di Mathias Paoletti | Che la civiltà greca antica e quelle ad essa collegate – in primo luogo, quella magno greca dell’Italia Meridionale – abbiano dato alle scienze matematiche un contributo enorme è sotto gli occhi di tutti. Basta fare i nomi di Archimede, Pitagora, Talete, Eratostene ed Euclide per risvegliare, almeno nella maggioranza, i tempi della scuola ed una serie di spesso odiate leggi, teoremi, corollari formalizzati da questi autentici geni del mondo classico.
Battute a parte, ancora oggi in Grecia le scienze matematiche sono tenute in gran conto al punto che il Ministero delle Finanze di Atene ha appena emesso una moneta celebrativa in argento da 6 euro di facciale (mm 28,5 per g 10 a 925 millesimi di titolo) dedicata alla Società Matematica Ellenica – Ελληνική Μαθηματική Εταιρεία – che proprio in questo 2018 ha festeggiato i cento anni dalla sua fondazione.
Disponibile in 1.500 esemplari proof dal 20 dicembre, la moneta al dritto reca lo stemma nazionale smaltato in azzurro sullo scudo e in blu scuro sulle fronde che lo circondano; una composizione di simboli matematici (segni di operazioni, parentesi e così via) “incasella” idealmente l’emblema dello Stato, il valore e la data di emissione.
Al rovescio altri simboli e formule di matematica superiore, il nome del paese e, al centro, un grande “pi greco” a completare la moneta. Particolarmente significativa la scelta del “pi greco” dal momento che questo numero (3,1415…) rappresenta la più nota fra le costanti matematiche e che, nella geometria piana, è definito dal rapporto tra la lunghezza della circonferenza e quella del suo diametro.
Anche se non tutti sanno che la lettera indicativa di tale costante venne scelta proprio in quanto in quanto iniziale del termine greco περιφέρεια (perifereia), ossia “circonferenza”.