di Antonio Castellani | Apprendiamo da fonti autorevoli che l’Italia, il 25 ottobre scorso, ha presentato alla Commissione Europea per l’iter di approvazione i soggetti delle due monete commemorative da 2 euro da inserire nel calendario numismatico 2019.
Nessun problema per la prima moneta che sarà dedicata al tema del 500° anniversario della morte del grande genio rinascimentale Leonardo da Vinci. La faccia nazionale dovrebbe mostrare una il volto del magnifico dipinto La dama con l’ermellino di Leonardo, che è conservato nel Museo Czartoryjski di Cracovia.
A sinistra si trovano la scritta LEONARDO, le iniziali MAC dell’artista Maria Angela Cassol e le iniziali della Repubblica italiana RI; a destra del ritratto la R della Zecca di Roma e le date 1519, anno della morte di Leonardo, e 2019 come anno di emissione. Sull’anello esterno delle monete sono incise le dodici stelle della bandiera europea. La moneta dovrebbe avere una tiratura totale di 3 milioni di esemplari. Entro la World Money Fair di Berlino dovrebbero debuttare la versione nella BU Coincard (15 mila pezzi) e quella in astuccio proof (6 mila esemplarei), mentre la fior di conio verrà distribuita in seguito.
Una seconda moneta commemorativa da 2 euro con il centenario dell’Associazione Nazionale Alpini è invece stata annunciata ma ritirata per ragioni sconosciute. Prevista anche questa in uscita a gennaio con una tiratura complessiva di 3 milioni di esemplari, mostra un alpino insieme a un mulo, fedele compagno del Corpo militare, di pattuglia in una zona di montagna. In primo piano una stella alpina, simbolo del coraggio e della forza della vita nel difficile ambiente dell’alta montanga. L’iscrizione ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI è posta sul bordo del nucleo interno e il logo RI in alto a sinistra. Sotto la R, a destra 1919-2019, la data di fondazione del ANA e l’anno di emissione della moneta oltre alle iniziali SP dell’artista Silvia Petrassi. Sull’anello delle monete esterne le consuete dodici stelle della bandiera europea.
Le origini dell’associazione risalgono al termine della Prima guerra mondiale quando – si legge nel sito dell’ANAN – “un gruppo di reduci l’8 luglio 1919 costituì l’Associazione Nazionale Alpini. Avvenne a Milano, presso la Birreria Spatenbräu il cui proprietario era Angelo Colombo – uno dei soci fondatori – e fu l’inizio di una lunghissima marcia che dura tuttora.
Il primo presidente fu Daniele Crespi, dal 2013 è in carica Sebastiano Favero. Nel settembre del 1920 viene organizzata la prima Adunata nazionale sull’Ortigara. A quel primo appuntamento ne seguono altri venti per giungere, nel giugno 1940, a Torino: il Secondo conflitto mondiale è alle porte e perciò, per sette anni la manifestazione è sospesa. Nell’aprile del 1947, ricompare il giornale L’Alpino, anch’esso nato nel 1919 su iniziativa del tenente degli alpini Italo Balbo. Nell’ottobre del 1948 si svolge a Bassano del Grappa la prima Adunata del dopoguerra. Dopo la sosta del 1950, anno del Giubileo, essa riprende senza più interrompersi”.
“L’Associazione Nazionale Alpini – si legge ancora nel sito istituzionale – presenta un organico di 348.956 soci (a dicembre 2017), con 80 sezioni in Italia, 30 sezioni nelle varie nazioni del mondo, più 8 gruppi autonomi: cinque in Canada (Calgary, Sudbury, Thunder Bay, Vaughan e Winnipeg), in Colombia, Slovacchia e a Vienna. Le Sezioni si articolano in quasi 4.500 Gruppi. Ai 268.996 soci ordinari si aggiungono circa 80 mila Aggregati.
Fedele a sentimenti, quali l’amor di Patria, l’amicizia, la solidarietà, il senso del dovere, cementato durante la naja, l’Associazione ha saputo esprimere queste doti, intervenendo in drammatiche circostanze, nazionali e internazionali, dal Vajont (1963) [al terremoto] in Centro Italia (2016-’17). I volontari della Protezione civile ANA sono circa 13 mila e sono guidati da Gianni Gontero”.
Allora perchè annullare una moneta che celebrava una parte della nostra identità nazionale? Echi – ma quali? – di nazionalismo? Ombre – ma dove? – di militarismo? Desiderio di non “irritare” i vicini austriaci, da quegli alpini – e non solo – sconfitti in una guerra di un secolo fa? O peggio, qualche frizione politica tra componenti del Governo in carica ha portato a censurare il bel bozzetto di una moneta che avrebbe avuto un valore comunicativo e culturale pari a quella per Leonardo?
Probabilmente non lo sapremo mai; al contrario, sappiamo benissimo di star facendo pura dietrologia ma ci spiace, e chi scrive se ne assume la responsabilità, che sia stato negato ad una delle associazioni più antiche e radicate del paese, da un secolo protagonista della nostra storia, un doveroso omaggio numismatico.