 10 lire 1996 e del 1997 con le spighe lunghe della Repubblica Italiana. Rimango in attesa di un vostro cordiale riscontro”.
Per quanto riguarda le cosiddette 10 lire “spighe lunghe”, l’edizione 2019 del catalogo Gigante effettivamente le censisce indicandole come comuni e provenienti da serie Zecca. Gli anni per i quali sono finora note tali varianti sono il 1996 e il 1997 ed anche il 1998.
Le “spighe lunghe” sono una parte dei 3,5 milioni di esemplari da 10 lire coniati nel primo di questi anni, dei 2,0 milioni del secondo anno e dell’1,5 milioni di monete del terzo anno.
Gigante 2019 (p. 677) quota queste varianti solo in conservazione fior di conio: mentre le 10 lire “normali” delle tre annate hanno un prezzo indicativo sui 4 euro, quelle a “spighe lunghe” vengono valutate rispettivamente 15, 20 e 15 euro.
Due le principali differenze per riconoscere, sul rovescio, le spighe “lunghe” da quelle “corte”.
La prima è che l’estremità della brattea (il sottile stelo che si diparte dalla punta del chicco) posta accanto alla sporgenza superiore del numero 1 nel primo caso si prolunga oltre il numero, nel secondo no.
La seconda è che le brattee poste a destra della cifra 0 del valore hanno nel primo caso una curvatura convessa, nel secondo concava.
Ricordiamo ai neofiti che la moneta da 10 lire con l’aratro al dritto e le due spighe di grano con il valore al rovescio furono introdotte nel 1951 (con decreto del presidente della Repubblica del 31 dicembre) e coniate dapprima fino al 1956, poi dal 1967 ogni anno fino al 2001.
Realizzate su modelli di Giuseppe Romagnoli e con conii originali di Pietro Giampaoli, le 10 lire sono in italma, pesano 1,6 grammi e misurano 23,3 millimetri. Il contorno è liscio.
Queste 10 lire rappresentano una delle monete italiane più famose del secondo dopoguerra e, ancora oggi, colpiscono per la loro eleganza, bellezza e semplicità.
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